GranMilano
L'infiorata di Noto per rianimare via della Spiga (offre Hines)
Anche questo è un effetto del Covid: imprenditori privati che per preservare i propri investimenti nella città più colpita si trasformano in sponsor e, con i propri mezzi, cercano di recuperare attrattività
L’infiorata di Noto che si volge ogni anno nella terza domenica di maggio, quando il centro storico della perla del barocco siracusano viene letteralmente tappezzato di mosaici fatti di fiori coloratissimi, è uno degli eventi più spettacolari della Sicilia. Mario Abbadessa, country manager per l’Italia del gruppo Hines, deve aver pensato, da uomo del sud, che non c’era nulla di più efficace per rilanciare l’immagine di una strada prestigiosa come via della Spiga, reduce triste e, diciamolo, impoverita da un anno e mezzo di lockdown a singhiozzi.
Per gli americani il valore di un immobile è determinato soprattutto dal suo indirizzo, e il gruppo Hines in via della Spiga aveva acquistato, sei mesi prima che scoppiasse la pandemia, il palazzo di Dolce & Gabbana: 12 mila metri quadrati per un prezzo, si vocifera, di oltre 200 milioni di euro. Ora lo sta rivoltando come un calzino per dargli una destinazione mista tra negozi, uffici e, forse, anche ristorazione di pregio. Ma c’è da fare i conti con la crisi pandemica che non è superata: i consumi del lusso, infatti, sono lontani dai livelli pre Covid e la presenza di compratori stranieri è ancora scarsa. Così, portare l’infiorata da Noto a Milano (parte oggi fino al 3 luglio), con l’aiuto dell’associazione degli Amici di via della Spiga, rappresenta il gesto simbolico di un investitore che tanto crede nella rinascita di questa strada simbolo del lusso da dedicarvi un intero canale di instagram (Spiga26Milano) che racconterà le tante iniziative che si svolgeranno da qui al prossimo Natale.
L’effetto scenografico dell’infiorata meneghina è assicurato da 60 “maestri” arrivati da Noto che hanno trasformato in 48 ore 100 metri di via della Spiga in uno spazio espositivo open air con i petali di 200 mila fiori, tra garofani, gerbere, rose, e infiniti altri. Il tema è allegorico: la “Semina”. Tredici iniziative che hanno le potenzialità di trasformarsi in progetti per la rinascita e la rigenerazione di Milano sono state raffigurate in altrettante immagini ispirate da personaggi rappresentativi dell’identità della città, del suo potenziale artistico, culturale e sportivo (ci sarà anche un omaggio a Carla Fracci). Nel capoluogo lombardo Hines ha allocato la maggior parte dei 4 miliardi di capitali investiti in Italia (tra i principali progetti di sviluppo immobiliare, Milano Sesto, le case per studenti di via Giovenale e via Ripamonti, il rilancio l’ex area del Trotto e dell’area di Bovisa) e la scorsa settimana il gruppo statunitense ha chiuso simbolicamente la Torre Velasca (anche questa rilevata poche settimane prima che scoppiasse il coronavirus), con un grande spettacolo in collegamento con la Scala, e annunciato che riaprirà tra 18 mesi quando l’immobile iconico sarà stato completamente ristrutturato. Anche questo è un effetto del Covid: imprenditori privati che per preservare i propri investimenti nella città più colpita si trasformano in sponsor e, con i propri mezzi, cercano di recuperare attrattività.