Gran Milano
Valtellina a rotta di collo. Alberghi pieni, ma senza i Giochi olimpici
Fabio Primerano, presidente di Federalberghi della Lombardia chiarisce al Foglio la situazione legata alle olimpiadi invernali 2026: "Il problema della ricettività è stato risolto ai tempi della candidatura di Milano-Cortina, a prezzi stabiliti col Cio"
Sul pennone più alto della sede delle Olimpiadi di Milano-Cortina ha fatto capolino la tanto paventata bandiera bianca. Il governo ha deciso – a scanso di figuracce a cinque cerchi – di commissariare le opere (in ritardo) e affidarne la realizzazione ad Anas. Per la pista di bob a Cortina, che è stata ora confermata, ma dovrà essere pronta entro la primavera 2025 la Fondazione olimpica tocca ferro e continua a guardare al piano B (trona in lizza St. Moritz). Tutta la Lombardia però è in fermento in vista dell’evento planetario (di Milano abbiamo scritto di recente), anche se il sistema ricettivo della Valtellina guarda con moderato ottimismo al 2026. Ma lo fa senza badare troppo alle olimpiadi. Infatti gli alberghi di Bormio (che ha appena ospitato i Mondiali di sci sulla mitica pista Stelvio), Livigno, Santa Caterina Valfurva ogni anno a febbraio (mese delle gare) fanno il tutto esaurito grazie alle settimane bianche. In realtà avevano sperato di migliorare strutture e viabilità grazie ai Giochi: ma è stata per la valle una grande occasione perduta.
Fabio Primerano, presidente di Federalberghi della Lombardia chiarisce al Foglio la situazione: “Il problema della ricettività è stato risolto ai tempi della candidatura di Milano-Cortina, a prezzi stabiliti col Cio. Un po’ di turbolenza di recente c’è stata, perché le tariffe a prezzi calmierati, fissate nel 2018, hanno subito lo shock dell’inflazione. C’è da considerare che gennaio, febbraio e marzo per la montagna sono mesi di altissima stagione e se la metà delle camere se ne va a prezzi fuori mercato, quell’anno ce lo siamo bruciato. Al momento non ci sono ripensamenti ma abbiamo avviato con la Fondazione Milano-Cortina una revisione dei prezzi alla luce del tasso inflattivo. Siamo riusciti a recuperala parzialmente”.
C’è poi l’annoso problema dell’accesso in valle, durante i Giochi non sarà facile rispettare la tabella di marcia. “Noi – prosegue Primerano – abbiamo un timore, basta pensare a Livigno, che ha una sola strada di accesso: oltre agli ospiti e agli atleti, ci sono i lavoratori dei servizi che vanno e vengono ogni giorno. Bisogna organizzarsi per tempo. La viabilità va messa a regime, lungo tutto il tracciato tra Milano e la Valtellina”. La maggior parte degli alberghi della zona è a tre stelle ma “l’anno scorso Regione Lombardia ha promosso un bando per l’ammodernamento delle strutture (non solo quelle in Valtellina), con 30 milioni a fondo perduto. Hanno risposto in 670 ma ne è stato finanziato solo un centinaio, esaurendo così la copertura di 30 milioni. L’auspicio è che la Regione possa rifinanziare un nuovo intervento. Anche perché grazie all’indotto questa iniziativa muove oltre un miliardo e mezzo di investimenti sul territorio”. Il turismo è l’anima della Valtellina ma “nel 2023 in Lombardia si sono registrati oltre 18 milioni di arrivi, per 50 milioni di presenze. Abbiamo superato il 2019 con un tasso di crescita del 20 per cento. E poi servono iniziative specifiche per sostenere Milano-Cortina, con una serie di eventi sui diversi territori, anche per farli conoscere”.
Federalberghi teme poi la “scellerata concorrenza” del mondo extra alberghiero. Ma lì il problema esula dalle Olimpiadi. Silvia Cavazzi, sindaco di Bormio mostra ottimismo: “Bormio quest’anno è un cantiere a cielo aperto”. Ci sono i lavori alla Ski Area, quelli sulla Stelvio, quelli per la realizzazione del parcheggio di porta, quelli sulla passerella sul torrente Frodolfo, nella rotatoria delle Corti e in quella Perego”. Inoltre verrà riqualificata la zona del Pentagono anche dal punto di vista energetico a partire da settembre. Sono previsti 23 interventi da un miliardo e mezzo di euro”. A fine 2023 la Regione Lombardia ha autorizzato la realizzazione della “tangenzialina” di Bormio nella piana agricola dell’Alute, considerandola un’opera “funzionale” allo svolgimento delle Olimpiadi 2026. Una strada di 800 metri di lunghezza dal costo complessivo ipotizzato di sette milioni di euro.
Per quanto riguarda gli impianti di Bormio, la pista Stelvio per lo sci alpino maschile è a posto e offre un tracciato spettacolare. La partenza si trova a 2.255 metri e il traguardo a 1.268 metri. Bormio ospiterà anche le gare di Skimo (sci alpinismo) che per la prima volta nella storia diventa disciplina olimpica. Anche Livigno è in pari con il cronoprogramma olimpico. “Al Mottolino si sta allestendo la pista per le prove di Snowboard mentre sul versante del Carosello va migliorato il rush finale per le competizioni di Freestyle – dice il sindaco Remo Galli – Questi lavori incominceranno nella primavera del 2024, siamo in linea rispetto ai tempi previsti”. Livigno ospiterà anche il villaggio olimpico, che potrebbe essere usato anche dagli atleti del bob, slittino e skeleton se Coni e Cio dovessero scegliere di assegnare queste gare a Sankt Moritz. Livigno, considerata una delle più belle stazioni invernali per giovani, ospiterà tutte le gare di freestyle e snowboard.