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Crespi d'Adda, da archeologia industriale a museo futuribile
Il più completo villaggio di operai in Italia e uno dei meglio conservati al mondo diventa museo interattivo. L’idea di una nuova tecnologia trasparente al servizio della cultura e dell’istruzione
Da una parte lo spirito imprenditoriale di una delle dinastie di industriali più importanti della Lombardia alla fine del diciannovesimo secolo e dall’altra un luogo, la punta della cosiddetta isola bergamasca dove le acque del Brembo confluiscono nell’Adda generando un potenziale di energia idroelettrica ideale per l’installazione di fabbriche moderne. Così nasce, su un terreno di 85 ettari, Crespi d’Adda, il più completo villaggio di operai in Italia e uno dei meglio conservati al mondo. Asilo, scuola, ospedale, case operaie, la chiesa e al centro di tutto il grande cotonificio, una architettura che vuole reinterpretare il romanico lombardo. Cristoforo Benigno Crespi da Busto Arsizio, convinto che le cose utili devono essere anche belle, dà vita, nel 1876, al suo sogno: costruire una fabbrica e attorno una città modello. E’ questa visione utopica, raffinata, velleitaria a ispirare il villaggio operaio Crespi d’Adda (nel comune di Capriate San Gervasio in provincia di Bergamo) autonomo e autosufficiente, straordinaria testimonianza di archeologia industriale. “Un esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del sud Europa”.
Con questa motivazione nel 1995 l’Unesco ha inserito Crespi d'Adda nel patrimonio mondiale. Ora Crespi d’Adda ha superato anche la pandemia, anzi ne ha fatto buon uso per trasformarsi. E realizzare un nuovo percorso museale (già prima, il sito era meta di visite scolastiche e di un turismo locale attento e “sostenibile”). La ETT, industria digitale creativa leader per la valorizzazione attraverso esperienze immersive del patrimonio culturale italiano e oltreconfine, ha infatti progettato due sale del museo nell’ottica di massimizzare l’immedesimazione del visitatore con la vita e la storia delle persone che hanno vissuto e lavorato fino al secolo scorso nelle case e nella fabbrica del villaggio. Sarà possibile addirittura “incontrare dal vivo” gli operai di Crespi d’Adda in un ambiente immersivo ed interattivo.
Le immagini digitalizzate diventano infatti percorsi sensoriali, oltre la barriera del tempo, grazie alla tecnologia d’immersione virtuale. “E’ come se avessimo voluto installare in questo posto una sorta di macchina del tempo”, racconta Filippo Vergani, project manager di ETT. “Oltre ad avere la possibilità di camminare su strade di fine 800 rimaste invariate, con il nostro progetto, deciso con la committenza, si possono incontrare personaggi che avevano vissuto allora”. Così è nelle sale del visitors center (l’ex asilo, da dove partono le visite guidate) una exibition permanente. Il modello dell’operazione museale messa in atto a Crespi d’Adda si aggancia a un nuovo modo, che sempre più prenderà piede, di offrire l’esperienza di visita e conoscenza al pubblico. L’idea di una nuova tecnologia trasparente al servizio della cultura e dell’istruzione. “Chi entra nella prima sala vede un unico elemento fisico, uno scaffale illuminato con cinque oggetti storici (la Bibbia di un sacerdote, il cesto dei panni di un’operaia, la macchinina giocattolo di un bambino, la valigia del dottore, cappello a bombetta da imprenditore che si immagina sia Cristoforo Benigno Crespi).
Il visitatore si avvicina e toccandone uno inizia uno spettacolo in video mapping dove compare a grandezza naturale il personaggio all'oggetto che racconta la sua giornata tipo all'interno del villaggio”. Nonostante la fabbrica sia chiusa dal 2003, le persone che abitano oggi nel paese sono i discendenti degli stessi operai che lavoravano qui nell’800. Crespi è una fondamentale testimonianza della realtà operaia di quel secolo. E lo si può vedere nella seconda sala. “Sempre con la medesima tecnologia è legata al tema del contesto. La vita del persone di Crespi d’Adda viene messa in relazione al contesto storico”. Il patrimonio di Crespi è una grande eccellenza lombarda, la sua valorizzazione è un ulteriore tassello di un recupero storico del territorio. “La nostra modalità di approccio è stata quella di rendere contemporaneo attraverso la tecnologia questa straordinaria ricchezza storica e culturale”.