Gran Milano
Pazza idea: e se la bandiera caduta dei “no tutto” la raccogliesse Paragone?
Il giornalista dell'Italexit si sta muovendo bene (in ottica No vax e compagnia negante). Manifestazioni, dibattiti, chat su Telegram. E un sondaggio che lo dà in forte ascesa: segnali dal caos del centrodestra milanese
È molto probabile che non succeda, mettiamo avanti le mani, ma del resto siamo nel complicato genere delle previsioni elettorali da farsi in elezioni senza storia, e persino senza particolare interesse (non lo ha suscitato proprio nessuno, diciamolo). Non succede, ma se succede poi non dite che non ve l’avevamo detto. Anche perché i famosi segnali deboli, quelle manifestazioni dell’umore pubblico tanto sottili da risultare quasi inconsistenti, tanto ignorate dai media mainstream da risultare afone, un po’ ci sono. Segnatevi dunque: Gianluigi Paragone. Il giornalista, ex diretùr della Padania, ex Movimento cinque stelle, ex urlatore tv e infine animatore dell’improbabile Italexit, è candidato a Milano e si sta muovendo bene: intendendo, sia chiaro, nel sottobosco no vax, no green pass, no banche, no euro e no tutto il resto. Intendiamoci: messaggi che alla stragrande maggioranza dei milanesi (noi compresi), fanno inorridire. Ma su quanti, invece, faranno presa? Difficile dirlo, ma ci sono i segnali deboli che fanno intuire un pubblico assai più ampio di quello che spereremmo. Per almeno cinque motivi. Anche perché c’è un fattore enorme da valutare: quel pubblico anti tutto e protestatario era quello che Matteo Salvini, con la sua “Bestia” andava a stimolare. Ma adesso Salvini ha i suoi problemi, e potrebbero spuntare i delusi.
Indizi, dunque. Primo: le manifestazioni di piazza e i cortei. Non si fermano. Neppure le perculate dopo la farsa delle stazioni da occupare e dove non c’era nessuno, con i messaggi Telegram sconsolati e ferocemente teneri nella loro ingenuità (quanto abbiamo goduto) del tipo “sono qui da solo, ma dove siete?”, nemmeno quel disastro ha in realtà fermato il “movimento” no green pass. Tanto che il sindaco Beppe Sala, che di certo non sarà insidiato da Gianluigi Paragone, ha aperto le braccia e ha ammesso: “Sì, i cortei dei no green pass stanno diventando un problema perché bloccano la città”. Il che vuol dire che c’è gente che ritiene di dover manifestare.
Secondo: le ricerche sul web. I siti internet dei giornali esplodono di ricerche sui no green pass. E non solo. Basta farsi un giro sotto i profili della Lega (per dirne due: Matteo Salvini e Attilio Fontana) per scoprire che sono tantissimi quelli che rimproverano al Carroccio di aver tradito. E rimproverano al Capitano di essersi vaccinato e di stare al governo. A Giorgia Meloni invece rimproverano solo di essersi vaccinata, che è già una cosa grave.
Terzo: la strategia di Paragone. Ottima, da tutti i punti di vista. Ha evitato come la peste i luoghi di confronto canonici. Ha investito per primo, con tempismo sconosciuto alla politica improvvisata di oggi, nelle stazioni della metropolitana. Le sue parole rimbalzano da una chat all’altra su Whatsapp (do you remember le elezioni brasiliane di Bolsonaro?) e ovviamente su Telegram. E soprattutto ha dato un messaggio chiaro e non negoziabile. Repubblica, per il suo confronto addomesticato di fine campagna con Beppe Sala, ha invitato proprio la grillina Pavone e Paragone (a proposito: ma il sindaco non aveva promesso di partecipare solo a dibattiti con tutti e tredici i candidati al soglio di Palazzo Marino?).
Quarto: c’è un sondaggio riservato, in mano ai leader del centrosinistra, che dà Paragone in forte ascesa. (dunque Salvini giù?). E viene da pensare al Berlusconi dei bei tempi: i sondaggi lo davano sempre indietro, perché la gente si vergognava a dire che votava per lui. Dunque, non succede ma se succede, Gianluigi Paragone non sarà solo una meteora, una candidatura di testimonianza, ma invece una candidatura di sostanza, con una percentuale magari addirittura superiore a quella di Forza Italia. E che cosa succederà nel centrodestra milanese? Che cosa succederà in Consiglio comunale? Ci sarebbe da divertirsi.
Segnali deboli. Per quelli forti possiamo aspettare lunedì sera, ma si possono riassumere così: probabile diminuzione dell’affluenza, crollo delle preferenze espresse, Maran e Sardone sugli scudi, Beppe Sala avanti o addirittura sindaco per la seconda volta, Lega alle prese con l’ingombrante FdI anche a nord.