Gran Milano
In Regione Lombardia arrivano due battaglie politiche gustose
Dopo i pasticci di gestione del primo periodo Covid, Moratti è corsa ai ripari e ora si discuterà in Consiglio la legge di riforma della Sanità. A Milano, intanto, tiene banco la vicenda stadio
È iniziata la “maratona” del Consiglio regionale per la discussione della legge di riforma della Sanità presentata da Letizia Moratti. Sedute quotidiane (no weekend) e possibile seduta fiume il 26 novembre, deadline prevista per il dibattito. Potrebbe sembrare una questione tutto sommato tecnica, ma, a parte l’incidenza sulla vita e i bisogni dei cittadini, la riforma della Sanità è destinata a essere la più importante partita politica lombarda da qui alle elezioni del 2023. Dopo i pasticci di gestione del primo periodo Covid, Moratti è corsa ai ripari.
Vinta la partita sui vaccini, la sua riforma punta soprattutto a rivedere la medicina territoriale, senza alterare gli equilibri pubblico-privato. Proprio contro questa impostazione si muove la sinistra (Beppe Sala ha riunito i principali sindaci di sinistra per lanciare la battaglia proprio sulla medicina territoriale), giudicata una “modesta manutenzione” della legge attuale, e il punto di scontro è ovviamente un cambio di indirizzo per la gestione della Sanità privata. Con la situazione pandemica non ancora risolta e la pioggia di soldi in arrivo del Pnrr, quella della Sanità sarà una sfida cruciale.
La Giunta di Milano ha dato l’ok di massima (dichiarazione d’interesse) per il nuovo stadio, ma nei prossimi giorni la vicenda rischia di farsi ancora più ingarbugliata. I Verdi, scavalcati in Giunta dall’ok al progetto (l’assessora all’Ambiente Grandi è uscita dall’aula) chiedono un pubblico dibattito cittadino per rimettere in discussione da capo tutto. Il loro intendimento (e di molto Pd) è semplicemente bloccare il progetto. Quello di Sala è attendista, sa che il nuovo stadio porterebbe tanti milioni in oneri di urbanizzazione, con cui mettere mano al quartiere. I club puntano a non rimetterci troppo, o potrebbero rinunciare. Quello che i rosso-verdi dovrebbero capire è che, senza nuovo stadio, i soldi per rifare il quartiere rischiano di non esserci.