Granmilano
Dal vescovo ai dem. Da molto tempo i cattolici a Milano non erano così attivi. Un caso?
Sabato l'evento organizzato in città da Delrio, a cui prenderanno parte anche Prodi, Castegnetti e Ruffini. Sullo sfondo le parole sempre più forti di Mario Delpini
La location è molto laica, il Palazzo Lombardia, anche se politicamente parlando si va “in partibus infidelium”, dacché qui la sinistra, neppure nella versione catto-dem non ha mai comandato. A Milano città invece sì, e qui forse sta un aspetto interessante e simbolico dell’evento. Sabato 18 in Sala Biagi ci sarà il primo incontro, molto annunciato, della nuova area (non dite corrente) dei cattolici del Pd – o almeno una parte: curiosamente un altro gruppo della famiglia si riunirà a Orvieto lo stesso giorno – lanciata da Graziano Delrio col nome di Comunità democratica. Il titolo, “Creare legami, guarire la democrazia” indica l’ambizione di un nuovo protagonismo cattolico nell’èra melonian-trumpiana. Un panel di temi importanti, ma c’è quell’aspetto simbolico – chissà se casuale o voluto – che intriga gli osservatori ambrosiani.
La città di Ambrogio, appunto. Ricchissima di istituzioni, operatività e ricadute politiche cattoliche – domani tra l’altro debutta con l’inaugurazione dell’anno accademico la nuova rettrice della Cattoloica Elena Beccalli, con uno speech che si annuncia anche molto “sociale” per il ruolo dell’ateneo – va però detto che il ruolo del mondo cattolico è stato per lungo tempo non assente, ma certo silente. Dopo l’age d’or del cardinal Martini, poche prese di posizione, niente critiche (dirette) alla politica, nessuna chiamata alle armi e la benedizione ai cattolici che volevano farlo di impegnarsi dove volevano. I tempi sono cambiati, per la città a livello sociale sono tempi duri. Mario Delpini, arcivescovo dai toni gentili, sta da tempo alzando la voce: spronando a iniziative sociali (la diocesi ha appena lanciato il Fondo Schuster - Case per la gente) e a nuove imprese. Il suo discorso alla città per Sant’Ambrogio ha colpito per le critiche esplicite a Milano. La Caritas Ambrosiana è da tempo motore essenziale del welfare, le cooperative bianche sono in prima linea nel dibattito sull’edilizia sociale, tutti parlano di un modello Milano da rifare. Nessuno ovviamente può pensare che ci sia il manto del vescovo steso sopra la convention di Delrio, ma non può sfuggire che, tra due anni, la corsa per il sindaco di Milano sarà anche il banco di prova per immaginare come “guarire la democrazia”. Ci saranno i padri nobili Romano Prodi (da remoto) e Pierluigi Castagnetti (operazione ubiquità: sarà in streaming anche a Orvieto). Ci sarà l’ex sindaco di Brescia Emilio Boni, l’assessore milanese Marco Granelli, Fabio Pizzul e ovviamente la “star” del nuovo corso, l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini Ruffini. Ma anche “pensatori d’area” oggi molto ascoltati nella chiesa a trazione sociale, a Roma e a Milano: come l’economista Leonardo Becchetti e l’urbanista Elena Granata. Una location solo casuale?