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“Cara Europa”, ecco le richieste delle imprese lombarde

Daniele Bonecchi

Assolombarda, Pmi, commercio. Un “manifesto” in dieci punti e l’obiettivo di una “reindustrializzazione sostenibile”

In attese delle elezioni europee non si sa quanto promettenti per il sistema Italia e soprattutto per il nord che cerca di rimanere aggrappato alla crescita continentale, la Lombardia delle imprese non smette di stupire. Se si guarda al fatturato dei primi mesi 2024, confrontato con quello del 2023, si nota un calo del 2,3 per cento. Ma le previsioni del Pil parlano di una crescita dell’1 per cento, mentre solo tre mesi fa pareva fermarsi allo 0,6 per cento. “L’economia lombarda ha prodotto 84 miliardi in più negli ultimi 5 anni grazie alla forza delle nostre imprese. Davanti alle sfide dei prossimi anni – spiega Alessandro Spada, presidente di Assolombarda – servono una visione e una politica industriale europea sui dossier strategici che garantiscano tenuta e competitività”. 

Già, l’Europa. Nei giorni scorsi proprio Spada ha incontrato alcune personalità politiche che avranno un peso sulle scelte della prossima Commissione europea. A tutte ha ribadito la necessità di mettere al centro “dossier strategici come energia, unione bancaria e del mercato dei capitali, difesa e integrazione delle politiche fiscali”. Ma non solo. “Pensiamo all’importanza del tema delle materie prime critiche, elemento chiave per realizzare le transizioni ecologica e digitale. L’intelligenza artificiale, per esempio, richiederà entro il 2030, per ogni anno, circa 2 milioni di tonnellate di rame. E’ urgente, quindi, mettere in atto politiche e strategie comuni per aumentare la produzione e la capacità di approvvigionamento minerario che necessita di anni prima di arrivare a dei risultati e, soprattutto, per le quali servono grandi investimenti europei nettamente superiori a quelli finora definiti”. 
Anche il mondo delle Pmi ha alzato le antenne sul futuro dell’Europa. Confimi – presieduta da Paolo Agnelli, imprenditore bergamasco – occupa uno spazio importante nel mondo delle imprese di medie dimensioni, con un forte insediamento in Lombardia. “Manifattura in primis”, si legge nel manifesto rivolto alla prossima Commissione europea che avrà l’arduo compito di restituire competitività alla macchina produttiva del vecchio continente. I punti salienti della proposta di Confimi fanno riferimento innanzitutto alla salute e al benessere, con un forte accento sui “dispositivi medici”, anche perché in Italia il 95 per cento delle aziende produttrici sono Pmi. Uno dei capitoli centrali riguarda l’energia pulita, poiché “manca all’Europa un piano specifico e un mercato unico”. Anche Confimi si associa al sistema produttivo lombardo nel “ribadire l’importanza di rivedere le regole europee di regolamentazione bancaria che  oggi determinano non poche difficoltà di  finanziamento per le Pmi”.

Carlo Sangalli, patron dei commercianti e del terziario, incontrando alcuni candidati ha lanciato una proposta: “Crediamo sia importante valutare la possibilità di ridurre l’Irap per le imprese che hanno welfare aziendali in grado di coprire le spese sanitarie dei dipendenti”. Ma Sangalli non rinuncia al coté istituzionale: E’ necessario accelerare il processo, seppur difficile, di integrazione politica. Il presidente Mario Draghi lo ha detto recentemente con molta chiarezza: ‘Il modello di crescita europeo si è dissolto, dobbiamo reinventarci’. Altre priorità sono il completamento dell'Unione bancaria, la costruzione del mercato unico dei capitali, in grado di aumentare le opportunità di finanziamento e gli investimenti privati, e un mercato interno ispirato ai principi di sussidiarietà e proporzionalità, con il bilanciamento tra concorrenza e politica di coesione”.
Assimpredil Ance (i costruttori) da parte sua ha rilanciato la necessità di “azioni per sostenere le piccole e medie imprese nell’accesso all’innovazione, in particolare quella legata alla digitalizzazione e alla sostenibilità. Senza dimenticare “la carenza di alloggi, la povertà energetica e la necessità di infrastrutture per la transizione verde e digitale in Europa”. Regina De Albertis ha puntualizzato: “La costruzione di un’Europa più sostenibile richiede un impegno comune e una visione condivisa, e questo incontro rappresenta un'opportunità per approfondire le proposte dei candidati e promuovere il dibattito costruttivo fondamentale per il nostro futuro”.

Le imprese lombarde hanno presentato un Manifesto per l’Europa, con 10 priorità che guardano alla crescita del vecchio continente e non solo agli interessi di bottega. I dieci comandamenti delle imprese partono dalla necessità di “riformare i Trattati per rafforzare la capacità d'azione delle istituzioni europee e renderle più democratiche, riflettendo “su un’evoluzione in senso federale dell’Unione europea per superarne i limiti. Le imprese non dimenticano la “lotta al cambiamento climatico nell’ambito degli obiettivi prefissati e di una transizione economicamente sostenibile”. Vale a dire, fuori da letture eminentemente ideologiche. “L’Unione europea deve dotarsi di una politica economica comune per appianare le disparità tra paesi, promuovere la reindustrializzazione sostenibile, e difendere la propria competitività globale”. C’è poi il fronte delle giovani generazioni, per le quali serve “un’istruzione di base” e la “valorizzazione delle eccellenze”, così come il calo demografico “rappresenta una crisi esistenziale per l’Europa, che deve adottare misure urgenti e strutturali per gestirlo”. Anche la parità tra uomo e donna deve essere ancora raggiunta “sia nella sfera economica sia nella società nel suo complesso”. Non mancano gli appelli alle scelte comuni, per “una strategia estera unificata e “una gestione comune dei flussi migratori con una politica di accoglienza univoca a livello europeo”. Infine un appello per tutelare “il mercato interno”. Obiettivi concreti, desideri, necessità.

Toccherà alla prossima Commissione fare le scelte necessarie. Sapendo che oggi servirebbe un nuovo “Club del coccodrillo” e il coraggio di un uomo come Altiero Spinelli per riformare l’Europa.