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Dai ticket d'ingresso agli hub della logistica, due modelli opposti per la mobilità a Milano e in Lombardia

Daniele Bonecchi

Il Comune prova a gestirla a furia di ticket e divieti, la regione pensa a un cambio di paradigma. Il nodo del trasporto merci

Da qualche giorno Milano ha inasprito le restrizioni per i veicoli inquinanti nelle zone a traffico limitato, che ormai si estendono fino alla periferia, introducendo nuovi divieti. Per il trasporto merci la selva di stop per molte categorie di veicoli è destinata a incidere sui costi di gestione, soprattutto delle piccole imprese. Un anno fa la tassa d’ingresso nella cerchia dei Navigli è passata da 5 a 7,5 euro. Ma mentre il Comune pensa di gestire la mobilità a furia di ticket, al Pirellone lavorano alla riorganizzazione del trasporto merci. Prima di tutto con una legge sugli insediamenti logistici, “si tratta – spiega l’assessore regionale alle infrastrutture Maria Terzi – di un nuovo capitolo nel settore strategico della logistica, che rappresenta una realtà in forte espansione. Per evitare fenomeni insediativi incontrollati, che talvolta rappresentano una delle maggiori criticità rispetto al consumo di suolo dei territori interessati, Regione Lombardia ha deciso di affrontare la questione in considerazione della lacuna normativa e del valore della logistica. Il settore, infatti, in Lombardia genera un indotto da 35 miliardi di euro (2 per cento del pil del paese), registra la presenza di 28.718 imprese che occupano 232.375 addetti e movimentano 400 milioni di merci circa”. E ora? “Finalmente vengono indicati i criteri per definire gli ambiti idonei per gli insediamenti, nel rispetto della riduzione del consumo di suolo e di sviluppo sostenibile. Inoltre, il progetto di legge dà attuazione a un principio importante: gli insediamenti devono essere gestiti secondo regole uniformi, in una logica di sistema, coniugando l’iniziativa economica e l’esigenza di tutelare il territorio”.

La legge individua le modalità e i criteri per la definizione, da parte delle province, di ambiti territoriali idonei alla localizzazione di insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale. E prevede lo strumento della co-pianificazione per creare il coordinamento tra gli enti interessati. I grandi operatori sono già scesi in campo scegliendo gli snodi viari più interessanti, come nel caso della bistrattata Brebemi, dove però la logistica ha occupato spazi strategici.
Oltre a gestire le ultime miglia delle merci, prima di entrare in città la Regione ha promosso l’alleanza strategica tra Lombardia, Piemonte e Liguria con gli “Stati Generali della Logistica del Nord Ovest”, con due obiettivi: le infrastrutture e l’intermodalità. La Lombardia ha un ruolo di cerniera economico e geografico, per questo in parallelo si è svolta anche la conferenza del nuovo corridoio “Mare del Nord - Reno - Mediterraneo” organizzata dall’EGCT Reno-Alpi, il gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera che lavora per il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi lungo l’intero asse.
L’assessore Terzi ricorda che servono infrastrutture per 5 miliardi l’anno. “In Lombardia si sono sbloccate molte opere fondamentali che vedranno la luce da qui ai prossimi anni, sia in tema ferroviario sia rispetto alla navigabilità del Po o al miglioramento degli interporti e dell’intermodalità. Di seguito alcuni dati che riguardano la Lombardia. Quattro aeroporti lombardi gestiscono il 67 per cento e il 26 per cento dei traffici nazionali rispettivamente delle merci e dei passeggeri. La Lombardia è dotata di un sistema di terminal intermodali inseriti nel network europeo delle reti TEN-T: Milano Smistamento (quasi 12 mila treni/anno) inserito nel Core Network e Interporto di Mortara (unica infrastruttura in Lombardia a disporre contemporaneamente di un terminal intermodale e di un centro logistico, 1.450 treni/anno), Busto Arsizio-Gallarate (2.200 treni/anno), Brescia (circa 7.000 treni/anno) e Mantova Valdaro (550 treni/anno), inseriti nel Comprehensive Network. Ci sono due porti interni nel network europeo: Cremona e Mantova fanno parte del sistema idroviario padano e sono inseriti nel Core Network europeo. A questo proposito, la Regione ha messo in campo incentivi per le imprese che scelgono di puntare sul trasporto merci su rotaia. Si tratta della “Dote merci ferroviaria”, il cosiddetto “Ferrobonus regionale” finanziato con oltre 1,4 milioni di euro. L’obiettivo è attenuare il divario con il trasporto su gomma e favorire l’intermodalità, ovvero la capacità di interscambio ferro-gomma-acqua. Questi incentivi, “possono determinare l’inizio di un’inversione di rotta – prosegue Terzi – ed è stata richiesta da imprese e associazioni di categoria”. Sotto la lente d’ingrandimento della Regione anche le infrastrutture ferroviarie. L’investimento regionale ammonta complessivamente a 1.424.300 euro nel triennio: 450.000 euro per il 2025, 450.000 euro per il 2026, 524.300 euro per il 2027.

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