Il superbonus? Fa bene alle case popolari (se ci fosse tempo)
“Nell’area metropolitana abbiamo oltre 500 edifici risalgono agli anni 60-70 che con il tempo sono diventati energivori”, dice Domenico Ippolito dg di Aler Milano. Ma la strada per la riqualificazione è irta di difficoltà
Nonostante la proroga per il bonus 110 per cento per l’efficientamento energetico, per gli istituti che gestiscono le case popolari è partita una corsa contro il tempo. La nuova deadline è fissata per il 31 dicembre 2023, sempre che al 30 giugno 2023 si sia raggiunto almeno il 60 per cento dei lavori. Una boccata d’ossigeno per Aler, il maggiore gestore del patrimonio edilizio in città, al quale si offre l’opportunità di una riqualificazione a costo zero: “Nell’area metropolitana abbiamo oltre 500 edifici – spiega al Foglio Domenico Ippolito, direttore generale di Aler Milano – che risalgono agli anni 60-70 che con il tempo sono diventati energivori”.
Considerata la vetustà, si punta a dotare del cosiddetto “cappotto” tutti gli edifici per consentire di acquistare almeno due classi energetiche, secondo quanto prevede il decreto del 2020. Un obiettivo su cui in viale Romagna si lavora consapevoli che la strada è irta di difficoltà: “Ci troviamo con edifici tutti eguali, in quanto all’epoca venivano progettati tutti allo stesso modo – dice Ippolito – questa replicabilità è un valore aggiunto perché ci consente di ridurre i tempi. I problemi arrivano dal mercato: le imprese che dovrebbero partecipare ai bandi fanno fatica a reperire gli strumenti, come i ponteggi, e in misura maggiore a trovare manodopera”.
Al momento solo il 10 per cento delle case Aler ha la garanzia di usufruire del bonus. Per l’altro 90 restano due anni, un tempo che potrebbe rivelarsi insufficiente, ammette lo stesso Ippolito: “Una prima iniziativa, sperimentale, che prevedeva 60 milioni per 50 palazzine è andata bene: il bando è stato aggiudicato. Una seconda gara, dello scorso settembre, è stata meno fortunata, si sono presentanti pochi partecipanti, a mio avviso frenati dall’incertezza sulle tempistiche: adesso facciamo affidamento su un nuovo bando, pubblicato il mese scorso, che riguarda 296 edifici per oltre 8 mila appartamenti”.
Ma non basta, per completare la riqualificazione Aler punta sul Pnrr che prevede interventi a favore delle case popolari, come dimostrano i 20 milioni per le case Erp di via Rizzoli stanziati nei giorni scorsi. In questo contesto trova poco spazio la polemica secondo cui il bonus favorirebbe le fasce più abbienti della popolazione: “Mi sembra un provvedimento utile per l’economia – dichiara Ippolito – che avrà ricadute importanti sotto il profilo ambientale perché ci sarà un risparmio energetico e migliorerà la qualità dell’aria. Dal punto di vista sociale faccio notare che gli inquilini delle case Aler avranno benefici immediati poiché le bollette subiranno un ribasso: la vera criticità riguarda i tempi, entro dicembre del 2023 dovremmo terminare la costruzione di oltre 500 edifici, è un compito tutt’altro che semplice, per cui auspico che il governo stabilisca un nuovo termine che ci consenta di portare a compimento l’opera di riqualificazione”.
Anche MM, che gestisce gli alloggi del Comune, ha avuto i suoi problemi. A differenza degli altri enti ex Iacp, fino all’anno scorso non poteva usufruire dei benefici fiscali per l’efficientamento energetico. Oggi la società sta portando avanti una procedura per individuare con le imprese le soluzioni migliori per l’affidamento dei progetti: i primi interventi sono previsti per giugno 2022 inoltre, come per Aler, sono allo studio altri strumenti per conseguire il superbonus.