Gran Milano
Spiga dei russi. L'evoluzione immobiliare della Milano bene
Chi sono i nuovi compratori delle case di pregio tra Brera e Montenapoleone? Lo racconta chi li conosce bene
Il nome non lascia dubbi, l’indirizzo nemmeno. Via della Spiga Wonderful Houses si occupa di immobili di pregio “e non di prestigio”, precisa Maurizia Serra, ceo di un’agenzia leader in questo settore di alto livello. “La parola prestigio non mi piace. Il pregio può essere confuso con il prestigio che non è la stessa cosa”. Confine espressivo molto sottile. “La mia agenzia tratta immobili di pregio, parole come lusso e prestigio siamo quasi obbligati a usarle nei siti per via della ricerca automatica. Ma nella mia pubblicità non le troverà mai”. Certo, la Wonderful Houses (“avevo la canzone Wonderful Life nel telefonino e mi ha ispirata, cercavo qualcosa di immediato dopo Via Spiga che desse un senso di internazionalità e aggiungere Case Belle mi sembrava milanese e basta”) chi la vuole trovare la trova, eccome. Lo dicono i fatti: gli stranieri ricominciano a investire in immobili a Milano e in particolare i russi, alla perenne ricerca dell’Italian style.
“Pre-Covid erano assolutamente meno le persone che arrivavano in Italia per investire. C’è stato un boom dal 2016 fino alla fine del 2018 dove la preferenza era sempre per immobili sui laghi o in Versilia. Arrivavano già sapendo cosa volevano investendo cifre importanti, dai due milioni in su, e chiedevano ville. Per noi italiani e in particolare per noi milanesi, ai laghi ci andavano i nonni: località molto meno amate dai giovani. Mentre i russi hanno apprezzato subito il lago di Como. Ma hanno investito anche sul lago Maggiore, Stresa è internazionale. Meno sul lago di Garda, che rimane sempre luogo austriaco e tedesco“. E a Milano? “Hanno acquistato molto perché difficilmente un russo cerca una casa in locazione, magari lo fa per il primo anno quando deve comprendere meglio in che punto stabilirsi ma poi investe nell’acquisto e anche qui il budget va dai due milioni in su per appartamenti: mai bilocali. Per investimento o per viverci? “Non è il milanese che investe per affittare ma la persona che compera per il proprio uso. Un russo arriva anche per mesi di lavoro e acquista. Non uffici ma residenziale”. Zone predilette? “Le nuove generazioni russe iniziano ad apprezzare quello che è moderno. Ma piace anche Brera, e i quarantenni apprezzano la zona Castello Sforzesco“.
Ma i russi chi sono? “Sono degli industriali, spesso lavorano nell’energia, non sono professionisti. Arrivano da un mondo che non ti raccontano più di tanto, lo intuisci, sono piuttosto chiusi. Chi dipende dal governo non può acquistare direttamente, lo deve dichiarare. Ogni volta che si arriva all’atto serve l’interprete in duplice lingua”. La cifra più alta spesa per un appartamento a Milano? “Otto milioni e mezzo, stracentro e pagati senza batter ciglio”. Solo russi? “No, anche americani. Ma loro solo nel business, investimenti non solo immobiliari ma di società. Ad esempio, da questo punto di vista, i francesi hanno acquistato metà Montenapoleone, però è un mercato che esula da quello che trattiamo noi. Via Spiga 26, ex palazzo Innocenti, è stato acquistato da americani”. Cosa ci faranno? “Non sarà una destinazione solo residenziale. Anche uffici, alberghi. Passando si vedono delle gran belle foto ma non capisci cosa sta avvenendo. Invece in via Spiga 5, precedentemente di proprietà del Pio Albergo Trivulzio, dove abitavamo Carla Fracci, io e all’ultimo piano la figlia di Ligresti con lo show room, messo all’asta e acquistato da una società italiana da cinque anni, finalmente verrà inaugurano la settimana prossima con il negozio di Ralph Lauren”.
Lei abitava in via Spiga, com’è adesso? “Ora tutto è cambiato. Lì è sempre tanto difficile trovare appartamenti al di là del prezzo. Chi ce l’ha se lo tiene o se per caso avesse voglia di venderlo lo dice al vicino a una cena e il gioco è già fatto”. Una conoscenza profonda del mondo degli immobili che non nasce per caso. “Ho quarant’anni di ‘marciapiede’, di quelli del centro, di pettegolezzi non ne ho mai fatti, guai, con il mio lavoro vorrebbe dire smettere domattina. Con le più belle famiglie milanesi ci conosciamo tutti e a me si affidano al bisogno. Soprattutto dico di vendere perché la mia problematica è sempre quella della lunga lista d’attesa per l’acquisto e molto meno per la vendita, è la nostra spina nel fianco. Occorrerebbero molti più immobili da vendere per soddisfare le tante richieste. Nella lista d’attesa ci sono anche tanti italiani”.