GranMilano
Un sondaggio Changes-Unipol sull'inquinamento premia il trasporto privato
Secondo il 62 per cento di chi vive in città, la priorità in tema di mobilità deve rimanere quella di agevolare la vita dei singoli cittadini, di chi si sposta in macchina (privata) per il lavoro
La transizione ecologica pare abbia trovato a Milano e nella (fu) Padania di bossiana memoria, per molti versi una megalopoli diffusa che non una sacra Heimat, un terreno più accidentato del previsto. La Pianura Padana, per stare al nome geografico più complessivo, si conferma tra le aree più inquinate del vecchio continente. Realtà fisica e atmosferica, sommate a realtà economica e demografica, non fanno sconti.
Le ricerche si sprecano e riguardano anche i più giovani: ogni anno oltre 1.200 minori sono vittime dell'inquinamento accumulato nei paesi Ue. E’ l’Agenzia europea dell'Ambiente a lanciare l’allarme, con un focus sulle aree che circondano le scuole. Nei pressi degli istituti scolastici di verde, in molte realtà della Padania, al momento ce n'è ben poco. In città come Milano meno del 5 per cento dell'area entro 300 metri dalle scuole infatti è verde (giardinetti, ovviamente, e poco di più).
Il gruppo assicurativo Unipol, con un rapporto per il suo magazine di approfondimento Changes curato da Ipsos, offre un monitoraggio costante sul sentiment dei milanesi riguardo ai temi di grande attualità, e i provvedimenti proposti o avviati dal comune di Milano in materia di inquinamento e soluzioni green sono finiti sotto la lente d’ingrandimento del monitoraggio promosso dal colosso finanziario, con più di una sorpresa.
Negli ultimi tre anni, almeno un milanese su quattro (23 per cento) ha svolto lavori di efficientamento energetico rispetto a una media nazionale del 21 per cento. In futuro, a causa delle minori agevolazioni, 1 milanese su 4 (24 per cento) invece non effettuerà opere di efficientamento energetico, mentre 1 su 3 (33) non si farà bloccare dalla novità negativa della stretta su bonus e detrazioni.
Oltre a un focus sullo stato degli edifici, la ricerca Changes Unipol ha esteso l’analisi sulla sostenibilità ambientale, vista dal versante mobilità. L’ipotesi della “città a 30 km all’ora” cavallo di battaglia, assieme alla ciclabilità, dell’amministrazione Sala, vede una spaccatura netta ma non così inaspettata tra favorevoli e contrari: un cittadino su due (49 per cento) è in buona sostanza contrario e teme ne deriveranno più complicazioni e problemi che benefici, un aumento dell’inquinamento e il rallentamento negli spostamenti, con conseguenti complessità diffuse. Il 43 per cento si dice invece favorevole alle misure che vanno nella direzione della città a mobilità lenta (o dolce, come piace dire).
Solo il 12 per cento dei milanesi si dichiara soddisfatto della qualità dell’aria della città rispetto a una media del 30 a livello nazionale. Sono invece il 50 per cento dei milanesi a non reputare buona la qualità dell’aria. Inoltre, negli ultimi due anni, si è diffusa la percezione di un peggioramento della qualità di ciò che respiriamo (33 per cento). Contenuta anche la soddisfazione per la quantità di aree verdi urbane: solo un milanese su quattro (27 per cento) si dichiara molto soddisfatto. Tra le possibili soluzioni per migliorare la sostenibilità green delle città, più di sette milanesi su 10 (73 per cento) si dichiarano favorevoli a un incremento delle aree pedonali. In particolare, a Milano un cittadino su 3 (30 per cento) reputa che questa soluzione possa contribuire fortemente alla riduzione di traffico e inquinamento, senza precludere gli spostamenti quotidiani.
Ma il vero duro colpo alle visioni dolce-green dell’ambientalismo amministrativo lo danno le risposte dei milanesi che – alla faccia della faciloneria sulla città senza impatto – dichiarano di preferire l’automobile: secondo il 62 per cento di chi vive sotto la Madonnina, la priorità in tema di mobilità deve rimanere quella di agevolare la vita dei singoli cittadini, di chi si sposta in macchina (privata) per il lavoro.