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Lupi senza agnelli. Lo strano candidato di La Russa e altri nomi 

Fabio Massa

Il leader di Noi moderati sogna di fare il sindaco, ma il presidente del Senato lancia il suo nome per le comunali milanesi due anni e mezzo prima delle elezioni. Un modo per bruciarlo oppure intesarsene la vittoria, mentre da FI rispunta Moratti. Le mosse del centrodestra sotto gli occhi della Madonnina

E’ cosa certa che Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, uomo che dice sempre le cose come stanno, è anche politico espertissimo, navigato e furbissimo, e dalla strategia accorta sulla lunga distanza. Altrimenti non siederebbe sulla poltrona che ha conquistato con mille difficoltà. A volte, la strategia sulla lunga distanza richiede però una tattica depistante sul breve. E così, quando qualche giorno fa ha lanciato Maurizio Lupi sindaco di Milano, in tanti si sono chiesti se davvero parlasse sul serio oppure se stesse seguendo una pista che porta da qualche altra parte. Non a caso il giorno prima solleva il nome, il giorno dopo tira il freno a mano. E nel gioco si inserisce al volo Alessandro Sorte lanciando Letizia Moratti per Forza Italia. Ottima per tenere la posizione, ma qualcuno glielo ha davvero chiesto se ha voglia di riprovarci? Ad oggi non è dato saperlo ma intanto il suo nome è in campo. Perché tutto questo movimento?


Nel centrodestra sotto la Madonnina impazzano le motivazioni in chiave retroscenista. La prima: l’appuntamento delle elezioni comunali è lontanissimo. Probabilmente, primavera o quasi estate del 2027. Due anni e mezzo che sono un’èra geologica. Andrà verificata, ora per allora, la tenuta del governo, quella della Lega (sia nazionale sia locale) a seguito del (forse) già avvenuto referendum sull’autonomia, la tenuta di Fratelli d’Italia a seguito della (anche più difficile) già avvenuta riforma del premierato, la tenuta di Forza Italia rispetto alla (vedi sopra) già avvenuta discesa in campo di Piersilvio Berlusconi. Insomma, è davvero troppo presto. Ma il primo cittadino di Milano non è una carica “locale”. Dicono che valga quanto un ministro, anche se non è vero, almeno a livello politico. L’ultimo che ha avuto un ruolo rilevante dopo essere stato sindaco è stato Aldo Aniasi, in attesa di capire quale sarà il futuro di Beppe Sala. Ma prendere la piazza di Milano sarebbe un segnale fortissimo da parte del centrodestra. E allora perché lo scaltro Ignazio La Russa ha lanciato, due anni e mezzo prima, Maurizio Lupi? I maligni dicono per bruciarlo, semplicemente. Quelli più animati da benevolenza, per intestarselo. E’ certo che Lupi è abilissimo a muoversi nelle pieghe del potere romano, e che – pur con una percentuale assai ridotta – pesa molto più dei voti che ha. Peraltro il sogno di fare il sindaco ce l’ha sempre avuto, e secondo molti ne avrebbe anche la capacità amministrativa. Insomma, un possibile buon sindaco. Ma un buon candidato? La campagna elettorale è altra questione, e La Russa lo sa bene.

Sa bene che Lupi compatterebbe la sinistra nella battaglia contro lo storico nemico: Formigoni, Moratti, la buon’anima del Cav.. Anche se sono mele con pere. Non è un caso che il primo post di Pierfrancesco Majorino dica proprio questo, risultando anche comicamente anticipatore del lancio del nome di Letizia.  Altri ancora, né maligni né benevoli, ma semplicemente con un po’ di conoscenza della città, dicono che – stante la stima per Lupi – uno degli uomini più vicini a Ignazio La Russa sia Giovanni Bozzetti. Uno che il profilo per fare il candidato sindaco ce l’avrebbe, e che è da sempre vicino al presidente del Senato, di cui è anche consigliere. Docente incaricato della Cattolica per l’insegnamento di Analisi e Sviluppo d’Impresa, esperto di marketing strategico, imprenditore inserito nei mondi che contano, a partire da Confindustria. Soprattutto, presidente della quotata Greenthesis fino al settembre 2024. Insomma, curriculum perfetto per scaldare i cuori, se non del popolo, delle élite milanesi. E allora perché lanciare Lupi? E FI con Moratti? Le ipotesi si sprecano. Forse perché Bozzetti, con il suo cursus honorum, potrebbe essere un buon nome per la presidenza di Fondazione Fiera, il cui Consiglio generale e vertici scadranno la prossima primavera. Un luogo nel quale costruirsi un rapporto con la città fatto di una visibilità più marcata, e poi se son rose fioriranno. Altrimenti saranno Lupi. In ogni caso, per Ignazio La Russa sarebbe una buona notizia. In attesa che anche la Lega batta un colpo, l’importante è avere il senso del ritmo.