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Le suppletive in discesa di Galliani a Monza sono un po' in salita
Il seggio in Senato che sembrava scontato per l'amministratore delegato del Monza è meno scontato del previsto. Marco Cappato sta mettendo in difficoltà sia lui che il centrosinistra
Di questi tempi, per la precisione il 12 settembre di ogni anno, si racconta che la ‘strega di Monza’ si aggiri con un carro che arranca dietro di lei per il parco, con una veste sdrucita e un arco pronto a scoccare frecce. Una visione mostruosa, che nei libri stampati di metà Ottocento terrorizzava grandi e piccini. Malgrado il periodo coincidente, è però un altro l’incubo del centrodestra in città: la possibilità di un flop alle suppletive per il seggio del Senato di Monza, lasciato vacante dalla buonanima di Silvio Berlusconi, anche se obiettivamente l’esito infausto appare difficilissimo. Sulla carta, non dovrebbe esserci partita. Adriano Galliani è un monzese doc, è l’uomo amato da Berlusconi, e soprattutto è il presidente del Monza Calcio che ha contribuito a rilanciare fino alla Serie A, e nei giorni scorsi ha fatto un bel giro nelle scuole a regalare astucci e gadget biancorossi. Lo sfidante è Marco Cappato, politico notissimo ma che non ha nulla di brianzolo, e che in una terra tradizionalmente “bianca” potrebbe non gustare a tutti. Cappato ha infatti polemizzato perché il sindaco Paolo Pilotto (cattolico di centrosinistra) si è fatto riprendere proprio con Galliani a distribuire a scuola i famosi astucci con i colori della squadra. Una tradizione, da qualche anno, che però in vista delle suppletive è stata letta come uno spot pro Galliani da parte di Cappato, che malignamente insinua, in questo modo, che pure il centrosinistra si stia accomodando sulla scelta più ovvia.
E gli screzi interni al Pd, circa l’appoggio o meno a Cappato, sono noti. Cappato, da parte sua, è attivissimo. Dichiara, si muove, incontra. E il suo nome è il più scandito nei conciliaboli delle feste dell’Unità del nord Milano, nonché il più digitato nelle chat whatsapp del territorio. Perché il Partito democratico deve decidersi a schierare qualcuno oppure a convergere su di lui. Le posizioni sono abbastanza chiare: tutto il mondo, anche a livello nazionale, del Pd di maggioranza-Schlein non esiterebbe a convergere su Cappato (anche se il fatto di non essere “di sinistra”, è pur sempre radicale, scuola liberale) non convince i più rossi. Il territorio però è di altro avviso, soprattutto dove le sensibilità cattoliche sono più forti (come nel caso del sindaco Pilotto), al punto di scrivere una lettera, nero su bianco, per chiedere alla segretaria nazionale di candidare un proprio esponente della Brianza. Insomma, vista così quella di Cappato può sembrare una partita persa. Eppure, fanno notare i più accorti conoscitori della sorniona capitale brianzola, c’è anche qualche indizio in senso opposto. Il primo, e cruciale, sta nei numeri delle ultime suppletive a Roma, dove ha stravinto Cecilia D’Elia con quasi il 60 per cento dei consensi, ma con una affluenza solo dell’11,3 per cento. Con percentuali così basse, basterebbe mobilitare i propri elettori per prevalere su un centrodestra poco affezionato alle urne. Ormai non è più un dogma, ma il centrosinistra tradizionalmente è più efficace in questo senso. Il secondo indizio è l’attenzione che il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani sta prestando all’avventura di Adriano Galliani. Ha chiesto a tutto il partito di supportarlo fortemente: una sconfitta non è ammessa. Non c’è un terzo indizio, quindi non c’è prova che davvero la sinistra possa avere una chance. Ma di certo il centrodestra ancora la partita non la può dare per vinta. E questo già vuol dire molto, stante il fatto che il centrosinistra invece non si è ancora capito se voglia giocarsela, o anche no. C’è poi la vicenda di Cateno De Luca. Lui, vero e proprio ras della Sicilia, incredibile istrione nel prendere voti, anche a costo di inscenare tutta una pantomima tragicomica con il comico Angelo Duro che ha percorso in lungo e in largo i social, stavolta si cimenta fuori casa per provare ad acciuffare il Parlamento per il rotto della cuffia. A Monza potrebbe contare sull’appoggio di Letizia Moratti, stando all’alleanza Nord-Sud che era stata annunciata tempo fa. Tuttavia c’è chi scommette che alcuni esponenti di primo piano del gruppo che ha condotto le regionali dello scorso anno, nel segreto dell’urna, voteranno per il monzese doc Adriano Galliani...