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Malpensa punta al 2035 e al Cargo. Parla l'ad di Sea Brunini

Giovanni Seu

Dopo il blocco della pandemia il 2023 è stato l'anno della svolta per il traffico aereo di Milano. Lo sforzo per recuperare rotte e i programmi per il futuro

C’era già stato il bilancio incoraggiante della scorsa primavera, in cui spiccava un ritorno all’utile per Sea di 182,5 milioni. Un altro indizio positivo, più recente, arriva dal bilancio di previsione del Comune di Milano che registra un aumento dei dividendi Sea da 30 a 80 milioni: basta per dire che lo tsunami del Covid è alle spalle? Per Armando Brunini, ad della società di gestione di Malpensa e Linate, non ci sono dubbi: “Il 2023 è stato l’anno della svolta, siamo tornati al traffico di passeggeri del 2019 e dal 2024 potremo riprendere a fare i confronti con l’anno precedente e non con l’èra pre Covid. Credo che chiuderemo anche il 2023 con un buon risultato economico”. 

Eppure non mancano le difficoltà e non sono soltanto le ferite lasciate dalla pandemia che ha svuotato gli scali per quasi due anni. Malpensa, in particolare, soffre il cosiddetto rimbalzo del corto-medio raggio: “Non ci sono vettori che arrivano e poi vanno a medio raggio – spiega Brunini – noi ora stiamo recuperando sul lungo raggio: questa estate avevamo 175 rotte, di cui 40 extraeuropee, collegate con 75 paesi, siamo tra i top 10 in Europa per connettività, abbiamo sfatato il pregiudizio su Malpensa raggiungendo Zurigo, che pure può contare sulla Swiss, e superando Bruxelles e Vienna. Non siamo al livello di Francoforte, Madrid o Parigi ma assicuriamo i collegamenti con tre città della Cina attraverso 3 compagnie diverse e 6 voli diretti, con Hong Kong e Taiwan, abbiamo 6-8 voli quotidiani su New York con 7 compagnie e un collegamento con Nuova Delhi che solo altri 4 scali europei possono vantare”. 

Un altro tsunami che ha fatto non meno danni della pandemia è stato il dehubbing, iniziato nel 2008, che ha portato al progressivo disimpegno di Alitalia da Malpensa e la conseguente cancellazione dei voli intercontinentali. Lo sforzo di Sea per recuperare le rotte ha prodotto risultati importanti, anche se mancano i voli con diversi centri degli Usa come Boston, Miami e Los Angeles e con quelli maggiori del Sudamerica, inoltre il volume dei passeggeri non è all’altezza dei grandi hub europei. Poter contare su una compagnia di bandiera sarebbe una leva decisiva per colmare il deficit, ma Brunini risponde con realismo: “Siamo abituati a lavorare senza, abbiamo fatto di necessità virtù. I passeggeri cresceranno, in linea con lo sviluppo delle connettività”. 

Un capitolo importante del rilancio di Malpensa riguarda il traffico commerciale. Anche in questo caso non mancano le insidie, stavolta di natura politica, apparse lo scorso giugno con lo stop deciso dal ministero dell’Agricoltura sul raddoppio di Cargo City. Ora da Roma arrivano segnali diversi: “Il governo con il decreto Aria ha stabilito che Malpensa è strategica – dice l’ad di Sea – E’ bene ricordare che il cargo rappresenta il 60 per cento del mercato italiano, rispetto al 2019 ha segnato una crescita del 20, abbiamo 80 destinazioni, 18 compagnie, è l’hub scelto da Dhl per l’Europa: il suo sviluppo è importante non solo per la Lombardia ma per l’Italia”. Guardando invece alle problematiche più locali, Brunini ammette che c’è qualcosa da rivedere nel rapporto con Orio al Serio: “Ha trovato un suo posizionamento sul mercato, un po’ di sovrapposizione con noi c’è ma è possibile una convivenza”.

Sul futuro si ragiona sia a medio che a lungo termine perché, come dice con ironia Brunini “un’azienda come la nostra deve essere strabica”. I traguardi sul lungo periodo si chiamano Masterplan 2035 che prevede obiettivi ambiziosi: 40 milioni di passeggeri (sono stati 28,9 lo scorso anno) e un cargo dove transitano un milione di tonnellate l’anno. Ma non è tutto, è in ballo la trasformazione strutturale dell’hub con ricadute forti per i passeggeri: “Ci sono progetti interessanti sull’urban mobility che riguardano la partenza dei velivoli elettrici, mentre dal punto di vista ambientale stiamo lavorando sulla decarbonizzazione. Sul 2024 difficile fare previsioni, c’è grande volatilità ma io sono ottimista, ci sono margini per crescere ancora”.

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