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Piano per le infrastrutture in Lombardia, la sinistra sta affilando le idee
Il punto debole Trenord, l’asse con Atm, la Centrale in difficoltà, l’errore Pedemontana. Gigi Ponti spiega le mosse
"Andrebbe rivisto l’intero sistema ferroviario regionale: adeguamento tecnologico, raddoppio di molte tratte, ammodernamento di molte stazioni anche in termini di sicurezza”, dice al Foglio Gigi Ponti, consigliere regionale Pd, già presidente della provincia di Monza-Brianza. “Andrebbe poi rafforzata l’integrazione tra ferro e gomma nel Tpl, che ha bisogno di infrastrutture proprie. Bisogna guardare avanti”, insiste l’esperto Pd per le infrastrutture. Che il nodo da sciogliere siano i treni lombardi è un dato di fatto, che Trenord sia la vittima sacrificale anche. Perché, a detta di tutti (o quasi) è l’anello debole del sistema. C'è chi come il M5s gioca a dare fiato all’esasperazione dei pendolari, sollecitando il confronto, richiesto con un’interrogazione in Consiglio regionale di Simone Verni: “Momenti di confronto dove discutere dei cambi negli orari delle corse, di suggerimenti per migliorare la qualità del servizio, di indicazioni sulle principali criticità nei trasporti nonché sulle possibili soluzioni applicabili. Non è la prima volta che viene sollevato il caso, e ogni volta l’assessore alle Infrastrutture e trasporti, Terzi si trincera dietro il fatto che la convocazione di questi tavoli di confronto non è obbligatoria bensì a discrezione di Regione. Anche per questa sordità di Regione gli utenti si sentono sempre più abbandonati di fronte ai continui disservizi che subiscono”.
Ci sono due problemi – spiega con maggior precisione Ponti – l’adeguamento della rete ferroviaria, che è una priorità, e poi il tema della gestione. Al di là del collegamento con l’aeroporto di Orio e pochi adeguamenti previsti, in realtà non ci sono progetti importanti sul sistema ferroviario regionale, nemmeno con le risorse del Pnrr. Invece, in particolare, c’è l’esigenza dei raddoppi della rete ferroviaria – troppo spesso a binario unico – e del potenziamento dell’asse Cremona-Mantova. C’è anche il tema delle infrastrutture tecnologiche della rete ferroviaria. A Milano c’è anche il problema della stazione Centrale che non regge più l’impatto coi passeggeri. Abbiamo chiesto alla Regione di mettere mano a un progetto infrastrutturale che consenta un salto tecnologico, questa è la precondizione. Anche perché solo un intervento ad ampio raggio sulla struttura ferroviaria può rilanciare concretamente il Tpl regionale e aumentare gli utenti”.
E d’altra parte Milano è destinata ad accentuare le limitazioni al trasporto automobilistico mentre la rete ferroviaria – che porta in città i pendolari – è decisamente insufficiente. “Occorre avviare un serio processo di collaborazione tra il servizio regionale (Trenord) e quello dell’area milanese (Atm), bisogna lavorare assieme”. Bisogna guardare avanti per tenere assieme la tutela ambientale e un servizio di Tpl efficiente. Servono interventi, anche la metrotranvia Milano-Limbiate è fondamentale. Bisogna procedere nel trasferimento di passeggeri dall’auto al trasporto pubblico.
E poi c’è il sistema della viabilità. “Pedemontana è una infrastruttura che ha avuto un percorso inadeguato”, dice Ponti: “Da una necessità oggettiva si è arrivati a produrre un progetto del tutto inutile. E’ in atto una discussione, sulla tratta che arriva a Meda, che esclude i comuni e questo aumenta le criticità. Il progetto è costoso e inadeguato, compreso l’aspetto ambientale, ma soprattutto non raggiunge gli obiettivi per cui la Pedemontana è stata concepita. Doveva servire a definire un asse est-ovest che riqualificasse, con una nuova gerarchia, il sistema della viabilità a nord di Milano, particolarmente in Brianza. L’effetto ottenuto è una infrastruttura autostradale che dialoga poco col territorio e che trasforma una strada gratuita in un’autostrada a pagamento. A questo va aggiunto che alla fine, secondo gli studi più recenti, sulle direttrici comunali si riverserà il 20 per cento di traffico in più: esattamente l’opposto degli obiettivi. Noi abbiamo chiesto a più riprese un riallineamento rispetto ad un progetto vecchio e inadeguato ma nessuno ci ha ascoltato”. Poi c’è l’asse Cremona-Mantova, da sempre una Cenerentola: “Noi crediamo di più al rafforzamento del sistema ferroviario, con la riqualificazione della viabilità esistente, piuttosto che la realizzazione di un’autostrada”, precisa Ponti. Sul fronte della viabilità locale – puntando sull’evento, le risorse olimpiche e quelle del Pnrr – si pensava a un netto rafforzamento verso la Valtellina, ma “la Regione ha optato per la riqualificazione della 36, la Valassina, scelta opportuna ma di basso profilo. L’occasione era propizia per interventi più forti sul sistema ferroviario”, conclude l’esponente del Pd. Ora la palla passa alla prossima amministrazione regionale.