Gran Milano
Non c'è solo il Salone, Milano e Parma fondono le Fiere del food
Non si tratta di una semplice partnership commerciale ma di un accordo che coinvolge le strutture societarie. Un primo segnale di consolidamento del settore fieristico italiano che sta cercando di reagire alla crisi generata dalla pandemia con nuovi modelli di business
Da qualche giorno si sente parlare di un accordo tra le fiere di Milano e di Parma nel settore agroalimentare. Ma non si tratta di una semplice partnership commerciale, di una trovata di marketing per mettere insieme culatello e polenta. C’è molto di più. L’operazione allo studio coinvolge le strutture societarie, con Fiera Milano che si accinge a diventare socio di Fiere di Parma, e appare come un primo segnale di consolidamento del settore fieristico italiano che sta cercando di reagire alla crisi generata dalla pandemia con nuovi modelli di business. L’indiscrezione è emersa da un articolo della cronaca di Parma di Repubblica di qualche giorno fa, che citava l’iniziativa del commissario straordinario della Camera di Commercio, Andrea Zanlari, il quale in occasione della recente assemblea di Fiere di Parma avrebbe indicato come punto saliente all’ordine del giorno il progetto nel food con Milano.
All’inizio di pensava si potesse trattare di un’iniziativa volta a creare sinergie tra le due principali manifestazioni del settore, TuttoFood (Milano) e Cibus (Parma). Ma nel documento della Camera di Commercio c’è scritto, in sintesi, che l’alleanza che oggi appare focalizzata solo sul comparto alimentare, in futuro potrebbe essere estesa a altri settori nei quali le due società operano, come turismo, florovivaismo, trasformazione alimentare e meccanica. La notizia ha fatto rumore perché si è capito subito che l’operazione è in fase avanzata e vede già una squadra di consulenti e advisor al lavoro sulla struttura finanziaria per passare dalle parole ai fatti.
Nel dettaglio, l’ipotesi sarebbe quella di promuovere un aumento di capitale di Fiere di Parma nel cui ambito Fiera Milano potrebbe conferire il ramo d’azienda costituito proprio da TuttoFood. Dopo l’indiscrezione di stampa, la società milanese guidata da Luca Palermo ha confermato che sono in corso “approfondite analisi” per una partneship con l’ente parmense, ma ha precisato che “la potenziale operazione non è stata ancora oggetto di delibera approvativa da parte degli organi delle rispettive società in quanto sono ancora in corso le opportune verifiche sulla fattibilità”. In altre parole, l’alleanza Milano-Parma nelle fiere è una prospettiva molto concreta, ma manca ancora qualche tassello per completare il quadro. Una certa cautela è comprensibile considerato che Fiera Milano è quotata in Borsa, anche se la notizia è stata a accolta con favore dagli analisti che seguono il titolo. L’idea che le due società lavorino a un rafforzamento del proprio posizionamento internazionale in un settore strategico del made in Italy come quello alimentare, attraverso la creazione di una grande fiera che metta insieme il meglio di TuttoFood e di Cibus, è visto con favore. Inoltre, il perdurare della pandemia rende sempre più pressante l’esigenza di individuare nuove strade per stare sul mercato, compresa l’implementazione di eventi digitali che, però, non riescono a compensare le perdite di quelli in presenza.
È di qualche giorno fa la decisione di rinviare a giugno il Salone del Mobile, dopo che l’edizione del 2020 era stata cancellata e quella dello scorso anno ridimensionata. Se Fiera Milano – che ha come azionista di controllo la Fondazione Fiera Milano – entrasse nel capitale di Fiere di Parma amplierebbe il suo raggio d’azione nel nord Italia avendo a fianco soci di primo piano della scena finanziaria come il gruppo Crèdit agricole, che della fiera parmense detiene il 34 per cento, mentre il Comune e la Provincia di Parma hanno quote rispettivamente pari al 20 per cento e la Camera di Commercio di Parma del 12 per cento.