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Gran Milano

(Ri)piange la fiera. Il Salone del Mobile e gli altri rinvii rallentano la corsa di tutti

Daniele Bonecchi

La manifestazione sul design più importante al mondo slitta da aprile a giugno a causa di Omicron, ma non sarà l'unica a cambiare data per garantire la sicurezza. Ma dal successo dell'evento, che coinvolge molti altri settori oltre al legno-arredo, è findamentale per tutto il mondo delle fiere

Certo, Omicron sconsiglia vivamente grandi eventi e fiere ma il mercato ha le sue regole, non può comandare solo la pandemia. Così, anche HOMI, il Salone degli stili di vita, dedicato al mondo dell’abitare e della decorazione per la casa in programma nel mese di gennaio, ha deciso di posticipare dall’11 al 14 marzo 2022. Mentre il rinvio della Borsa internazionale del Turismo (da febbraio ad aprile) è risuonato come una tromba che intona il Silenzio d’ordinanza, il rimbalzo del Salone del mobile (e del Fuorisalone che puntava su settembre) ha invece creato più di un malumore. Anche perché il settore mobile-arredo tira e non sembra voler cedere di fronte al Covid, e inoltre il Salone è il più grande traino del settore fieristico, che stava iniziando a rialzare la testa dopo due anni duri. Meglio un rinvio che il nulla, però. Questo lo riconoscono tutti.

 

Le nubi del settore mobile, virus a parte, sono legate soprattutto al costo dell’energia e dei noli marittimi, visti come le maggiori incognite di un 2022 che inizia sull’onda di un 2021 decisamente brillante: “Il monitoraggio sui primi nove mesi del 2021 – spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo – ci parlava di una crescita del 15 per cento sul 2019. Mantenendoci prudenti, e considerati gli effetti della stretta sulle forniture, il dato di fine anno dovrebbe essere compreso in una forbice tra il +10 e il +15  per cento”. Sarà quindi una crescita a doppia cifra sull’ultimo anno pre Covid. Numeri che non si spiegano soltanto con gli effetti del superbonus, degli altri incentivi all’edilizia e del bonus mobili: che comunque “hanno pesato e che hanno portato a una crescita del 18  per cento sul mercato interno, rispetto al +11 per cento dell’export”.

 

Ma i rincari delle materie prime e in particolare del gas, che proseguendo sulle attuali quotazioni potrebbero addirittura indurre a stop produttivi per alcune realtà più sensibili al costo della bolletta, sono una tagliola: “Il rischio – commenta Feltrin – c’è ed è connesso anche alla tipologia dei contratti di fornitura, legati all’andamento delle quotazioni sui mercati energetici. L’augurio è che la corsa dei prezzi possa fermarsi, anche attraverso nuovi accordi con Russia e Usa. Ma con queste quotazioni del gas potrebbe non bastare”. 

 

Quella del legno-arredo è una filiera che rappresenta uno dei settori manifatturieri italiani più importanti, ed è una filiera economica integrata: dalla materia prima al prodotto finito per un flusso di prodotti ad alto valore. La forte propensione all’estero si è rafforzata in modo costante negli ultimi 10 anni, divenendo centrale nella promozione del made in Italy. E’ proprio per questo che le parole di Luca Palermo, amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano, sono andate di traverso a qualche impresa: “L’edizione dello scorso settembre ha sancito la ripartenza del sistema fieristico. Vogliamo che questa sia l’edizione della conferma della rinascita del paese. Il Salone del Mobile di Milano si svolgerà nel pieno rispetto delle regole e dei protocolli sanitari emanati a livello nazionale. Fiera Milano vuole continuare a essere un modello di riferimento per il settore e per il business delle imprese”, ha spiegato Palermo, spostando con ciò il Salone della 60esima edizione dal 7 al 12 giugno, anziché dal 5 al 10 aprile come originariamente programmato.

 

Feltrin ha dovuto abbozzare, con un occhio soprattutto ai mercati internazionali: “Stante l’evolversi della situazione pandemica si è reso necessario lo slittamento di due mesi. Una decisione che permetterà lo svolgimento della fiera in totale sicurezza e, a tutti i buyer, non solo italiani ed europei, di vedere dal vivo il meglio delle creazioni delle aziende del design la cui alta adesione dimostra quanto il settore riconosca alla manifestazione il grande valore in termini di posizionamento e di business. Preservare il valore internazionale del Salone del Mobile, la fiera del design più importante al mondo che ha proprio nell’export il suo core business, significa infatti consentire alle nostre aziende di incontrare clienti già acquisiti e potenziali, creando i presupposti affinché le nostre esportazioni continuino a crescere”. Gli operatori, gli allestitori e la logistica osservano con fiato sospeso: il successo del Salone, seppure posticipato verso l’estate, è fondamentale per tutta la fieristica. 

 

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