gran milano
Volete la pace o i condizionatori accesi? Fatto!
Con le temperature sopra i 30 gradi, i condizionatori sono accesi 24 ore su 24 e Unareti, la società unica per la distribuzione di energia elettrica e gas, ha registrato un aumento dei consumi del 10 per cento sulla scorsa settimana e numerosi blackout. Vogliamo la pace e anche il fresco
Lanciare un ultimatum il 7 di aprile, con l’aria frescolina, era sembrato un azzardo anche per uno come Mario Draghi, una persona che per carattere e storia è quantomai alieno da azzardi e ultimatum. Eppure, al momento, la logica del suo “volete la pace o il condizionatore sempre acceso?”, con cui cercava di fare entrare nella zucca di giornalisti e politici che cosa significasse la parola guerra, che ha i suoi costi, e la scelta di non arrendersi a un nemico, che vuol dire rinunciare al suo gas, era apparsa stringente. Combattere per la libertà vuol dire anche fare sacrifici, e qualche sudata. Poi è scoppiato il caldo padano di giugno. E il risultato è nelle cronache di queste ore: con le temperature sopra i 30 gradi, i condizionatori sono accesi h. 24 e Unareti, la società unica per la distribuzione di energia elettrica e gas, ha registrato un aumento dei consumi del 10 per cento sulla scorsa settimana e numerosi blackout, da pochi minuti a oltre due ore. In zona Linate, e nel nordovest metropolitano e in via Padova. Unareti specifica che il sistema di “controalimentazione” e rialimentazione ha dimostrato di funzionare e di essere una risposta efficiente. Ma da un punto di vista generale, l’indicazione del primo picco di caldo dimostra che la strategia generale della riduzione dei consumi energetici rischia di essere una chimera. E partire col buon esempio dagli edifici pubblici non basta. Vogliamo la pace e anche il fresco.