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Gran Milano

Il mercato dell'arte non s'è fermato mai un momento

Paola Bulbarelli

Rispetto al 2019 il fatturato registra più 10 per cento. Interessanti le tendenze emergenti: il 41 per cento dei collezionisti è rappresentato da una coppia e i canali di vendita online stanno diventando sempre più importanti anche nel nostro paese

Intanto la ricchezza attraverso la bellezza (e l’arricchimento di tutti, in generale, anche di chi materialmente non possiede) prosegue nonostante i venti di guerra. Collezionisti e valore dell’arte in Italia (edizioni Gallerie d’Italia Skira), seconda edizione, è stata presentata alle Gallerie d’Italia, luogo simbolo dell’impegno del gruppo Intesa Sanpaolo nel mondo dell’arte. E’ grazie alla collaborazione tra le direzioni di Arte, Cultura e Beni storici, guidata da Michele Coppola, e Studi e Ricerca diretta da Gregorio De Felice (chief economist Intesa Sanpaolo), promossa da Intesa Sanpaolo Private Banking (direttore generale Andrea Ghidoni) che nasce questa ricerca che mette in evidenza la situazione del settore. Particolarmente e storicamente vivace in una città come Milano.


Lo studio presenta i profili dei collezionisti e delle tendenze emergenti, lo stato del mercato dell’arte italiano e internazionale, con un approfondimento specifico sull’arte digitale, sugli acquisti online e sul fenomeno più recente, i Non Fungible Token (Nft). “Quando si hanno infrastrutture come le Gallerie d’Italia a Milano, a Napoli, a Vicenza, o quella che presto apriremo a Torino – spiega Michele Coppola – luoghi che ospitano opere di proprietà, quelle opere diventano elemento identitario dell’impegno a favore  dell’arte e della cultura che il gruppo condivide non solo con interlocutori pubblici e soggetti privati ma con una vasta comunità internazionale. Questa è la continuità di un lavoro che aggiunge qualità e quantità. Con questa ricerca mettiamo a disposizione numeri puntuali, verificati, informazioni che sono utili per scegliere i comportamenti che si devono avere”.

 

Realizzato in collaborazione con Artissima Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino, di cui Intesa Sanpaolo è main partner, il focus dell’indagine si avvale di un campione di ben 256 collezionisti e si sviluppa concentrando la propria attenzione su due macro tematiche: gli effetti del Covid-19 sulle strategie d’acquisto e sull’evoluzione della struttura del sistema nel suo complesso; la tracciabilità delle principali evidenze e la scoperta delle attese del mercato dell’arte contemporaneo, con i suoi protagonisti consolidati e quelli emergenti. Le principali novità della seconda edizione del rapporto hanno messo in evidenza diversi aspetti. Come la presenza di collezionisti femminili sia notevolmente aumentata; ruolo importante è stato svolto dalle coppie che insieme hanno preso decisioni per strategie d’investimento e di collezioni tanto che il 41 per cento dei collezionisti è rappresentato da una coppia.

 

Il 50 per cento del mercato avviene in tre città italiane: Milano, Torino e Roma. Il fatturato è stato in rialzo non solo rispetto al 2020:  guardando al 2019 si deve registrare un più 10 per cento. I collezionisti, per gli acquisti, utilizzano sia metodi tradizionali come le gallerie e le fiere e, chi è più eccentrico, si occupa di cripto arte e blockchain. La grande novità del mercato sono i canali di vendita online che stanno diventando sempre più importanti anche nel nostro paese. Si moltiplicano i prezzi in chiaro che assicurano più trasparenza e si allarga la platea di chi partecipa alle aste, un bene anche per gli autori per farsi conoscere, e cresce fortemente il numero delle transazioni. Le scelte sono molto meno dettate dalla emotività ma spesso dietro ci sono delle vere e proprie strategie d’investimento. Stanno crescendo i giovani, non come in California e Silicon Valley, ma anche in Italia, i cosiddetti “young collector” sta decisamente aumentando.  La maggioranza dei collezionisti acquista in media ogni anno meno di 10 nuove opere e il budget per le acquisizioni, nell’85 per cento dei casi, rimane inferiore ai 100 mila euro, prediligendo opere d’arte contemporanee e/o post-war, mentre solo una minoranza raccoglie arte moderna. L’86 per cento dei collezionisti provvede autonomamente alla gestione della propria collezione e solo l’8 si avvale di un consulente o di servizi di art advisory. (Pa. Bul.)

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