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Intervista ai Magi
Dal 1336 a oggi, in cammino per Milano in occasione dell’Epifania. Chi sono i protagonisti (volontari) dell’antico corteo di Sant’Eustorgio. "Continuiamo ad andare alla ricerca di ciò che riteniamo sia la verità soprattutto attraverso una forma missionaria"
Pigi Castiglioni è Gaspare da trent’anni. Franco Bilardi è Melchiorre da 15. Ultimo arrivato, Jean Claude, nel ruolo di Baldassarre. I Re Magi sono oggi, come dal 1336 (lo testimonia un documento nel libro del frate Allegranza) in corteo a Milano in occasione dell’Epifania. Il corteo, fino a due anni fa, attraversava le strade del centro, da piazza del Duomo a piazza Sant’Eustorgio con il devoto omaggio dei Magi a un presepe vivente. Le cose son cambiate causa virus ma non l’entusiasmo di organizzatori e partecipanti. “Ho iniziato a frequentare la parrocchia di Sant’Eustorgio nel 1990 – racconta “Gaspare” Castiglioni che a fine mese compirà ottant’anni – all’inizio ero un figurante, poi responsabile dei vestiti, tenevo i contatti con la casa d’arte Arte Fiore che ci dava gli abiti. Dopo un paio d’anni sono diventato uno dei Magi e se non dovessi farlo più mi mancherebbe tanto. Sto rileggendo un libro scritto da don Paolino Spreafico del 1970 dove c'è tutta la storia dei Magi”.
Sono sempre stati i volontari, vestiti di preziosi costumi d’epoca, a tenere alta la tradizione che vuole rievocare il cammino fatto dai Magi alla ricerca del Bambino con l’omaggio finale alla Sacra Famiglia dei doni che la storia ci ha tramandato: oro (regalità di Gesù), incenso (divinità di Gesù) e mirra (preannuncio della sua passione). L’appuntamento è arrivato quasi ininterrottamente fino ai nostri giorni, sospeso da San Carlo ai tempi della peste, in seguito fatto riprendere da Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, e da allora mai più interrotto.
Il Covid è la seconda pandemia che ha cambiato il tragitto, non più per le strade ma all’interno della basilica. “Non potremo fare il solito percorso tra la gente con i bambini che ci seguivano festosi. Era una vera emozione. Ora ci troviamo nell’oratorio aspettiamo finisca la messa, passiamo dalla sala capitolare, entriamo dal retro della basilica per la navata arrivando fino in fondo con il portone aperto, dove ci sarà re Erode (Gino Cantagallo). Ci inginocchiamo, lasciamo i doni e andiamo a sederci”.
Una volta partecipavano fino a 150 figuranti, questa volta saranno in 45. “Siamo in forma ridotta – spiega Franco Bilardi – ma in questo momento di grande confusione sui temi religiosi continuiamo ad andare alla ricerca di ciò che riteniamo sia la verità soprattutto attraverso una forma missionaria. Il nostro passare per le vie della città era importante. Molta gente non sapeva cosa stessimo facendo e ci facevano tante domande: le nostre risposte erano una forma di evangelizzazione”.
Per tutelare quella che è considerata una delle tradizioni più antiche di Milano, è nata anche l'associazione Amici dei Magi, collegata al sito magorumfriends.it. Che mette l’accento sulla Basilica di Sant’Eustorgio: una delle chiese più antiche di Milano, che sorge nell’area di un’importante necropoli di epoca romana e paleocristiana. Il vescovo Eustorgio nella metà del IV secolo, ottenne le reliquie dei Magi dall’imperatore di Costantinopoli e le portò a Milano, dove furono conservate in basilica. Caduta la città nel 1162, per mano dell’imperatore Federico Barbarossa, le reliquie vennero portate a Colonia – il suo duomo va famoso proprio per l’Arca con le reliquie dei Magi – per tornare, ma solo in parte, a Milano nel 1903 grazie al Cardinal Ferrari.
Simbolo dei Magi è la stella a otto punte collocata sulla cuspide del campanile, il più alto della città, dove è posto l’orologio pubblico più antico d’Italia. Il 12 gennaio, al Comune di Bresso, si parlerà di tutti i pittori del ’900 che hanno dipinto i Magi. Con incredibili scoperte, come quella di Andy Wharol, devoto credente che si è occupato dei Magi, oltre che della celeberrima “Ultima Cena”.