Mostra "METAL PANIC" di Marcello Maloberti al PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea) - Foto di Emanuele Cremaschi/Getty Images 

Milano capitale dell'arte contemporanea. Aperture e idee (e il museo?)

Francesca Amé

Nuove gallerie e progetti innovativi consolidano la città come "art hotspot". Dall'endorsement del Financial Times all’ammiraglia mondiale Thaddaeus Ropac che approda a Palazzo Belgioioso

Abbiamo lasciato passare qualche tempo per riprendere in mano il pezzo (citatissimo, condiviso via screenshot sui social dal giro meneghino che all’argomento tiene particolarmente) in cui la settimana scorsa il Financial Times definiva Milano un “art hotspot” e addirittura “art capital of the future” (Roma invece in picchiata, ma questa è un’altra storia). A sostenere la tesi del quotidiano della City britannica, oltre l’apertura che anche qui abbiamo ampiamente raccontato di Palazzo Citterio per la Grande Brera, è la sorprendente scelta di un’ammiraglia delle gallerie mondiali come Thaddaeus Ropac di approdare in quel Palazzo Belgioioso, a due passi dalla Scala, che già un tempo fu art-occupato (da Massimo De Carlo, il re Mida delle gallerie italiche, e da Peres Projects).

 
In autunno avremo così a Milano una galleria nuova di zecca, 280 mq spalmati su tre piani e già si mormora che anche la piazza sarà coinvolta da progetti speciali, a uso e consumo del mercato dell’arte: la galleria, che ha Elena Bonanno di Linguaglossa come capace ad, è alla sede numero sette nel mondo e anche a Milano è predestinata a diventare il nuovo indirizzo giusto dove poter apprezzare il contemporaneo in città.  In attesa di un vero progetto museale pubblico dedicato all’arte di oggi, è nelle gallerie cittadine che conviene recarsi per fiutare il nuovo: tra gli indirizzi da mettere in agenda Poggiali in Foro Bonaparte (apre oggi la personale della giovane veneziana Barbara De Vivi) e Robilant+Voena che ha aperto una nuova elegante sede espositiva dove la settimana prossima inaugurerà la mostra fotografica di Priscilla Rattazzi. Si trova giusto all’inizio di via della Spiga dove, ma al civico 48, da qualche tempo seguiamo con interesse l’intelligente lavoro di Circolo, spazio questo no profit ideato dall’architetta e mecenate libanese Nicole Saikalis Bay, un tipo minuto, sorridente ma volitivo, che ciclicamente presenta artisti di altre gallerie straniere o talenti creativi che meritano di essere visti, con una ventata di aria fresca che di rado si respira altrove. 

 
Con Londra che chiede conti troppo salati per le tasse causa Brexit e Parigi che è ormai inarrivabile quale capitale europea del gran circo dell’arte contemporanea, Milano si consolida quale una piazza appetibile: l’arte contemporanea è un asset goloso e l’amministrazione lo ha capito, sorridendo all’arrivo dei nuovi arrivati. Senza voler guastare la festa, vanno tuttavia ricordati i passati eccellenti arrivi e le seguenti ritirate (Lisson Gallery, ad esempio, o la recente scelta della casa d’aste Christie’s di mantenere Palazzo Clerici come sede espositiva ma di portare tutti gli incanti nella Ville Lumiere), ché il mercato sotto la Madonnina resta comunque ristretto rispetto ad altri parchi giochi globali. 

 
Detto questo, è sulla qualità e non solo sulla quantità che va valutata la partita: in assenza di un’agenda museale nitida sul contemporaneo e al netto del buon lavoro di alcune fondazioni private (tralasciando i soliti noti: passate da ICA, nell’ormai gentrificata via Orobia, traversa di viale Ortles), alcune gallerie si stanno configurando, e non da oggi, come spazi pressoché museali di ricerca. Una è senza dubbio Viasaterna, creatura di Irene Cocco. Nella sede di via Leopardi presenta da questa settimana “The Subject Matters”, una collettiva curata da Luca Fiore che, ci dice lui, ragiona sul linguaggio della fotografia “quando si concentra su soggetti minimi, mettendo a fuoco l’ordinario”. Una cinquantina di scatti di straordinaria normalità di Guido Guidi (classe 1941: il nostro preferito), Gerry Johansson, Takashi Homma, Terri Weifenbach e Vanessa Winship sono un’opportunità di contemplazione e scoperta. 
 

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