Gran Milano
I commercianti di corso Buenos Aires vincono una proroga sui cantieri e salva il Natale
Dopo la pista ciclabile e la paventata possibilità di pedonalizzare l'area, gli esercenti spuntano una battaglia: il comune ha accolto le proteste e ha concesso una proroga per l'apertura di alcuni cantieri
Una vita in trincea per i commercianti di corso Buenos Aires, con l’aria (di maggioranza) che tira in città. Prima la pista ciclabile con cordoli extra large che ha tagliato in due il corso più commerciale d’Europa (e si teme anche una fetta degli affari), poi la minaccia di trasformare la zona determinata da un’arteria di mobilità vitale in un’isola pedonale, e ora il cantiere biennale per il restyling (contestatissimo) di piazzale Loreto, che strozzerà in un imbuto il traffico in entrata. Ma ora si è aperto uno spiraglio di luce, proprio in vista degli acquisti natalizi. Il Comune ha infatti accolto le proteste degli esercenti e ha deciso di rinviare l’apertura del cantiere, che comincerà dopo la partenza dei saldi come chiedevano i negozianti, la prossima primavera. Pare sia stato accolto anche lo spacchettamento dell’intervento in due tempi: prima Loreto e poi Buenos Aires. Perché il cantiere sarà invasivo e oltre al commercio farà molto male anche al traffico, schiacciato tra divieti e nuovi autovelox che arriveranno a breve. “A dire la verità – spiega Gabriel Meghnagi, vicepresidente di Confcommercio e storico rappresentante di Ascobaires – il cantiere di Buenos Aires non è necessario, perché abbiamo i marciapiedi larghi, sommare i due cantieri poi sarebbe gravissimo, anche a marzo sarebbe il caos. Mentre il progetto pedonale di piazzale Loreto è molto bello, su corso Buenos Aires basterebbe sistemare le buche sui marciapiedi, non è necessario allargarli. Stringere ancora la strada rischia di creare altro caos: non passano più le ambulanze, né i pompieri, poi ci sono 250 esercizi commerciali con le rispettive consegne ogni giorno, come fanno a scaricare le merci? Vogliono far scendere i droni per le consegne? Il rinvio a marzo è un primo segnale ma secondo me sono soldi buttati via quelli per corso Buenos Aires”, conclude Meghnagi
Tregua armata dunque tra l’amministrazione e i commercianti che, nei giorni scorsi, tramite un referendum proposto da Confcommercio, hanno bocciato l’idea del sindaco di allargare i divieti di transito (che partiranno dal quadrilatero della moda) alle auto in tutto il centro cittadino. Un no secco a tutto il centro di Milano chiuso alle auto private: è l’opinione dell’85 per cento degli operatori commerciali nell’area del Municipio 1. Contrarietà anche, per il 79 per cento, al già annunciato provvedimento del Comune, per il prossimo anno, di divieto d’accesso del traffico privato automobilistico nella fascia allargata del Quadrilatero della moda. I commercianti temono “il danno alle attività commerciali”. Sullo sfondo resta anche il malessere per la mala movida e i provvedimenti del Comune per limitare gli schiamazzi dopo la mezzanotte chiudendo i dehor. Altro argomento sensibile, perché la civica amministrazione li ha dapprima liberalizzati a pioggia (causa crisi Covid) e poi, dopo le proteste dei residenti, ha iniziato a limitarne l’uso. La partita è aperta.