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Al via l'Ukrainian week, verità storiche contro la Grande Russia

Francesca Amé

A Milano una settimana di cultura e incontri per scoprire l'Ucraina e dimostrare quanto sia un paese compiuto. Una manifestazione che supera il folklore 

A un passo dalla Scala, nella sala Liberty del Circolo filologico di via Clerici, questa settimana si dice (senza megafoni e striscioni, ma forte e chiaro): Ucraina è Ucraina. “E non il granaio d’Europa, come se fosse un campo vuoto, a disposizione di altri”, dice al Foglio Svitlana Tereshchenko, ucraina di Poltava, che a Milano è arrivata a metà degli anni Novanta per studiare a Brera prima di buttarsi nel mondo della moda e diventare stilista con un proprio brand.

Si chiamava Tak.Ori, era apprezzato da Franca Sozzani, leggendaria direttrice di Vogue Italia, e indossato da celeb come Sarah Jessica Parker e Sienna Miller. “Quella era la mia vita precedente, oggi tutto è cambiato. Da due anni ho lasciato quel lavoro e mi sono immersa in un’altra cosa”, continua. Quella “cosa” è studiare a fondo la storia e la cultura del suo paese d’origine e raccontarla a quante più persone possibile. Per questo Tereshchenko ha fondato a Milano l’Associazione Boristene, dall’antico nome del fiume Dnepr: “Sono io stessa figlia della propaganda russa: a scuola ho appreso pochissimo della letteratura e della storia ucraina, tenute sempre sottotraccia nei programmi ufficiali, minimizzate. Da quando è scoppiata la guerra, per contrastare tutta la preoccupazione per mia sorella che vive ancora a Kharkiv ho cominciato a studiare, ad approfondire. Basta bugie, mi sono detta, ora parliamo noi”. Con Luciano Tettaroli del Circolo filologico milanese – istituzione che di storia se ne intende: fondata nel 1872, è la più antica associazione cultuale della nostra città – Svitlana Tereshchenko ha messo insieme “Ucraina è Ucraina”, una manifestazione di una settimana di incontri che, da lunedì fino a domani sera, ogni giorno dalle 18 alle 22 propone talk, performance, spettacoli per immergersi nelle tante espressioni culturali dell’Ucraina.

“Un progetto interessante, pensato per gli italiani e per andare oltre al solito pubblico della diaspora che assiste a questo genere di iniziative”, è l’opinione di Anna Zafesova, giornalista e analista di questioni (ex) sovietiche. Aggiunge Zafesova: “A Milano non mancano incontri ed eventi che discutono del conflitto in corso, in questa manifestazione c’è invece il tentativo di andare oltre la notizia e il debunking necessario in un paese come il nostro, particolarmente sensibile alla vulgata filo-putiniana. Attraverso le arti, si dimostra quanto l’Ucraina sia un paese compiuto, non un incidente della storia o una pecorella scappata di casa da riportare all’ovile. Lo ha ben spiegato lo storico Yaroslav Hrytsak nella conferenza di apertura davanti a una sala gremita: quella in corso non è una guerra per il futuro, ma una guerra per il passato. Un conflitto che coinvolge la lettura della storia. E’ nostro dovere superare la cronaca e raccontare in profondità la cultura ucraina, sconosciuta a molti o mal inquadrata in narrazioni di propaganda”. 

Nella serata di ieri protagonista è stata la musica, con la lezione di Marta Kuziy, affermata pianista ucraina e docente all’Università Cattolica di Lv’iv, il concerto della pianista ucraina Anastasiia Stovbyr e della violinista milanese Francesca Bonaita e con il compositore Cesare Picco quale ospite d’onore, mentre stasera Yaryna Grusha, scrittrice traduttrice e docente di Lingua e letteratura ucraina alla Statale e a Bologna, guiderà il pubblico in un viaggio alla scoperta dei grandi scrittori ucraini, dai primi testi fino alle opere contemporanee. Gran finale domani, con il cinema: Ivan Kozlenko, cineasta e docente presso l’Amherst College negli Stati Uniti, racconterà la storia del cinema ucraino a partire dal primo studio cinematografico di Odessa fino all’Oscar di “20 giorni a Mariupol” diretto da Mstyslav Chernov, che per l’occasione racconterà collegato via video la sua esperienza. «L’Ucraina è un paese europeo, la sua storia e la sua identità sono parte integrante dell’Europa. Stiamo combattendo e difendendo i valori in cui crediamo fermamente: libertà, democrazia e dignità – dice Tereshchenko – Nessuna propaganda, nessuna delle fesserie che si continuano a raccontare sul mito della Grande Russia ha il diritto di privarci di questi valori. Il mio sogno, da due anni, era comunicarlo a più persone possibile per superare il folklore, per fissare la verità storica”. Sala piena, polemiche a zero, curiosità tanta. Bella e necessaria questa Ukrainian week a Milano. 

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