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Trenord e trasporto regionale, due grane vere per il centrodestra

Daniele Bonecchi

La mobilità locale continua a rappresentare un nervo scoperto e molto infiammato per la giunta Fontana, anche se fin qui il tentativo è stato quello di tenere bassa l’attenzione. Ma il tema, in vista delle elezioni regionale del 2023, è destinato a diventare centrale. Tra polemiche, sondaggi e contro-indagini 

Elezioni regionali alle viste con rebus candidato anche a destra (sarà Attilio Fontana, ma quanto costerà l’ira funesta di Letizia Moratti?). La Sanità lombarda è stata (dalla vicepresidente e assessore al Welfare) rimessa quasi in sesto, anche se la riforma è tutta ancora da rodare. Ma c’è un altro un nervo scoperto e molto infiammato per la giunta Fontana, anche se fin qui il tentativo è di tenere bassa l’attenzione: si chiama Trenord. Un problemino non da poco. (I politici più attenti nella sinistra, come il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, proprio nell’intervista a questo giornale, sanno benissimo che una delle maggiori criticità della Lombardia è il sistema del trasporto pubblico).

A risolvere qualcosa la Regione, che controlla Trenord, ci ha provato anche con una manciata di nuovi treni – i famigerati Donizetti, Caravaggio e Colleoni – ma i disservizi, le quotidiane cancellazioni e i ritardi, che superano ampiamente i benefici di qualche convoglio in più – che del resto non ha prodotto un sensibile aumento delle corse – sono come una epidemia ancora senza vaccino. Durante l’estate è scoppiato anche il caso dei binari del Passante ferroviario rimasto bloccato per settimane “per un consumo anomalo delle rotaie” (immaginare i commenti degli utenti) con tanto di intervento della Procura. 

 


Con le difficoltà di Trenord va in scena anche l’eterno balletto con Rfi, che gestisce assieme a Fnm l’infrastruttura ferroviaria (cioè binari e stazioni) piuttosto vetusta su quasi tutti i tracciati e con molti acciacchi. Mentre proprio Fnm, col nuovo payoff “La vita in movimento”, oltre ad aver ereditato, grazie alla Regione, la gestione delle autostrade lombarde (Milano Serravalle) che garantiscono entrate significative, si lancia nelle acquisizioni: con 2,5 milioni di euro ha deciso di entrare col 33,33 per cento in Sportit, Pmi innovativa attiva con il brand Snowit, il principale marketplace per la vendita integrata di skipass online, servizi correlati allo sci ed esperienze legate al mondo della montagna nelle principali località sciistiche europee. Un’operazione business in vista delle Olimpiadi invernali, legittima e in linea di principio interessante, anche se la Valtellina chiede a gran voce più strade e treni, invece che skipass. E soprattutto gli utenti regionali vorrebbero vedere più investimenti nella manutenzione delle stazioni, spesso sotto i limiti di guardia.

 

Come se non bastasse Trenord ha scodellato un sondaggio (realizzato nel secondo semestre 2021) sulla qualità del servizio che ha mandato in bestia i pendolari: l’81 per cento sarebbe soddisfatto del servizio ferroviario. Ma il risultato boomerang è stato quello di mettere assieme tutte e 23 le associazioni e i comitati pendolari che accusano “Rfi e Trenord di ritardi e soppressioni: cavi elettrici che cadono, passeggeri abbandonati a se stessi, passaggi a livello guasti, binari e rotaie che si usurano, centinaia di corse del passante ferroviario di Milano cancellate con rimpalli di responsabilità reciproci”. Scende in campo – ovviamente – anche la Cgil, che ha promosso un contro-questionario sondaggio rivolto proprio ai pendolari: “Entro il 2023 – spiega Luca Stanzione, segretario regionale della Filt Cgil – la Regione dovrà decidere sul contratto di servizio di Trenord ma mi sembra ci sia una certa confusione sul modello da proporre, anche in relazione alla qualità del servizio”. E il 2023 sarà appunto anno di elezioni.

“Occorre cambiare: il treno deve offrire un servizio capillare come la metropolitana, deve toccare più punti possibile, per servire una platea più vasta. Poi c’è il tema delle strutture e occorre tenere conto che in Lombardia la rete ferroviaria viaggia al 50 per cento ancora a binario unico e quando si ferma un treno la linea resta bloccata. Servono risorse e volontà politica per cambiare profondamente. Oggi non basta dire che Trenord non funziona. Oggi col questionario vogliamo raccogliere le esigenze dei viaggiatori (pendolari e studenti), poi a marzo faremo la nostra proposta di riforma del servizio”.
 

Anche gli studenti della regione dicono la loro, con un questionario che ha già raccolto quasi tremila risposte. Solo il 39 per cento riesce a raggiungere scuola e università col Tpl e l’11 per cento considera il trasporto pubblici inadeguato (sufficiente invece per il 48 per cento). Nella top ten dei disservizi gli studenti mettono ai primi tre posti: i ritardi, la sicurezza negli orari serali, le condizioni igienico sanitarie dei treni. Gli studenti più affezionati al servizio Trenord spendono 650 euro l’anno per raggiungere scuola e università.
 Alessandro Pagano, segretario della Cgil regionale, spiega: “Ai nostri interlocutori, sia le aziende (Trenord ndr) che Regione Lombardia, chiediamo una progettualità perché hanno la responsabilità di offrire un servizio pubblico e di prendersi cura dei lavoratori e degli utenti. Vanno utilizzate al meglio le risorse disponibili con la prospettiva di aumentarle, perché il trasporto è un diritto per chi studia, per chi lavora, per chi un lavoro non ce l’ha e ha bisogno di spostarsi per cercarlo, per chi è in pensione. Il trasporto locale è welfare non business. Le risorse a disposizione sono quelle che sono e allora l’intervento dev’essere ad ampio raggio e riguardare sia gli utenti che i lavoratori”, conclude Pagano. A marzo, in tempo per la campagna elettorale delle regionali, il questionario sarà ultimato. Ed se superfluo notare l’uso in chiave politica di questi strumenti, non è inutile suggerire a chi ha oggi la responsabilità del trasporto regionale di mettere a tema idee e progetti per migliorare i servizi in vista delle elezioni. Se ce ne sono già, saremo lieti di farli conoscere.
 

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