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Nella grande pianura della logistica il business corre. Selvaggio
I flussi del settore nel capoluogo lombardo coinvolgono 1.301 imprese, con 95 mila addetti e un business da 22 miliardi
È un esercito quello che muove la logistica a Milano e in Lombardia, e con la tragedia della pandemia (lockdown in testa) è diventato più forte e ha visto crescere a dismisura il proprio fatturato. I numeri sono impressionanti: i flussi della logistica intorno a Milano coinvolgono 1.301 imprese (su 17 mila nel settore trasporti e logistica più in generale), con 95 mila addetti e un business da 22 miliardi. A Milano ci sono 4,6 miliardi di affari per gli autotrasportatori, su un totale di 8,7 miliardi nella “regione logistica”, che include la Lombardia e anche Piacenza e Novara. Per le imprese di spedizione il fatturato è cresciuto con un tasso del 5 per cento annuo tra il 2008 e il 2018. Sono dunque oltre 17 mila complessivamente le imprese del settore logistica e trasporto: di queste 1.301 quelle con un ruolo di “orchestratori” dei flussi di merci che operano nella regione. Il simbolo della logistica (e non solo) è Amazon, che con le sue 9 società con sede in Italia ha fatturato (prima della pandemia) 1,1 miliardi; ma che, nei primi tre mesi di quest’anno, è arrivata a 8,1 miliardi di dollari a livello planetario, con un aumento del fatturato del 44 per cento. Nel secondo trimestre 2021 Amazon ha previsto vendite tra i 110 e i 116 miliardi.
Amazon ha aperto di recente un nuovo centro di smistamento a Castegnato, in provincia di Brescia, per la copertura dei servizi di consegna delle province di Bergamo, Lodi, Brescia e Cremona. Ottomila metri quadrati di merci da distribuire ogni giorno sul territorio. Giorni fa Poste Italiane ha inaugurato a Landriano, nel pavese, il più grande hub d’Italia per l’e-commerce e i servizi di corriere espresso. L’impianto copre una superficie totale di 80 mila metri quadrati.
E quando gli interessi crescono aumentano anche i rischi collegati ai subappalti. Nei giorni scorsi si sono moltiplicati gli episodi di intolleranza e violenza alle porte di alcune aziende che gestiscono, proprio in subappalto, le consegne per i grandi gruppi: episodi culminati a Biandrate con l’uccisione (investito da un camionista) di Adil Belakhdimun, sindacalista Cobas. Per affrontare le anomalie di un settore cresciuto a dismisura anche la prefettura di Milano ha aperto un tavolo con le associazioni di categoria, i sindacati, le istituzioni. Ma la pandemia ha congelato tutto. Nei grandi gruppi della logistica i sindacati confederali, a fatica – cioè dopo un aspro confronto – sono riusciti a far applicare i contratti nazionali. Ma fuori, nella palude dei subappalti, è un Vietnam, dove i Cobas hanno scelto la linea dura. E’ il segretario della Filt Cgil lombarda, Luca Stanzione, a raccontare sui social i momenti drammatici del marzo 2020, quando “alcune organizzazioni del sindacalismo di base bloccavano l’approvvigionamento di medicinali e delle pochissime mascherine esistenti, erano le ore in cui i lavoratori della logistica non avevano i presidi minimi di sicurezza. Dalle istituzioni del nostro paese ci facevano sapere che era in corso la valutazione se far presidiare le logistiche dall’esercito. Attraverso la nostra rete di delegati abbiamo deciso che avremmo garantito l’approvvigionamento di cibo nei supermercati, medicine nelle farmacie e negli ospedali, che i mercati generali dell’ortofrutta non si sarebbero fermati”. E ora che l’emergenza Covid, col vaccino di massa, sembra allontanarsi, è arrivato il momento di riformare il settore della logistica.
“Un intervento legislativo nel settore è urgente – spiega Stanzione – per estendere anche ai tender privati le regole fondamentali, quelle della conservazione del posto di lavoro, della definizione di un costo equo che comprenda nella tariffa del committente salario, tasse e competenze accessorie. Abbiamo bisogno di regole stringenti. La situazione attuale è davvero difficile perché non si limita a qualche cooperativa che evade le tasse, siamo di fronte a un sistema di reciproche convenienze che rischia di consolidarsi”. Può spiegarci questo cattivo funzionamento? “Un sistema dove l’evasione contributiva, l’evasione fiscale, l’elusione dei contratti nazionali sono la regola. Si tratta di un punto d’illegalità che va aggredito”.
Marco Bentivogli (già sindacalista Cisl di lungo corso) sul Foglio ha lanciato un “manifesto” a difesa della innovazione che attraversa il mondo della logistica e ha provato ad andare oltre la disfida sull’algoritmo (pur sempre programmato dall’uomo), spiegando “dove contrattare e cosa contrattare”. Cioè: “Sempre più in azienda e sul territorio”. Puntando sulla “formazione, nuovi sistemi d’inquadramento, orari e organizzazione del lavoro smart, salari di produttività”. E poi “una contrattazione di ecosistema che metta insieme le tante piccole imprese secondo le diverse sfide di innovazione, in un contesto di rigenerazione del territorio e delle sue risorse”. La strada è giusta; poi bisogna anche bonificare le aree paludose della grande pianura dove corrono i tir e i furgoni.
Nel 2020 la Camera di Commercio di Milano, con il supporto di Alsea – Associazione Lombarda Spedizionieri e Autotrasportatori – e in collaborazione con la LIUC, Università Cattaneo di Castellanza, ha promosso una ricerca che ha messo in luce, tra l’altro, le criticità percepite dalle imprese. Per il 31 per cento delle aziende della logistica ci sono troppi problemi infrastrutturali, per il 29 per cento i costi sono elevati (tasse incluse), per il 21 per cento la burocrazia è soffocante. Le sfide principali, per oltre uno su due sono: l’informatizzazione, dazi e guerre internazionali, l’evoluzione del mercato con nuove imprese, la sostenibilità ambientale con il passaggio all’elettrico e infine la sostenibilità sociale con mancanza di autisti specializzati. Anche per il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, interrogato dal Foglio a margine del convegno sulla riapertura post Covid di Fiera Milano, spiega: “La logistica è un settore che ha vissuto grandi cambiamenti, occorrono quindi degli aggiustamenti di tipo organizzativo e credo che verranno fatti. Dispiace per ciò che è accaduto e spero che a breve si possa trovare una soluzione perché la logistica occuperà sempre uno spazio importante nell’organizzazione delle nostre attività”.