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Altri dieci anni senza concorrenza per Trenord, non proprio bene

Andrea Giuricin

Perché la scelta della Regione Lombardia di prorogare senza gara il contratto è sbagliata e rischia solo di andare a svantaggio degli utenti

Le scelte della politica sono spesso ovvie, ma non giuste. Così è stata la decisione della Regione Lombardia di andare in proroga, senza gara, per il contratto di Trenord per dieci anni. Trenord è una compagnia controllata indirettamente al 50 per cento dalla Regione stessa (tramite FNM) e avere scelto di non aprire a un processo di liberalizzazione del trasporto ferroviario regionale può avere sorpreso i più. I tempi erano stretti per prendere una decisione perché, dopo le modifiche apportate al testo del Regolamento 1370/2007 nel 2016, a partire dal 25 dicembre 2023 le Autorità competenti dovevano attribuire i contratti di servizio pubblico ferroviario attraverso procedure di gara aperte a tutte le società ferroviarie dell’Unione europea. La gara, quindi, non era ancora obbligatoria, ma è chiaro che scegliere di aprire alla concorrenza era possibile, come ad esempio è stato fatto in Germania diversi decenni orsono, o come ormai sta intraprendendo anche la Francia. Liberalizzare significa mettere a gara i servizi che sono richiesti dal decisore pubblico e cercare di ridurre i contributi pubblici.


Trenord riesce a coprire circa il 68 per cento dei costi operativi tramite gli introiti da biglietti e abbonamenti e per questo motivo vengono assegnati dei contributi pubblici per il servizio. In Germania, dove alcune gare sono state effettuate, in generale il costo per il contribuente è sceso di circa il 27 per cento (anche laddove vinceva l’operatore storico) per la stessa quantità di servizi. Un esempio interessante sono i costi di manutenzione dei treni per la compagnia lombarda, dato che questi ammontano a circa 3,6 euro per treno chilometro (dato dell’Autorità di regolazione dei Trasporti del 2019). Dalle esperienze europee, il dato della compagnia lombarda sembra essere abbastanza elevato e sarebbe stato interessante vedere altri operatori quale efficienza sarebbero stati in grado di offrire sui servizi in Lombardia. Purtroppo non lo potremo sapere, dato che la competizione non è stata ammessa dalla Regione stessa assegnando direttamente il contratto a Trenord.


Ad onore del vero, la liberalizzazione del settore ferroviario regionale in Lombardia non era però una decisione semplice, anche perché per fare delle gare ci vuole una struttura decisionale e operativa in grado di “fare le gare”. Purtroppo, probabilmente la Regione non aveva una struttura in grado di andare in questa direzione dato che non si era preparata negli anni passati. Se ci fosse stata la volontà politica, si sarebbe potuto iniziare con alcune assegnazioni trasparenti tramite procedure competitive di lotti secondari del trasporto ferroviario regionale, ma la politica ha deciso diversamente. Ma quali sono le caratteristiche di questo contratto? Il nuovo contratto, come dichiarato dall’Assessore ai trasporti lombardo Lucente, vale oltre 5 miliardi di euro ed è quindi stato assegnato a Trenord senza alcuna procedura di gara per un decennio. Bisogna dire che anche Atm si trova in una situazione simile, dove il contratto viene assegnato senza gara dal Comune stesso (che è anche proprietario dell’azienda stessa). Le gare sono dunque lontane dall’Amministrazione pubblica italiana in generale e da quella lombarda in particolare. Le stesse aziende avrebbero da guadagnarci nel subire la concorrenza, perché dovrebbero ripensarsi per cercare di guadagnare competitività. Che è quanto successo anche nell’alta velocità, dove Trenitalia non solo è riuscita a rispondere all’arrivo della concorrenza in Italia, ma ha esportato il Frecciarossa anche in Francia e in Spagna. Ma per vedere gare in Italia e in Lombardia, dovremo attendere ancora domani. Anzi dieci anni.

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