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GranMilano

C'è re Armani sulla 90/91 e la circle line diventa verde. Un bel regalo

Fabiana Giacomotti

Riapre l'Emporio in via Manzoni in stile razionalista, ma moderno con trecentocinquanta nuovi alberi che danno nuova vita alla linea del filobus  

Che Giorgio Armani, l’uomo dello chic, abbia scelto di festeggiare la riapertura del suo Emporio di via Manzoni modernizzato e riallestito, ripiantumando con il network cittadino ForestaMi e con il Comune trecentocinquanta nuovi alberi e oltre 60 mila arbusti ed erbacee perenni il percorso del filobus più problematico di Milano, la linea 90/91, attiene a quei favolosi misteri cittadini ai quali appartiene anche la Dalmine, che fino a pochi anni fa aveva sede, e l’ha avuta per molti anni, di fronte alla Pinacoteca di Brera, che è un po’ come se Dassault o Renault si fossero collocati di fronte al Louvre. A Parigi non sarebbe stato possibile; a Milano, città dalle mille risorse e pluricentenarie iniziative di sostegno privato al bene pubblico, è invece perfettamente coerente che l’uomo-simbolo del Made in Italy della moda, “amani” come dicono gli americani per i quali le consonanti liquide non esistono, decida di ingentilire le tristi e sporche fronde che costeggiano il percorso serale degli immigrati in rientro dal lavoro e delle masse studentesche che vanno a “fare serata in centro”, e che la notte diventa non di rado teatro di episodi di sgradevole cronaca.

La linea della 90/91 è così famigerata che qualche anno fa i Club Dogo le dedicarono un verso di “Ciao proprio”: “Sto rap fa brutto come l’ultima corsa sopra la 91”. Quaranta chilometri, sessantacinque fermate, no stop: la nostra “circle line” di superficie, che però, rispetto a molte altre città, e Londra fra le prime, ha anche la funzione, fisica e simbolica, di separare due città: all’interno, il semi-centro elegante e il centro storico; oltre, la periferia con i caseggiati di periferia e nuova immigrazione, “l’oltre” di una città nata concentrica: Cerchia dei Navigli, Bastioni, “la circonvalla”, come direbbe il Milanese Imbruttito.

Il progetto di Armani, che pochi mesi fa ha festeggiato i novant’anni e probabilmente anche questa scelta y est pour quelque chose, insomma c’entra un po’,  ha previsto un intervento di restyling nel rispetto della struttura architettonica preesistente, razionalista, ma appare al contempo, e come fa sapere, “moderno e avvolgente”. Grande felicità degli stylist e degli appassionati di arte, che finalmente e dopo oltre un anno ritrovano la Armani Libri, sollievo per le signore del circondario che, quando devono omaggiare qualcuno, acquistano bouquet o cioccolatini da lui. Se la festa di apertura, gloriosa, nel Duemila, si tenne all’interno e nella piazza antistante, questa volta sarà organizzata in via Borgognone, nel Teatro, subito dopo la sfilata di Emporio, a invito. Per il grande pubblico, invece, e già si prevedono code infinite, distribuzione gratuita in via Manzoni, su un’Apecar, di sportine e cartoline personalizzate sostenibili che potranno essere spedite da caselle postali dedicate per diffondere messaggi a sostegno dell’ambiente.

Che la moda abbia la necessità di affiancare il Comune nella tutela del verde e della sicurezza è abbastanza evidente anche dal lavoro che Tiziana Fausti, buyer extraordinaire, ha fatto nel restauro e nel rilancio di 10 Corso Como, acquistato poco più di due anni fa sull’orlo del fallimento: se la via è tornata a respirare molto si deve a tenace ed elegantissima bergamasca che ha stretto alleanze e accordi con gli esercenti, provvedendo a ripulire e controllare la strada e il suo arredo. L’investimento molto visibile che Fausti ha fatto su quelle mura non consentiva il degrado verso il quale la via, lasciata a sé stessa, sembrava indirizzata.

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