gran milano
Arriva un 2024 carico di liste elettorali difficili da fare. Ecco i nomi, tra Europee e comunali di Milano
Corsa a Starsburgo. Intanto nel 2027 si vota nel capoluogo lombardo ed entrambi gli schieramenti devono proporre un sindaco nuovo di zecca. Più problemi a sinistra che a destra (a parte il dimagrimento della Lega). Rinunciare alle primarie? Il rebus del Pd
A livello nazionale la campagna elettorale per le Europee è ormai cominciata. I segnali ci sono tutti, anche se i big stanno tutti danzando in “surplace”, come nelle corse ciclistiche di velocità: chi scatterà per primo, ammesso che scatti davvero e non tiri la volata per altri? Giorgia Meloni (forse) si candida, Matteo Salvini pare di no. Matteo Renzi sta battendo pezzo per pezzo tutto il Nordovest. Carlo Calenda scalda i motori (ascolteranno gli appelli di Macron?). E il Pd? Nel Pd per adesso Elly Schlein tace.
In tutto questo, nel centrodestra ma anche nel centrosinistra, iniziano i movimenti e i posizionamenti in vista del prossimo cruciale giro di pista, le comunali di Milano. Il tempo che manca è tanto (si vota nel 2027) ma poi neppure tantissimo, visto che sia centrodestra sia centrosinistra dovranno schierare un candidato sindaco nuovo di zecca. Che va fatto conoscere, e apprezzare, dai milanesi che notoriamente non sono proprio di bocca buona. E visto anche (ma si dovrebbe dire: soprattutto) che un programma o una piattaforma ben delineata non ce l’ha nesuno. Non il centrodestra che deve uscire dalle secche in cui è rimasto bloccato la scorsa tornata; e nemmeno il centrosinistra, che pare aver perso molto della spinta propulsiva: dalla casa alla sicurezza al green, le idee non sono chiarissime.
Corsa Strasburgo
Ma andiamo per ordine. Sulle Europee di fatto le incognite riguardano i due partiti maggiori. Da una parte Fratelli d’Italia, e dall’altra il Partito democratico. Perché in Lega si sa che il gioco è questione non di chi entrerà, ma di chi rimarrà fuori, considerato che ne passeranno due, massimo tre nel collegio Nordovest, rispetto agli attuali otto (Campomenosi, Ciocca, Gancia, Lancini, Panza, Sardone, Tovaglieri e Zanni). Altro dubbio è sulla presenza in lista di Angelo Ciocca, anche se lui pensa di esserci sicuramente, malgrado le boutade un giorno sì e l’altro pure del suo amico Paolo Grimoldi (“Il ponte sullo Stretto è una cagata pazzesca”), alfiere della “vecchia” Lega. Sul fronte terzo polo, si sa che Matteo Renzi si si candida nel Nordovest, e probabilmente in tutta Italia. L’obiettivo, neppure troppo nascosto è di essere eletto per poi provare ad attaccare il bersaglio grosso: Charles Michel e dunque la presidenza del Consiglio europeo. Con lui si candida di sicuro Gianfranco Librandi. E il Partito democratico? Oggi ha un drappello di cinque europarlamentari eletti nel Nordovest. Vorrebbe tornare Brando Benifei, che correrà. Incognita Liguria: fa scattare il seggio? Non ci sarà Giuliano Pisapia, non ci sarà Mercedes Bresso. Vorrebbe correre Irene Tinagli. E Patrizia Toia? C’è chi giura che ha finito il suo lungo turno di guardia (20 anni), ma pure chi pensa che chiederà un’altra deroga al partito per provare a gareggiare ancora: se così fosse, un seggio sarebbe già occupato. La notizia per i cattolici dem è che alla fine del suo podcast settimanale Fabio Pizzul, ex consigliere regionale, ha detto chiaro e tondo: “Non è un mistero che io sia in corsa, in attesa di avere notizie sulle liste. La mia corsa è cominciata”, ha detto. Papale papale. Poi vorrebbe esserci l’ottimo sindaco di Trezzano sul Naviglio Fabio Botero, e tra i primissimi arriverà (scontato dirlo) Giorgio Gori, sindaco di Bergamo. Chissà se Pierfrancesco Majorino darà la benedizione a Diana De Marchi, consigliera comunale. Chi si sta muovendo moltissimo è Pierfrancesco Maran, ovviamente, con iniziative in tutte le province lombarde. Elly Schlein è silente, ma c’è chi giura che sia Cecilia Strada il nome che dovrebbe essere paracadutato su Milano (avviene sempre, in tutte le elezioni, con ogni segretario) dopo la decisione di Chiara Gribaudo di sfidare (se sarà lui!) il governatore uscente del Piemonte Alberto Cirio. Manca ancora qualcuno? Ovviamente sì. E’ ancora da capire che cosa farà la coppia Simona Malpezzi e Piero De Luca (figlio di Vincenzo, governatore a gambe all’aria al brindisi di Natale), i coordinatori di Energia popolare, ovvero l’area Bonaccini. Vorranno unire le forze su un candidato unitario della minoranza interna, anche a Nordovest?
