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Come si traccia il vaccino
Le fiale sono controllate da quando esce dalla casa farmaceutica produttrice fino al momento in cui il vaccino arriva sul tavolo del medico per essere inoculato. Il merito è di un'azienda bresciana
Si può temere il vaccino, è un riflesso psicologico non infrequente. Passi anche la paura dell’iniezione (umanamente comprensibile, per quanto oramai un eco ancestrale). Ma di una cosa si può e deve essere certi: il contenuto di quella fiala. Tracciato da quando esce dalla casa farmaceutica produttrice fino al momento in cui il vaccino arriva sul tavolo del medico per essere inoculato nel braccio del paziente, quel piccolo contenitore ha una sua vera e propria carta d’identità: esce con un numero di serie che lo “targa” (o serializza) come unico al mondo con una propria “storia”. A farlo ci pensano, e ci hanno pensato da quando erano studenti universitari, due bresciani doc, Emidio Zorzella e Massimo Bonardi, fondatori nel 2007 di e oggi protagonisti di una storia esemplare di successo imprenditoriale e di innovazione: insomma, la pandemia produce anche reazioni positive.
Antares Vision è una azienda bresciana diventata gruppo da quando, nel 2019, sono state eseguite una serie di acquisizioni sia nell’ambito farmaceutico sia anche nei settori del food and beverage e della cosmesi. A tutto campo: sul territorio nazionale, europeo e negli Stati Uniti. “Dall’evoluzione di una precedente esperienza nata nell’ambito accademico – spiega Emidio Zorzella al Foglio – avevamo introdotto sul mercato nuove tecnologie per il controllo di qualità dei prodotti e del loro confezionamento e il settore della farmaceutica ci sembrò, fin da subito, l’ambito più corretto molto più avanzato come normative, criteri di qualità”
Molto importante è anche il tema della tracciabilità. “E’ stato il filone della tracciabilità del farmaco, oggi molto importante per combattere farmaci contraffatti e assicurare che si ricevano cure originali, a consentirci di sviluppare la nostra leadership mondiale, siamo presenti in 60 paesi”.
Ciascuna fiala di vaccino anti Covid, prima di essere confezionata in lotti e pallettizzata per la distribuzione, viene sottoposta a una serie di controlli, sia dal punto di vista del contenitore che del contenuto. I controlli partono dopo il riempimento della fiala e la sua sigillatura. Si parte con l’ispezione visiva, fatta con telecamere, per identificare l’eventuale presenza all’interno della fiala di particelle o difetti di tipo “cosmetico” oppure, ancora, imperfezioni nella sigillatura. Segue il momento della “serializzazione”: la singola fiala viene identificata con un codice a barre unico nel mondo. In questo senso la fiala assume un’identità assolutamente irripetibile, così da potere restituire in ogni momento del suo percorso dalla fabbrica all’iniezione la propria “storia”, in chiave anti contraffazione-mercati grigi. “Noi produciamo sistemi, macchinari, soluzioni, apparecchiature sia nella parte hardware che software, quindi tutto ciò che unisce la linea di produzione con il digitale per assicurare e proteggere i prodotti in tutto il ciclo di vita, tecnologie che garantiscono che i prodotti che arrivano a noi, siano di qualità, confezionati correttamente e quindi senza perdere le loro proprietà durante il trasporto in modo da arrivare al consumatore finale sicuri”. In pratica, non si può sbagliare. “Se si applicano regole e norme che sono ormai allo stato dell’arte, in particolare per il mondo farmaceutico partito prima di tutti gli altri, la sicurezza è vicina al 100 per cento. Noi oggi lavoriamo con tutte le principali case farmaceutiche del mondo per tanto stiamo lavorando con i principali produttori di vaccini sia direttamente che con i loro terzisti dato che molto spesso l’industria farmaceutica demanda il confezionamento a società terze, professioniste del settore”. Antares Vision Group, quotata da aprile 2019 su AIM Italia e dal 14 maggio 2021 su MTA segmento STAR, non si occupa solo di medicinali. “Pensiamo a tutto quello che consumiamo e che viene introdotto nel nostro corpo: prima di tutto gli alimenti ma anche le creme. Sono tutte informazioni che il prodotto porterà con sé in questa identità digitale, e ci daranno informazioni certificate sulla qualità, originalità, sostenibilità di quei prodotti. Sono temi su cui c’è una grande attenzione da parte soprattutto delle giovani generazioni”. Non si compera più a scatola chiusa. “La gente vuole informarsi ed essere informata. Abbiamo gli strumenti per sapere. Possiamo scientemente decidere cosa fare”.