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Granmilano

Per Assolombarda serve una nuova architettura istituzionale

Daniele Bonecchi

"Serve una riforma che assicuri alla Milano allargata di essere il ‘gate’ economico d’Europa e del mondo", dice il presidente Alessandro Spada all’assemblea generale dell’associazione

I capitani d’industria di solito pensano a guidare la propria industria. Persino un po’ troppo, a volte, rischiando qualche miopia rispetto ai contesti. E’ più raro incontrare un capitano d’industria che invece si voglia occupare, e concretamente, dell’architettura istituzionale del suo territorio. Ma a Milano succede. Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, all’assemblea generale dell’associazione, ha messo le carte in tavola: “Per permettere ai nostri territori di crescere ulteriormente, non possiamo non ragionare in ottica ‘metropolitana’. Senza tergiversare ancora serve portare a compimento una riforma che assicuri alla Milano allargata di essere, a tutto tondo, il ‘gate’ economico d’Europa e del mondo. Per farlo servono fondi, l’elezione diretta del sindaco (metropolitano, ndr) e tempi certi”. Ha preso in contropiede anche il sindaco di Milano Beppe Sala che, durante l’assemblea annuale di Assolombarda, davanti alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha puntato soprattutto sulla richiesta di una attenzione quanto alle risorse per la città. Spada, nella sua visione, vuole coinvolgere tutti i soggetti sociali del territorio, a partire dalle organizzazioni sindacali che (Milano è diversa persino nei sindacati) mostrano una certa sensibilità sul tema Città metropolitana: il territorio esteso e produttivo. E mentre Sala è sembrato puntare a un rapporto più funzionante con il centro, il presidente di Assolombarda è sembrato dare un segnale alle speranze del governatore Attilio Fontana in tema di attuazione dell’autonomia regionale differenziata. Speranze in realtà più esaurite che nemmeno residue: la strada tra governo e Parlamento pare definitivamente impantanata.

Il governo farebbe bene ad ascoltare la voce delle imprese, perché i numeri sono implacabili. Il solo monte salari in Lombardia conta 28 miliardi di euro l’anno (un quarto dell’intero paese), l’export arriva a 163 miliardi (il doppio del Portogallo). “Un export – ha spiegato Spada – dove proprio le imprese di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia sono autentiche protagoniste. Questo territorio ha la forza di uno stato intero: la politica ha la responsabilità di esserne pienamente consapevole. E’ da qui, infatti, che passa e si costruisce il futuro e la forza dell’economia. E’ da qui che si costruisce la politica industriale nazionale ed europea”. E l’Europa è il punto di riferimento del mondo dell’impresa. “Noi siamo, per natura geografica, nel cuore dell’Europa e, per capacità industriale e ruolo progettuale, il cuore dell’Europa. Storicamente qui, nel territorio della Grande Milano, è sempre stato collocato il baricentro strategico dell’economia italiana, al crocevia d’Europa”. Il nostro – insiste Spada – è “un modello manifatturiero vincente, per qualità, innovazione, visione, espressione profonda del made in Italy”.

Il presidente degli industriali, tra gli obiettivi strategici, conferma quello relativo alle giovani generazioni. “Come Assolombarda, insieme a Comune di Milano e Regione Lombardia, stiamo lavorando alla costruzione di una ‘Casa degli ITS’ che raccolga in un’unica sede tutti gli ITS operanti nel territorio. Un’operazione strategica perché la formazione tecnica garantisce una occupabilità di oltre l’80 per cento”. Ma c’è l’intoppo dei fondi Pnrr che limitano gli investimenti. E poi le infrastrutture: “Completiamo una volta per tutte le infrastrutture strategiche e che ci permettono di mantenere il ruolo di principale porta italiana da e verso i tradizionali partner dell’Europa. Dunque, terminiamo quanto prima il Terzo Valico dei Giovi, la Torino-Lione. Ma anche la Pedemontana e l’ampliamento di Malpensa, che da sola fa più del 65 per cento del traffico cargo-aereo italiano”. (Ma il governo qualche settimana fa ha bloccato l’espansione di Cargo City: la logica dov’è?).

Gli imprenditori di Assolombarda, per confrontarsi col governo hanno scelto un palcoscenico “naturale”: la fabbrica Camozzi – una multinazionale italiana leader nella produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale ad alto contenuto tecnologico, dalla life science alla robotica alla meccatronica, nata sulle spoglie della storica Innocenti a Lambrate. Il Gruppo Camozzi, in sinergia con il Politecnico di Milano e l’Istituto Italiano di Tecnologia, ha inaugurato in questi giorni il CRC, l’hub che porta la ricerca direttamente all’interno della fabbrica. Il territorio è pronto. E la politica?

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