(foto Ansa)

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La sfida degli ex leghisti di FI per riprendersi voti e sogni perduti

Fabio Massa

Gianmarco Senna e Massimiliano Bastoni hanno entrambi un trascorso nel Carroccio. Ma adesso inseguono quegli ideali dentro Forza Italia: "La Lega ha perso la sua anima"

Il progetto è ambizioso: strappare alla Lega non solo i voti, ma soprattutto i cervelli e i portafogli degli imprenditori della Lombardia. Nasce da una intuizione di chi la Lega la conosce bene, non fosse altro che perché ne è uscito dopo essere stato nell’inner circle salviniano: Gianmarco Senna e Massimiliano Bastoni. Estrazioni diverse, uno imprenditore e liberale,  l’altro imprenditore ma con una vocazione più a destra. Entrambi militanti di lunga data. Eletti nei consigli di zona, poi in Consiglio regionale. E oggi in Forza Italia. “Io non ho alcun risentimento nei confronti di  Salvini – spiega Senna al Foglio – Ha fatto le sue scelte, che io non ho condiviso. In FI stiamo trovando un ambiente ideale per far rinascere le idee originali della Lega”. Che si traducono in pochi punti cardine: europeismo, abbassare le tasse, specialmente quelle sul lavoro, tornare a parlare di produzione, di lotta alla burocrazia. “Le antiche battaglie della Lega, quelle che scaldano gli animi e i cuori del Nord – spiega Senna – E che ora non appartengono più a un movimento che ha perso un po’ l’anima”.

 

Nelle parole di Senna non c’è animosità per come è finito il progetto, ma tanta speranza rispetto a Forza Italia che secondo i sondaggi è ormai appaiata al Carroccio nella corsa europea. Anzi, lo avrebbe anche sorpassato se non ci fosse stato il caso Genova. “Ad ogni modo il progetto degli azzurri sul Nord è solo all’inizio”, dice Senna che si è inventato, insieme ai suoi, “Forza Nord”. Una sorta di convegno nel quale si sono affacciate circa 300 persone. Curiosità: la locandina è stata creata con l’intelligenza artificiale, di cui Senna è gran studioso. “Intendiamoci: il mio business è nella ristorazione. Ma l’imprenditore del Nord fa così: è curioso rispetto alle novità”. La Lega avrebbe potuto avere una evoluzione nella quale sempre di più avrebbero contato i governatori, una volta capito che il progetto nazionale era stato “mangiato” da Giorgia Meloni. Ripartire da Fedriga, Zaia, Fontana. Prima degli scandali, da Toti. “Invece oggi c’è Vannacci, il che la dice chiarissima sulla posizione del partito. Sono ancor più convinto del fatto che ho fatto bene ad uscire”. Intanto l’altro progetto, quello di Forza Italia, iniziava a diventare polo attrattivo. Di imprenditori del Nord che non sentivano più vibrare la partita Iva (cit. Checco Zalone), di riformisti del lato destro del Pd alla deriva. “Possiamo solo crescere”, spiega Senna. Senna poi però non si limita a parlare della Lega, “anche questa riflessione per cui il dualismo è tra FI e Lega non tiene conto di due fattori. Il primo è che noi dobbiamo rivolgerci a una fetta di elettori che semplicemente sta a casa, delusa. La seconda valutazione riguarda Fratelli d’Italia. Sono così potenti elettoralmente perché non hanno solo i loro voti, ma anche buona parte dei nostri e di quelli che cinque anni fa scelsero la Lega. Dobbiamo recuperare anche da quel punto di vista”.