Gran Milano
La guerra lampo dei costruttori contro il comune di Milano tra idee e politica
Assimpredil Ance annuncia una pausa nel dialogo con il comune per una revisione anacronistica del Piano di governo del territorio: sul tavolo ci sono problemi economici e stallo in progetti come "Reinventing cities". Nel frattempo l'amministrazione resta in silenzio
I botti di Capodanno sono ancora lontani, ma il blitzkrieg prenatalizio dei costruttori, con bombardamento a tappeto su Palazzo Marino, non se lo aspettava nessuno. O per meglio dire: era nell’aria da tempo, annunciato da temporali e dichiarazioni incrociate; ma la bomba sparata ieri tramite Corriere della Sera da Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, contro l’amministrazione guidata da Beppe Sala non era prevista. L’imprenditrice ha annunciato “una pausa di riflessione dal dialogo con il comune per dare un segnale di allarme”, e stavolta non è la solita scaramuccia su qualche area o qualche visione urbanistica: “Succede che l’amministrazione comunale sia impegnata in una revisione del Pgt, il Piano di governo del territorio, lo strumento principale dal punto di vista urbanistico, ma dalle anticipazioni sembra proprio che stia andando in una direzione anacronistica e regressiva, che non tiene minimamente conto delle analisi e dei suggerimenti che abbiamo offerto noi, nell’ambito del confronto costante che abbiamo col comune”. Una rottura così netta da parte dei costruttori – da sempre, e ancora di più negli ultimi due decenni, partner o kingmaker della trasformazione urbana – non si era mai vista.
Certo, non è un mistero anche se non c’è nulla di ufficiale (tempo ne manca), Regina De Albertis è uno dei nomi vagheggiati dal centrodestra per la candidatura a sindaco della città. Del resto l’imprenditrice ha capacità e idee chiare e incarnerebbe quella distanza dalla politica politicata che i milanesi (non solo elettori di destra) apprezzano. E non sfugge a nessuno che, assieme alla sicurezza, il tema caldo che assilla la città è proprio l’immobiliare: la casa, i nuovi quartieri, le logiche “inclusive”, l’housing sociale. Dunque logico dare battaglia proprio lì, a costo di un gesto – ritirarsi dal confronto sul Pgt – davvero forte. L’amministrazione, per ora, tace. A partire dagli assessori Maran e Tancredi. Che senz’altro non avranno gradito, ma che non possono certo negare i problemi posti dalla presidente di Assimpredil Ance: “Siamo in un contesto economico molto complicato: costi di costruzione aumentati a livello mondiale del 30-35 per cento, anche il costo del denaro è lievitato e i tempi amministrativi restano lentissimi”. Problemi a suo avviso sottovalutati dal comune in una “complessiva mancanza di flessibilità, proprio in relazione agli obiettivi che tutti condividiamo, cioè dare risposta alla grande domanda di edilizia sociale, case alle famiglie che lavorano a Milano e vorrebbero abitarci a condizioni sostenibili”. Troppi vincoli, parametri (ad esempio sulle quote di housing e i servizi richiesti per ogni progetto) troppo elevati per essere sostenibili. La stilettata finale riguarda il nuovo bando di “Reinventing cities”, attraverso il quale il comune punta a riqualificare o riutilizzare porzioni della città abbandonate o degradate. I tre bandi precedenti sono stati un successo, l’ultimo “è andato praticamente deserto: c’è stata una solo proposta. Perché a quelle condizioni le imprese non ce la fanno”. E questa non è polemica politica, è un fatto su cui ora il comune dovrà riflettere e rispondere.