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Altro che overtourism, la Lombardia ha un pil viaggi da record. Spiega Mazzali 

Giovanni Seu

Gli indotti provocati dal turismo fanno crescere l'economia regionale, divenendone asset strategico. L'ambizione è fidelizzare il turista 

E’ indubbio che sia meglio avere problemi di crescita piuttosto che difficoltà di sviluppo, ma è bene non sottovalutare i primi, che vanno controllati per evitare future complicazioni. E’ la situazione in cui si trova il turismo lombardo che sta conoscendo una crescita impetuosa, come testimoniano i numeri snocciolati lo scorso novembre al Forum internazionale del turismo: con 52 miliardi rappresenta il 13 per cento del Pil regionale – la stessa percentuale dell’Emilia-Romagna che vanta un sistema consolidato – e il 20 per cento del fatturato turistico nazionale. E le previsioni sul 2024 indicano risultati record, come conferma al Foglio l’assessore al Turismo, marketing territoriale e moda della Regione Barbara Mazzali: “Nei primi due mesi abbiamo registrato già un + 6-7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023, che con il + 17 rispetto al 2019 ci ha fatto voltare pagina del tutto sulla pandemia. Sempre lo scorso anno i pernottamenti sono stati 51 milioni, e le presenze sono arrivate a 19 milioni. E le prenotazioni superiori al 2023 ci autorizzano a dire che le prospettive sono positive pur sapendo che questo è un comparto soggetto a variabili imprevedibili”.

Con maggiore sicurezza si può affermare che il turismo è diventato strategico dell’economia lombarda.  Oltre alla struttura è cambiata anche la geografia. Accanto al turismo invernale alpino e a quello estivo dei laghi si è imposto con prepotenza quello di Milano che quest’anno si avvia a sfondare la cifra record di 10 milioni di presenze: una realtà nuova caratterizzata dal “mordi e fuggi”, dopo pochi giorni si lascia la città per proseguire a Venezia o Firenze oppure per tornare a casa: “Milano è centrale nell’offerta turistica – afferma l’assessore – ma resta una destinazione per non oltre 4-5 giorni, dobbiamo riuscire a fare restare il turista con l’offerta dei territori lombardi che deve essere su tutto l’anno, superando così la stagionalizzazione dei flussi. Si può fare raccontando il valore della nostra regione, lo stile di vita lombardo che sa coniugare creatività e bellezza, ambiente e architettura, storia e modernità. Il 70 per cento dei turisti sono stranieri, i più numerosi restano i tedeschi ma a seguire ci sono gli americani e si segnalano presenze nuove consistenti che arrivano dall’Asia o, per restare in Europa, dalla Polonia: non basta proporre cibo e relax, ci vogliono le ciclovie, i camini, bisogna mettere in campo la nostra cultura e noi lo stiamo facendo anche con il brand Lombardia Style”. L’ambizione è di fidelizzare il turista, magari come avviene da sempre in Romagna dove si arriva a prenotare ogni anno lo stesso albergo e la stessa spiaggia: “Ci sono buone condizioni per arrivarci, uno studio sui sentiment dei visitatori espressi nei social dimostra che il livello di gradimento arriva all’86,5 per cento, siamo sopra la media nazionale”.  Spalmare gli arrivi sui 12 mesi è un’ottima politica non solo per evitare che le aziende lavorino solo 3-4 mesi l’anno e poi chiudano bottega ma anche per affrontare un pericolo di crescita che già si manifesta in diverse realtà lombarde: l’overtourism.

Basta girare Milano nei giorni del Salone del Mobile o di qualche Fashion Week per constatare la difficoltà di accedere a hotel, ristoranti, mezzi pubblici, persino camminare nelle vie del centro. Stessa scena nelle località sui laghi nei fine settimana dove trovare un parcheggio per l’auto diventa un’impresa. In altre parti, vedi Venezia, si ragiona sul numero chiuso, ma l’ipotesi non convince Mazzali: “Il tema è molto spinoso – ammette – perché l’esigenza di preservare in particolare le destinazioni fragili esiste e sono convinta che non è possibile fare arrivare le persone in modo incontrollato. Al tempo stesso limitare gli arrivi non mi sembra una soluzione che può invece arrivare lavorando sulla programmazione: un esempio è intervenire sugli spostamenti favorendo l’uso delle biciclette o del trasporto su treno per decongestionare i trasporti”.

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