Milano, dall'alto. (LaPresse)

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I 300 “quartieri” della app Nextdoor per una città tutta da amare

Cristina Giudici

Zone nuove e microquartieri nati sulla base di nuovi interessi e necessità dettate dalla pandemia: "uno strumento adatto per le interazioni tra vicini di casa e quindi i contenuti condivisi dagli utenti sono più diversificati: abbiamo visto aumentare anche la solidarietà"

Non ci sono solo i quartieri “15 minutes city” su cui punta molto Beppe Sala per la campagna elettorale, e che ormai sono più che altro a km zero. Ci sono anche i quartieri di domani. La nuova campagna di Nextdoor, il social network americano con sede a San Francisco e arrivato in Italia nel 2018, si chiama appunto “il quartiere di domani”. Una campagna ideata dalla “app dei vicini” per avviare discussioni e stimolare iniziative che possano migliorare la vita nei microcosmi cresciuti e rafforzati dalle restrizioni della libertà di movimento. “Nextdoor è l’app in cui ti colleghi ai quartieri che ti interessano. Il nostro scopo è quello di coltivare un mondo più gentile in cui tutti abbiano un quartiere su cui fare affidamento”, spiega il community manager per l’Italia, Andrea Tessari, che vive a Milano. “I vicini si rivolgono quotidianamente a Nextdoor per ricevere informazioni affidabili, offrire e ottenere aiuto o creare connessioni nel mondo reale con chi si trova in prossimità: vicini, attività commerciali locali ed enti pubblici”.

 

Sulla carta i quartieri di Milano sono molti di più di quelli “storici”: sono 88, ma poi ci sono anche le nuove zone o microquartieri nati sulla base dei nuovi interessi o delle diverse necessità create anche dalla pandemia. Nextdoor ne ha mappati 300, che sono stati attivati dai residenti e vengono moderati da un ambasciatore del quartiere. “Nextdoor conta oltre 276 mila quartieri in tutto il mondo ed è presente in 11 paesi: oltre agli Stati Uniti, dove lo usa una famiglia su quattro, e Regno Unito (una famiglia su sette) Francia, Germania, Paesi Bassi, Italia, Spagna, Australia, Danimarca, Svezia, Canada. In Italia siamo attivi in circa 400 comuni con 3.200 quartieri e le nostre piazze più importanti sono Milano, Roma, Torino e Bologna. Su Roma e Milano copriamo più del 95 per cento dei quartieri presenti”, precisa Tessari per fornire il quadro complessivo di una società il cui valore stimato è di oltre 2 miliardi di dollari. Nella campagna sul quartiere di domani, i vicini del Nextdoor milanese hanno chiesto spazi verdi, piste ciclabili, servizi e soprattutto maggior rispetto della convivenza civile.

 

La app dei vicini non serve a cercare ex compagni del liceo, influencer, politici che litigano furiosamente. Nei post si non si leggono polemiche che sfociano in guerre civili virtuali come invece accade su Facebook (forse perché gli utenti devono fornire identità autentiche) ma messaggi utili che servono allo scambio di informazioni sulla ricerca del lavoro, il tempo libero, le attività commerciali locali o iniziative solidali. “La pandemia ha fatto capire alle persone l’importanza del quartiere nelle nostre vite”, osserva Tessari. “La nostra app è uno strumento adatto per le interazioni tra vicini di casa e quindi i contenuti condivisi dai nostri utenti sono più diversificati: abbiamo visto aumentare anche la solidarietà”. In ogni quartiere si può vedere infatti la mappa della solidarietà e individuare un vicino disponibile a offrire aiuto. “Sappiamo che i quartieri hanno un ruolo importante nelle nostre vite e recenti ricerche dimostrano che la pandemia ha avuto un impatto negativo sulla solitudine e sulla salute mentale". Con uno impegno globale, Nextdoor ha utilizzato la piattaforma per unire i vicini e aiutarli ad affrontare solitudine e isolamento sociale.

 

Una ricerca globale del 2020, che ha affiancato la campagna KIND Challenge (Kindness Is Nextdoor) per incoraggiare i vicini a mettersi in contatto e costruire connessioni più profonde nei loro quartieri, ha dimostrato che conoscere almeno sei vicini ha un impatto positivo significativo sulla salute delle persone perché diminuisce il sentimento di isolamento sociale e la solitudine. In Italia molte azioni virtuose sono nate grazie a Nextdoor. Durante il secondo lockdown prima di Natale, a Milano è nato un movimento di volontari di quartiere che ha raccolto e distribuito cibo e generi di prima necessità ai senzatetto. La “Mappa della Solidarietà” durante la campagna “Conta su di me” è stata usata centinaia di volte per offrire e chiedere aiuto. Fra i gruppi nati sul Nextdoor milanese, ci sono quelli per single, gli amanti della letteratura, gli appassionati dei Promessi Sposi e persino della vodka (“si vive una vodka sola”), ma nelle discussioni sui quartieri prevale soprattutto il desiderio di accorciare la distanza attraverso lo sport, le passeggiate in campagna, lo yoga nei parchi, le visite guidate per conoscere l’architettura. “Ora più che mai vediamo il potere che hanno i quartieri se ben connessi”, conclude Andrea Tessari. 
 

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