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Ecco tutti i capolavori d'arte di Milano offerti a città e turisti per Natale

Francesca Amé 

Tra reliquie leggendarie e restauri straordinari, Milano celebra i Magi con mostre al Museo Diocesano e alla Pinacoteca Ambrosiana, senza dimenticare il teatro con il suggestivo "Presepe dei Teatranti"

Con felice coincidenza, i capolavori d’arte sacra confezionati per essere goduti dal pubblico, come da tradizione, durante le feste, hanno scelto di concentrarsi, e bene, sui Re Magi. La nostra città, del resto, ha per loro da sempre un debole: narra la leggenda che quando le reliquie furono portate dalla Terra Santa su un carretto trainato da una coppia di buoi e condotto dal vescovo Eustorgio, gli animali, stremati, si fermarono davanti a una chiesetta che allora era fuori le mura e che poi, ingigantita, sarebbe stata dedicata al vescovo per diventare per sempre “la chiesa dei Magi”, nonostante il Barbarossa e i suoi compari decisero di arraffare le preziose reliquie per portarle a Colonia, dove a dirla tutta hanno costruito per l’occasione un’Arca che è un gioiello di oreficeria medievale. Ci è voluta la diplomazia del cardinal Ferrari per riavere dal vescovo tedesco – ma ormai siamo all’inizio del Novecento – almeno tre pezzettini di ossa, sufficienti per nutrire il già vivace culto a Sant’Eustorgio (meta, il 6 gennaio, dell’unico corteo sacro alle nostre latitudini).

Ci pare dunque azzeccata la combo Magi + “Capolavoro in mostra”, format, questo, ormai collaudato in una città dove la gente si annoia in fretta e dimostra di apprezzare le esposizioni che si focalizzano su una singola opera, specie se corredata da felice allestimento. Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini, ben diretto da Nadia Righi e vicino di casa di Sant’Eustorgio, si prende la scena natalizia con un bis di capolavori. Arriva dagli Uffizi, prestito importante, “L’Adorazione dei Magi” di  Botticelli (fino al 2 febbraio), Epifania assai politica, nonostante la grazia della pittura: i tre Magi hanno infatti le sembianze di Cosimo de’ Medici e di figli Pietro e Giovanni. Nel presepe fiorentino, commissionato a Botticelli dall’ambizioso Gasparre de Lama per ingraziarsi la nota famiglia (ma non gli andò bene), si scorge anche il volto dell’artista, con gli occhi pronti a catturare il nostro sguardo. Accanto ai Magi fiorentini, un altro capolavoro in mostra per le feste al Diocesano: ha l’aria nordica, ma è stato a lungo, anche se malamente, custodito nella Basilica di San Nazaro, accanto alla Statale. E’ il “Retablo dei Magi”, finemente intagliato in legno con pitture e intarsi dorati, realizzato nel Cinquecento nell’atelier dello scultore fiammingo Jan II Borman e arrivato a Milano grazie a tal Protasio Bonsignori da Busto, mercante dotato di gran gusto, che durante il suo ultimo viaggio d’affari ad Anversa acquistò l’opera per impreziosire la cappella di famiglia nell’oratorio all’epoca annesso a San Nazaro. Scoperto per caso vent’anni fa da una studiosa belga di passaggio a Milano, lo scorso anno è stato finalmente ripulito e restaurato dall’Institut Royal du Patrimoine Artistique di Bruxelles e ora, per la prima volta, si mostra con i suoi nove Magi: un’Epifania insolitamente affollata, dove non manca un buffo personaggio, tipico dei presepi nordici, colto mentre defeca, atto – ci spiega la direttrice Righi – considerato simbolicamente purificatorio. Mons. Giuseppe Scotti, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, ci ha confermato che non appena San Nazaro avrà trovato una collocazione degna, il Retablo tornerà in chiesa.

Altri Magi, altro restauro importante, altro capolavoro: questa volta alla Pinacoteca Ambrosiana dove, fino al 4 febbraio, si può ammirare, in tutta la lucentezza dei colori recuperati dal Centro di Conservazione della Venaria Reale, “L’Adorazione dei Magi” di Andrea Schiavone, pittore dalmata attivo a Venezia sul finir del Cinquecento. Epifania elegante e sinuosa, come la colonna tortile al centro del dipinto, è il cuore della mostra diffusa che l’Ambrosiana dedicata all’Adorazione dei Magi: quella del Tiziano in sala 1, del maestro del Santo Sangue nella sala vetrata dantesca, del Morazzone in sala 15, con appendice nella cripta con statuine dei Magi provenienti dal Museo del Presepio di Dalmine. A proposito: ci volevano un teatro, il Franco Parenti, e la direttrice Andrée Ruth Shammah, ebrea sefardita, per ideare un presepe vivente nel cuore di Milano: i Bagni Misteriosi si animano nel fine settimana con l’originale “Presepe dei Teatranti” a bordo piscina, con annessa rassegna teatrale per piccoli e grandi. Da non perdere, ché di teatro così in giro se ne vede poco, la “Lauda sulla Natività” di Jacopone da Todi, sacra rappresentazione “popolare” tanto cara a Testori e ora in scena, per la cura di Andrea Chiodi, fino al 19 dicembre. 

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