Palazzo Marino nel mirino
Mentre a sinistra c’è chi si dedica alle Europee, c’è chi pensa al post Sala. E non è un baloccarsi. Se il centrodestra ha infatti una rosa di candidature di assoluto livello (Regina De Alberti, Ferruccio Resta, Nicolò Zanon, Giovanni Bozzetti), ognuna delle quali civica ma di area, non marcata partiticamente e di qualità, il centrosinistra è invece alle prese con la questione delle questioni: si faranno oppure no le primarie? La battaglia per la segreteria provinciale condotta da Pietro Bussolati era fatta per garantire questa possibilità, ma quanto sta avvenendo in Sardegna, dove Elly Schlein viene cannoneggiata da Renato Soru per aver dato il via libera ad Alessandra Todde del Movimento 5 stelle senza aver consultato gli elettori del Pd, potrebbe ipotizzare anche per Milano una selezione senza consultazione. Certo, se ci fossero le primarie potrebbe essere tentato di riprovarci Pierfrancesco Majorino (già in corsa contro Beppe Sala, e poi candidato in Regione ma senza primarie). Potrebbe essere molto molto tentato Pierfrancesco Maran, ma è tutto da vedere come andranno le Europee. E c’è chi parla del gran capo di Chora Media, Mario Calabresi. Che difficilmente però sarebbe candidatura da sottoporre alle forche caudine di iscritti e simpatizzanti.
Fratelli d’Europa
Tornando alle Europee, la vera incognita è la pattuglia grande di Fratelli d’Italia. Oggi sono solo in due, Carlo Fidanza e Pietro Fiocchi. Torneranno sicuramente entrambi all’Europarlamento. Da Milano, se verrà candidato (è molto difeso da Ignazio La Russa e Daniela Santanché, quindi assai probabile), andrà a Bruxelles Mario Mantovani. Un gioco più complicato potrebbe riguardare il Piemonte, che vorrebbe eleggere Gaetano Nastri. Attualmente è questore anziano del Senato, e venendo eletto in Europa lascerebbe libero il posto che potrebbe essere occupato dal ministro Crosetto, che non è parlamentare. I giovani di Fdi dovrebbero essere rappresentati da Paolo Inselvini, di Brescia. Non c’è ancora il nome indicato da parte delle associazioni legate al mondo dell’agricoltura e dei cacciatori. A questo nome, nel gioco della tripla preferenza, alcuni ipotizzano che Marco Osnato, insieme a Lorenzo Malagola e Sandro Sisler, vorrebbe agganciare la candidatura di Riccardo Truppo, consigliere a Palazzo Marino. Difficile che si candidi Stefano Maullu, poiché avendo esaurito i nomi in circoscrizione il suo posto alla Camera sarebbe preso da un esponente di Forza Italia.