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Quarto Oggiaro story. Come rinasce (con Gi Group e comune) il lavoro per i giovani
La periferia degli anni Settanta è un ricordo lontano: oggi il comune di Milano ha deciso di trasformare il quartiere in un incubatore per l'imprenditoria con una particolare valenza sociale
Non è più la frontiera, Quarto Oggiaro. Quartiere noto, negli anni Settanta del secolo scorso per lo spaccio e le case popolari occupate, preludio per tragiche avventure “antagoniste”. Di quella Quarto Oggiaro è rimasta un po’ di letteratura nostalgica, e un po’ di problemi che hanno cambiato prospettiva. Proprio là in fondo – dove Antonio Iosa (Dc da sempre), animatore instancabile del circolo Perini, prese due proiettili nelle gambe, sparati dalle “sedicenti” Brigate rosse – a pochi passi dal gasometro della Bovisa, dietro la Comasina, oggi il quartiere sta cambiando pelle. Il comune di Milano l’ha iscritto d’ufficio tra le periferie da salvare. Palazzo Marino sta pensando anche di portare nel centro sociale di via Aldini una delle Case di comunità della nuova riforma sanitaria. Ma le novità più importanti riguardano i giovani, troppo spesso ostaggio del malaffare che, ancora oggi, si nasconde in fondo a via Amoretti.
Gi Group, la prima multinazionale italiana del lavoro, ha deciso di aprire proprio a Quarto Oggiaro il Training Hub, uno spazio interamente dedicato alla formazione. L’hub – 5.000 metri quadri di struttura in via Amoretti – ha già reclutato cinquecento ragazzi che potranno ricevere gratuitamente servizi di orientamento e seguire corsi “su misura” in modo da acquisire le competenze che le aziende cercano. Francesco Baroni, country manager di Gi Group Italia spiega: “Oggi per essere efficaci nella formazione bisogna da una parte avere l’opportunità di avere laboratori e attrezzature, dall’altra poter incontrare con i ragazzi e con chiunque si cimenta con la formazione proprio per affiancare alla formazione tecnica e l’educazione al lavoro”.
Tre le macro-aree: orientamento, training e continuous learning. Il Training Hub ospiterà anche partner che si impegnano ogni giorno per costruire percorsi di formazione orientati all’occupazione, a cominciare da Aslam, ente formativo accreditato presso la regione, e Assopellettieri, il comune di Milano ha deciso da tempo di trasformare villa Schreiber in un incubatore per il lavoro. Dopo l’esperienza di FabriQ – importante laboratorio che ha fatto crescere decine di startup, collegato alla fondazione Brodolini – ora da Palazzo Marino puntano al sostegno dell’imprenditoria, ma con una particolare valenza sociale: imprese del Terzo settore, del non profit, o la cui attività abbia per oggetto beni o servizi di utilità sociale per il quartiere e la città. L’incubatore di Quarto Oggiaro avrà sede in via Val Trompia 45, uno spazio interamente ristrutturato nell’ambito del Programma di iniziativa comunitaria Urban per il rilancio dell’area nord-ovest di Milano. È la direzione scelta dall’amministrazione Sala: trasformare le periferie a partire dalle esigenze dei più giovani e delle famiglie in difficoltà.