Dalla “Direttiva uccelli” dell’Ue del 2014 nella quale era imposto il divieto di vendere, acquistare e commercializzare avifauna allo stato selvatico, Brescia ha dovuto rinunciare alla tipica ricetta. Fino all'intervento del Consiglio comunale
Si pensava che fuori dal Pirellone ci fossero masse con bandiere e megafoni a tutelare gli uccelli lombardi. E invece animalisti e ambientalisti si sono ridotti a quattro gatti contro la proposta di legge (votata e approvata) sulla “Valorizzazione della cultura e della tradizione lombarda dello spiedo bresciano e di altri preparati a base di selvaggina”, presentata da Barbara Mazzali e Floriano Massardi. Ma ciò che si credeva sarebbe successo all’esterno, una sorta di guerra civile per tordi e affini, è invece avvenuta tra le alte mura della sala del Consiglio, dove i volatili sono diventati prova di machismo tra contendenti tentati perfino di suonarsele di santa ragione. Cartelloni, manifesti, urla, grida, gente che si è quasi menata: è stato lo show(down) tra consiglieri, tra pro e contrari a reintrodurre un’antica consuetudine gastronomica.
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