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Tutti i ritardi delle Olimpiadi Milano Cortina 2026
Doveva essere una cavalcata invece è diventata una corsa a ostacoli. Il nodo sono le infrastrutture e oggi ancora non si sa dove verrà organizzata una delle discipline più spettacolari: il bob
Doveva essere una cavalcata (o meglio una discesa libera) quella verso le Olimpiadi invernali 2026 di Milano-Cortina e invece è diventata una corsa a ostacoli, sulle ciaspole. Con le amministrazioni locali (comune di Milano e Regione Lombardia in primis) che spingono per non avere sorprese, mentre governo e Coni temporeggiano. Il nodo, manco a dirlo, sono le infrastrutture. La Lombardia – che ha rinunciato a rafforzare la tormentata viabilità per la Valtellina – ha giocato la carta di Milano, forte dell’esperienza Expo. Ma a guidare l’organizzazione dell’evento – nel 2015 c’era un commissario di nome Beppe Sala coi pieni poteri (o quasi) – c’è ora una Fondazione ad hoc presieduta da Giovanni Malagò e il cui ad è Andrea Varnier (voluto dal ministro Abodi), in sostituzione di Vincenzo Novari (sostenuto a suo tempo dai pentastellati). Risultato: ad oggi non si sa dove verrà organizzata una delle discipline più spettacolari: il bob. La Fondazione ha rinviato una decisione di mese in mese, la data utile sembrava il 5 dicembre, nell’ipotesi di ristrutturare l’impianto di Cesana Torinese (costo: 34 milioni), in alternativa – proposta del Cio – una pista all’estero (contro il parere di Salvini). La decisione è stata rimandata a fine gennaio, nella speranza (di Zaia) che si potesse recuperare un’ipotesi Cortina d’Ampezzo light (riducendo i costi iniziali).
Ma a Milano come vanno le cose? Per il Villaggio olimpico, in costruzione allo scalo Romana, non ci sono problemi. I lavori, iniziati a gennaio 2023, sono in capo a un raggruppamento di imprese coordinato da Coima e formato da Impresa CEV spa, Grassi e Crespi srl e Milani spa, che hanno completato subito la bonifica dell’area e iniziato la costruzione delle sei palazzine che saranno consegnate entro luglio 2025. Il Villaggio, progettato dallo studio Skidmore, Owings & Merrill rappresenta il primo tassello del progetto di rigenerazione urbana dello Scalo di Porta Romana e dopo le Olimpiadi diventerà uno studentato con edilizia residenziale sociale, con circa 1.700 posti letto. L’Arena Santa Giulia (piovuta dal cielo con gli oneri di urbanizzazione del quartiere Santa Giulia 2 acquisito da Lendlease), ideata per i grandi eventi e adattata alle esigenze olimpiche sarà pronta per la fine del 2025. Potrà ospitare fino a 16.000 persone ed è progettata per essere polifunzionale potendo ospitare sport (tennis, basket, pattinaggio), live show e concerti. Avveniristica, con una superficie esterna di 83.500 mq, 46 skybox e spazi hospitality, sale di pronto soccorso, spazi logistici, sarà un plus per il futuro. Ma se non verranno anticipati i tempi di consegna l’olimpiade bianca partirà con un forte handicap: infatti la Lega di hockey su ghiaccio Nhl, (Usa e Canada), potrebbe non inviare i suoi giocatori, causa insuperabili ritardi nella realizzazione dell’opera. Per la Nhl il quarto trimestre 2025 è il limite invalicabile per consentire agli atleti di familiarizzare col nuovo impianto. In caso contrario addio a Usa e Canada.
Sos Fiera. Come nel caso della pandemia (quando Fondazione Fiera mise a disposizione i suoi padiglioni per l’emergenza sanitaria), la Fiera è stata chiamata dalla Regione a dare una mano. E così si è messa al lavoro. A fine maggio 2023 sono partiti i lavori nei padiglioni 13 e 15 che stanno procedendo secondo cronoprogramma. Consegna prevista: estate del 2025. Il progetto prevede l’eliminazione dei pilastri interni e l’unificazione dei padiglioni 13 e 15 in un unico spazio per un totale di oltre 35 mila metri quadrati di superficie coperta in grado di ospitare la pista di velocità di 400 metri, una tribuna da circa 6.500 posti a sedere con visibilità totale del circuito, oltre a una pista lunga di allenamento, spogliatoi e ulteriori strutture necessarie all’organizzazione come un impianto di condizionamento e regolazione dell’umidità in grado di garantire le più idonee condizioni di mantenimento delle superfici ghiacciate secondo i requisiti della Federazione internazionale di pattinaggio (30-40 per cento di umidità e - 15 gradi centigradi a livello ghiaccio). I padiglioni sono già dotati di servizi quali biglietteria, sale riunioni, bar, ristorante self service. Il padiglione 24 sarà dedicato alla realizzazione di un media center e ad ambienti di supporto all’evento, spiega Fondazione Fiera. E mentre il barboncino Chico (mascotte digitale e ambasciatore delle Olimpiadi) scodinzola in attesa dei giochi, c’è chi accende un cero alla Madonna delle nevi.