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Comandare la Sanità è comandare la Lombardia. Tutti i nomi per la poltrona
Nella Regione che ha avuto 45mila morti Covid e in cui vige un rapporto squilibrato tra pubblico e privato, una bella fetta delle elezioni regionali si giocherà sul versante sanitario
Chissà se è così vero che chi governa la Lombardia governa l’Italia, ma è lapalissiano che chi gestisce la Sanità, comanderà ancora una volta la Lombardia. E infatti nella batteria degli 800 candidati in corsa alle regionali, sono numerosi quelli determinati a conquistarsi le preferenze in bacini elettorali svagati, scettici, diffidenti o orgogliosamente astensionisti con un unico comune denominatore: la riforma della Sanità. Nella Regione che ha avuto 45 mila morti Covid e un piano socio-sanitario molto criticato per via dell’eccessiva ospedalizzazione, della gestione politica delle aziende sanitarie che hanno inglobato troppi servizi e risorse, il rapporto squilibrato fra pubblico e privato, le sterminate liste di attesa, la poca attenzione alla medicina d’urgenza e territoriale, sono tantissimi i competitor che puntano al tema sanitario per farsi rieleggere. Tutti con una ricetta in tasca per il benessere sanitario dei lombardi. Nella lista Fontana, c’è Luca Degani, presidente autosospeso di Uneba Lombardia, l’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza Sociale della Lombardia: un'associazione di categoria che rappresenta diverse Rsa e ha criticato la decisione della Regione di fare ospitare pazienti Covid nelle residenze sanitarie per anziani (“E’ stato come accendere un cerino in un pagliaio”) e afferma di voler “un sistema sociosanitario territoriale con una particolare attenzione al mondo della fragilità e della cronicità”.
Sfidato dall’agguerrito medico Michele Usuelli, che definisce le regionali elezioni sanitarie, a un confronto sul rapporto fra Rsa, Covid e Regione Lombardia. Il consigliere regionale uscente di +Europa è candidato nella civica di Pierfrancesco Majorino. Non candidato, almeno formalmente, l’assessore uscente al Welfare Guido Bertolaso che giura di non puntare a nessun ruolo nella prossima giunta dove – nel caso di vittoria della coalizione destra-centro guidata dal presidente uscente Attilio Fontana, l’assessorato alla Sanità sarà probabilmente destinato a Fratelli d’Italia – ma sta consumando le suole e ha aiutato, pare, Letizia Moratti a preparare il programma sulla Sanità. Non è da escludere che possa proporsi come jolly tecnico nel probabile duello fra Fratelli d’Italia e Forza Italia che rilancia il dimissionato assessore al Welfare Giulio Gallera che con il motto #daidaidai riprende da dove è stato fermato dopo la fase più tragica del lockdown: dalla Sanità.
Fra i candidati, moltissimi i medici. A cominciare dal virologo Fabrizio Pregliasco nella lista Patto civico per Majorino presidente che ha detto di aspirare a fare l’assessore di Majorino. Competitor di Fiorenzo Corti, storico sindacalista dei medici di base, candidato con Fontana, che deve avere sviluppato una sorta di sindrome di Stoccolma, considerata la sofferenza medici di base durante la fase più acuta della pandemia. Letizia Moratti, ex assessora al Welfare, preme l’acceleratore della Sanità e fa leva sui crediti ottenuti grazie alla campagna vaccinale. E schiera il chirurgo Vincenzo Freni, il veterinario Luigi Galimberti, la massofisioterapista Giuseppina Insalaco e tre farmacisti. Ma tutti i candidati hanno un loro sogno sanitario.
Anche il manager Carmelo Avveduto, lista Moratti, proverà ad attirare l’attenzione sulla scarsissima prevenzione dell’anoressia e i disturbi alimentari degli adolescenti. La Lega schiera anche tre medici di famiglia, un veterinario e una dottoressa, Silvia Gioventù. Presente anche la minoranza delle infermiere con Caterina Lo Presti, coordinatrice infermieristica a Sesto San Giovanni (Lega) che se la dovrà vedere con la consigliera uscente Carmela Rozza per il Pd, ex infermiera, sebbene più conosciuta sul tema della casa e delle periferie, ma molto presente sul tema della sanità durante il suo mandato (si è battuta per difendere dalla tirannia ospedalocentrica i bistrattati servizi territoriali, come le Uompia: le unità operative di neuropsichiatria dedicate ai bambini e adolescenti). Il Pd punta su numerosi medici e nella civica di Majorino ci sono, fra gli altri, la direttrice della Fondazione italiana diabete Francesca Ulivi e il già presidente dell’Ordine degli psicologi Mauro Grimoldi. Noi Moderati fa leva su Nicolas Gallizzi, vicepresidente regionale del sindacato dei medici, e Michelangelo Poccobelli, ex dirigente sanitario nel carcere di Opera. Senza dimenticare i candidati presidenti che si sfidano ogni giorno sulla riforma della sanità che potrebbe, chissà, risvegliare gli astensionisti.