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Gran Milano

Coima, nuova tappa di una trasformazione non solo urbana che coinvolge Milano

Maurizio Crippa

Manfredi Catella, fondatore di Coima Sgr, presenta il piano triennale 2024-2026 che include progetti come Porta Nuova e MilanoSesto. Focus sulla transizione energetica e l'innovazione tecnologica, attenzione al settore turistico e agli hotel di lusso

Immobiliarista e un po’ filosofo, imprenditore che ama ragionare sui destini e le trasformazioni globali delle città tanto quanto sui conti e sugli asset, Manfredi Catella non rinuncia allo sguardo prospettico nemmeno quando gli chiedono di commentare l’attualità del (possibile) decreto Milano per risolvere lo stallo creatosi Urbanistica e Procura: “Una soluzione contingente sicuramente andrà trovata altrimenti la città si ferma. Il punto non è però la soluzione di breve termine ma una soluzione strutturale”. Ancora di più, il fondatore e ad di Coima Sgr, che quest’anno celebra i 50 anni di attività, non rinuncia a guardare lontano, a indicare scenari generali, mentre presenta, qualche giorno fa, il piano strategico triennale 2024-2026, che punta a portare il gruppo a un patrimonio in gestione di oltre 12 miliardi di euro, con un incremento del 20 per cento. Non solo questioni di numeri, per Catella, anche se i numeri contano eccome e la visione finanziaria è da sempre centrale per Coima. Tutto dipende da come vengono prodotti, i numeri. Da quale visione globale, olistica, dipendano: “I nuovi equilibri ambientali e sociali e l’innovazione digitale alimentano una costante e profonda rivoluzione tecnica e culturale”.
 

Parla di cambiamenti strutturali, “per generare performance di impatto sarà determinante integrare competenze interdisciplinari, umanistiche, scientifiche, tecniche e finanziarie”. Sarà per questo che tra i nuovi ingressi nel board annunciati lunedì – fra gli altri Meka Brunel, già presidente di Ivanhoe Cambridge, società immobiliare  della Cassa Depositi del Quebec, come membro indipendente del Comitato di indirizzo del fondo Coima Esg City Impact (best practices nello sviluppo sostenibile), e Alessandro Rivera, già dg del Tesoro nominato presidente della società MilanoSesto, recente scommessa in cui Coima ha deciso di entrare dopo le molte difficoltà del progetto – spicca il nome di Ferruccio Resta, già rettore del Politecnico che sarà consigliere indipendente per occuparsi di progetti di integrazione dell’AI nella gestione operativa degli edifici e per l’implementazione di tecnologie avanzate nella gestione di quartiere: “La transizione energetica e tech nel real estate richiede profili sempre più tecnici”, dice Resta, prefigurando sfide e scenari che cambieranno non solo il nostro abitare ma anche la nostra socialità.
 

Non a caso uno dei pilastri del piano di sviluppo è Coima Esg City Impact Fund, oggi il maggiore fondo nazionale nella rigenerazione urbana con un obiettivo di raccolta pari a 2 miliardi. Il completamento impetuoso della trasformazione da “brown a green”, l’“impact approach” come bussola e secondo i principi ESG (Environmental, Social, Governance) sia nei progetti residenziali che commerciali o legati alla nuova logistica. Sono le parole d’ordine che ricorrono per inquadrare il piano di sviluppo dei prossimi tre anni. Su Milano, ci sarà da portare avanti i progetti già in atto come Porta Nuova e l’ex scalo di Porta Romana e la nuova strategia (tutta da studiare) per MilanoSesto. Ma anche il progetto di espandersi nei settori living, di un housing destinato a cambiare rapidamente e nella logistica (la distribuzione urbana last-mile, vera sfide della prossima Milano).
 

Ma non solo Milano, Coima sta pensando a territori, geografici e d’investimento, diversi. Da qui l’annuncio che il gruppo di Catella intende entrare nel settore, il turismo e gli hotel di fascia lusso (“Strano che in Italia entrino gradi gruppi stranieri specialisti in questo settore, e manchino gli italiani”). Indica l’operazione possibile sul Bauer a Venezia, ma è giusto un esempio: è un settore su cui servono collaborazioni e competenze che non si improvvisano. Ma che un gruppo che è stato protagonista della prima trasformazione urbanistica di Milano oggi guardi con attenzione anche alla trasformazione italiana legata a un turismo di fascia elevata è un ulteriore elemento di riflessione.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"