Gran Milano
Tra scioperi selvaggi e freni alla logistica Milano è fragile. Ma al centro d'Europa
Ancora una volta le parola chiave nello sviluppo della Lombardia si chiamano mobilità e logistica. Quest'ultima fa rima con cargo, un settore che si è dimostrato fondamentale nei momenti di maggiore difficoltà legati alla pandemia e che rappresenta la rampa di lancio per il made in Italy
Milano si consolida come smart city, ma presentano il conto problemi mai risolti. Perché se basta lo smartphone per avere a casa o in azienda (in linea teorica) la spesa, una pizza o un carico di alluminio, c’è ancora chi cede alla tentazione delle piste ciclabili come priorità. La pandemia e la guerra tolgono ossigeno alla crescita e Milano organizza un forum sul “sistema della mobilità che in una città non incide solo sugli spostamenti delle persone – spiega l’assessore Arianna Censi – ma può condizionare profondamente la qualità della vita di tutti i cittadini. La sfida è perciò quella di provare a immaginare nuovi modi di muoversi, cercando di rispondere alla domanda di efficienza, inclusività, sicurezza ma anche alle urgenze di risposta alla crisi energetica, ambientale e climatica”.
Tutto vero, ma la sfida da vincere attraversa il mondo delle merci e delle persone. Mentre, uno sciopero selvaggio dopo l’altro, i tassisti si battono contro la liberalizzazione del servizio (cioè no Uber), perché “il servizio pubblico taxi è fuori dalla direttiva Bolkestein e dunque l'Europa non ne chiede nessuna liberalizzazione”, e la città rischia una paralisi da anni 70, sul versante della logistica l’emergenza si fa sentire pesante. Compresa la carenza di autotrasportatori, segnale di superficie di un sistema bloccato.
Ancora una volta le parola chiave nello sviluppo della Lombardia e di Milano si chiamano mobilità e logistica: merci e persone. E logistica fa rima con cargo, un settore che si è dimostrato fondamentale nei momenti di maggiore difficoltà legati alla pandemia e che rappresenta la rampa di lancio per il made in Italy. Nei giorni scorsi si sono riuniti Assolombarda, Unione Industriali Varese e Sea Milan Airports per un focus su un comparto che ha dimostrato, ancora una volta, di essere un elemento chiave per la ripartenza dell’economia. Tutti d’accordo sulla necessità che Malpensa debba continuare a giocare un ruolo da protagonista in questa congiuntura economica, supportando la logistica e i comparti produttivi e distributivi, per garantire la competitività sui mercati internazionali della nostra industria.
Il comparto ha reagito registrando dati significativi: nel 2021 l'Aeroporto di Malpensa ha rilevato una crescita del cargo del 45 per cento sul 2020 e del 36 per cento sul 2019. Una circostanza che ha portato l’aeroporto ad accogliere circa il 70 per cento della merce in transito negli aeroporti italiani, superando le 740 mila tonnellate previste nelle stime del Masterplan fra il 2024 e il 2025. E questo la dice lunga sulle esigenze di investimento e di sviluppo del cargo aereo per Malpensa, in coerenza con l'aggiornamento del Piano Nazionale degli Aeroporti avviato da Enac. “Il mercato del cargo è un asset strategico per tutto il territorio e per il paese”, spiega Armando Brunini, amministratore delegato di Sea. Ma il tema interessa da vicino, naturalmente il mondo delle imprese. “Il settore cargo aereo è strategico per la ripartenza dei nostri territori ed è stato decisivo durante la pandemia grazie alla sua capacità di adattamento e resilienza – conferma il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada – e dato il valore oggettivo del comparto, abbiamo molte perplessità sulla scelta di non prevedere risorse nell’ambito del Pnrr per lo sviluppo degli aeroporti. Le necessità di ripensare le supply chain internazionali non possono prescindere da un attore fondamentale come Malpensa. Dobbiamo avviare una profonda rivisitazione e revisione delle catene globali del valore e delle dinamiche di scambio internazionali, mettendo ancora di più al centro il trasporto aereo”. Uno degli attori principali del cargo di Malpensa è il principale hub dell’Europa del sud di Dhl Express, connesso direttamente con la principale rete mondiale di destinazioni aeree del gruppo, che consente alle imprese dell’area, della Lombardia e del nord Italia, di raggiungere fino a 220 destinazioni in tutto il mondo in 24-48 ore. Con 110 milioni di euro di investimento stanziati da Dhl solo per lo scalo varesino nel corso degli ultimi anni, il cargo di Malpensa rappresenta un punto di forza dell’economia lombarda e della città di Milano.