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Come cambierà la Lombardia dopo l'Opa di Fratelli d'Italia
Il partito di Giorgia Meloni continua a crescere, mentre Forza Italia e Lega calano nei consensi. E così nel centrodestra potrebbero cambiare molti equilibri dopo le prossime elezioni regionali lombarde
Se in guerra e in politica bastassero i numeri, i matematici governerebbero il mondo. E’ pur vero però che i numeri contano, eccome, e la politica si fa anche con il pallottoliere – come ha insegnato per decenni Silvio Berlusconi. Dunque, Giorgia Meloni, la donna che ha l’hype del momento, due calcoli può iniziare a farseli, considerati i sondaggi ormai stabilmente oltre il 15 per cento anche in Lombardia.
Il Foglio, aiutato da un dirigente che vuole rimanere anonimo, ha fatto un po’ di conti sulla forza futura di Fratelli d’Italia in chiave regionali lombarde. da commisurare, ovviamente, non solo con il “momentum” di Giorgia meloni ma anche con lo sgretolamento di Forza Italia e con l’appannamento dell’appeal nazionale della Lega targata Matteo Salvini. E’ più che probabile che, nel confronto interno alla destra, la Lega in Lombardia possa tenere la sua storica forza territoriale, ma lo spostamento dei voti ci sarà, eccome.
Partiamo dal passato. Nel 2018 Attilio Fontana vince con il 49,75 per cento. Un super risultato a fronte di una Lega che aveva il vento in poppa. Fratelli d’Italia invece, arrancava. A Milano, nel collegio Lombardia 1, arrivò al 4 per cento alle politiche, mentre alle Regionali totalizzò il 3,52 per cento. Ce la fece un solo consigliere, l’highlander Riccardo De Corato. A Brescia, miglior risultato con il 4,82 per cento, passò Viviana Beccalossi (poi uscita in polemica con tutti). A Bergamo, con il 3,84 per cento, passò Lara Magoni. Fine dei consiglieri eletti: totale 3. Oggi, in Consiglio, sono però 6. Viviana Beccalossi se ne è andata, ma sono entrati da Forza Italia Federico Romani, Marco Alparone, Paolo Franco e da Italia Viva Patrizia Baffi. In più, essendo stati cooptati in giunta sia De Corato che Magoni, in Consiglio siedono Franco Lucente e Barbara Mazzali.
E allora: quanti consiglieri avrà FdI nella prossima tornata, se i sondaggi dovessero “tenere” e così il bel tempo sul campo meloniano? La risposta è che FdI potrebbe aspirare ad avere tra i 14 e i 15 consiglieri, esattamente quanti ne ottenne quattro anni fa Forza Italia con una percentuale superiore al 15 per cento. Oggi gli azzurri ne hanno 9, avendo ceduto sul campo metà dei consiglieri fuoriusciti alla Lega e metà a Fratelli d’Italia.
Secondo le stime, a Milano potrebbero scattarne quattro. Correranno sicuramente Franco Lucente, Marco Alparone, Riccardo De Corato. Si presenteranno poi le new entry Christian Garavaglia, sindaco di Turbigo, e l’avvocato Maira Cacucci, in forza a Rozzano come assessore. A Brescia, storicamente una delle roccaforti per la destra lombarda, non correrà con Giorgia Meloni Viviana Beccalossi. I colonnelli lombardi sono ancora assai rigidi sull’ex assessore regionale che ne ha dette di tutti i colori in questi anni sui vecchi compagni di squadra. Chi invece si candiderà sarà Cristina Almici, sindaco di Bagnolo Mella, vittima di una inchiesta che prima la fece approdare sulle pagine di tutti i giornali e poi si concluse con una assoluzione piena: malcostume ricorrente e noto. I posti a Brescia saranno tre, probabilmente. In più è da calcolare che almeno un bresciano di FdI dovrà entrare in giunta, quindi si possono ipotizzare quattro caselle. A Monza Brianza, salvo nuovi passaggi da altri partiti, correrà Federico Romani. Monza era stata tra i capoluoghi più ostici per FdI, che aveva ottenuto nel 2018 solo il 2,86 per cento, ben al di sotto della media lombarda. A Varese, città di Attilio Fontana e dove la Lega è sempre andata molto forte (FdI ottenne il 2,94 per cento), potrebbe candidarsi Andrea Pellicini. Coordinatore provinciale di FdI, sindaco di Luini, è figlio d’arte: il padre, scomparso nel 2012, era stato eletto senatore per An nel 1996 e riconfermato nel 2001. A Pavia invece, dove nel 2018 Meloni prese il 3,54 per cento, correrà la capogruppo in consiglio Paola Chiesa. A Lodi verrà riproposta Patrizia Baffi, che nel 2021 venne attaccata fortemente per essere passata in maggioranza dopo l’elezione tra le fila del Pd (segreteria Renzi). “Io sono una renziana di ferro, ma su Fontana la penso diversamente”, disse al suo annuncio di ingresso in Fratelli d’Italia, dopo aver votato contro la mozione di sfiducia a firma Pd e Movimento cinque stelle. A Como invece correrà l’assessore all’Urbanistica Marco Butti, nipote di Alessio Butti, in forza alla Camera, già consigliere comunale del Msi nel 1985.