Granmilano
Le imprese lombarde contro lo spacchettamento dell'assessorato allo Sviluppo
L'industria guarda soprattutto agli affari, e dunque a chi sa farli funzionare: attorno al Fontana bis tutto parla per ora il linguaggio dell’incertezza. La partita degli assessorati rende la strada per la nuova Giunta lunga e irta di ostacoli
Salvate il soldato Guidesi (e il comandante Bertolaso), è l’aria di tramontana che tira in casa leghista un brivido di gelo corre anche nelle stanze delle imprese – che guardano soprattutto agli affari, e dunque a chi sa farli funzionare. Ma attorno al Fontana bis tutto parla il linguaggio dell’incertezza. Dopo il cappotto rifilato a Majorino e tre giorni tre di vacanza, il governatore lombardo ha iniziato a far mente locale per combinare tutti i desiderata della sua maggioranza a trazione Meloni. Obiettivi: varare la nuova Giunta entro metà marzo e salvando chi ha fatto meglio nel primo mandato. Medaglia a due facce: la Lega, che aveva scelto di tenere fuori dalle liste gli assessori e Fratelli d’Italia che, dopo la rotonda vittoria esige assessorati di peso e di spesa.
Spacchettare è l’esercizio che sembra prevalere per il futuro della Giunta. Ma naturalmente Fontana non ha intenzione di assistere silente. La prima mano l’ha data lui, chiedendo la conferma di Bertolaso: boccone amaro e non è detto che FdI lo inghiotta. Anche se la competenza dell’ex capo della Protezione civile nazionale potrebbe corroborare il manuale Cencelli. E poi si sa: il budget (20 miliardi) della Sanità passa attraverso le maglie dell’assessorato al Bilancio che, con ogni probabilità, finirà nelle mani degli uomini di Meloni. Per comporre il puzzle, oltre alle sollecitazioni di FdI c’è il problema Lega, che aveva deciso di tenere fuori dalle liste gli assessori in vista. Così, durante la prima riunione con gli eletti, Salvini si è trovato di fronte un gruppo compatto nel chiedere di entrare in Giunta. Per risolvere il rebus, ancora una volta la soluzione sembra essere spacchettare. E l’assessorato che si presta meglio a una frammentazione delle competenze sembra essere quello di Guido Guidesi che porta con sé numerose attività e un ricco patrimonio di relazioni che contano. Ma le imprese sono compatte nel chiedere continuità.
Carlo Massoletti, presidente di Confcommercio Lombardia, conferma: “I nostri rapporti con l’assessore Guidesi sono stati soddisfacenti, abbiamo condiviso una serie di temi e abbiamo messo in cantiere provvedimenti che sono andati ad aiutare le imprese. Siamo soddisfatti della collaborazione con la Regione, e in particolare con l’assessorato dello Sviluppo economico”. Sull’ipotesi di spezzettare le competenze Massoletti ricorda che in passato “quando ci sono stati spacchettamenti abbiamo riscontrato rapporti più difficili”, al punto che per converso “ai tempi di Parolini, quando lo Sviluppo economico comprendeva anche il turismo, la collaborazione è stata più facile. Con Guidesi abbiamo lavorato molto bene, nel momento in cui c’è l’avvio dell’attività coi 2 miliardi di fondi strutturali è evidente che se si dà continuità noi siamo decisamente favorevoli”.
Tra gli industriali lombardi si parla di “fattiva collaborazione e intesa sui temi della crescita e dello sviluppo delle imprese con l’assessorato di Guidesi” e sull’ipotesi di ridurne il raggio d’azione , dicono che “sarebbe saggio dare continuità al lavoro fatto finora, anche perché l’anno che stiamo attraversando non è privo di incognite”. Anche le Pmi, con Edoardo Ranzini e Francesco Ferrari, di Confimi Lombardia, spiegano che Guidesi “è stato molto attento alle aziende del manifatturiero, facendo anche tante visite nelle realtà lombarde, per capire i problemi del settore”. E, conferma Ferrari, “lo smembramento delle competenze è una incognita. Se somiglia alle scelte fatte ai tempi di Sala e Mattinzoli rischia di burocratizzare le attività. Se il tema è accontentare tutti è un altro paio di maniche, ma dal nostro punto di vista è meglio mantenere l’assessorato integro. Quando si hanno dei problemi è molto meglio avere un solo interlocutore”. La strada, per la nuova Giunta, è ancora lunga e irta di ostacoli, sullo sfondo, con la partita degli assessorati, si gioca anche quella delle partecipate e – visti i risultati assai poco lusinghieri delle ferrovie regionali – sembra ormai certo che Fnm (con Trenord) passerà di mano, dalla Lega a FdI. Una scommessa dura da vincere.