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Sicurezza, islam e ciclabili, i Municipi sono la palestra della nuova leva di FdI. Sotto l'ala di La Russa
Nei nove municipi cittadini si contano ben 39 consiglieri di Fratelli d’Italia, e un assetto rinnovato servirà a dare smalto all’azione sul territorio già caratterizzata dall’attivismo sui temi della sicurezza e del contrasto alle moschee abusive, oltre alla battaglia contro le politiche sulla viabilità della giunta Sala
Non è dalle ramificazioni nei poteri locali di una pur grande metropoli che si capisce quale sia la presa di un partito, o di una compagine di governo, sul territorio. Questo è ovvio, al massimo è questione di osmosi, più che di capillarità. Anche perché, a Milano, nei suoi quartieri e municipi, Fratelli d’Italia ha sempre dovuto competere-convivere con un radicato mondo centrista e con la lunga storia leghista. Ma Milano ha le sue particolarità anche se osservata con la lente delle piccole realtà. La riforma del decentramento del 2016 ha decretato la nascita dei Municipi aggiungendo, rispetto ai vecchi Consigli di Zona, una giunta composta da tre assessori guidati da un presidente eletto direttamente dai cittadini. Sono arrivate anche nuove competenze e un budget più sostanzioso che assicurano scampoli di potere. Se si finisce all’opposizione, il Municipio offre solo quell’unica opportunità storicamente propria di questi parlamentini: una palestra politica per coloro che prima o poi vogliono tentare il salto di qualità.
Quest’ultimo è il caso di Fratelli d’Italia, appartenente alla minoranza, assieme al centrodestra, nei nove municipi cittadini nonostante conti ben 39 consiglieri, tra cui le new entry Stefania Ambrosini (Zona 1) ritornata nel partito dopo una fase di rottura e l’ex leghista Luca Bonomi (Zona 8). Roma è lontana, Palazzo Marino pure, ma Fdi ha una sua solidità e un suo peso. La guida politica è in capo a Simone Orlandi, 45 anni, consigliere del Municipio 7, da sempre legato all’europarlamentare Carlo Fidanza e diventato coordinatore cittadino nel dicembre del 2023 al termine di un congresso che ha visto la componente di Fidanza alleata con Mantovani prevalere su quella di Osnato-Lucente che sosteneva Enrico Turato consigliere del Municipio 8. Un’operazione benedetta da Daniela Santanchè per conto di Ignazio La Russa: puro maistream di partito. Per rendere più efficace la presenza del partito sul territorio il 15 febbraio prossimo si terranno i primi congressi di Municipio dove verranno eletti 9 coordinatori da 2.700 iscritti cui sarà affidato il compito di portare avanti la linea politica a livello di quartiere: “I gruppi delle zone – spiega al Foglio Orlandi – si raccordano con il gruppo consiliare e devono tenere vivi i rapporti con i cittadini, sviluppando una fase di ascolto che è poi alla base delle nostre proposte. Per i congressi del 15 abbiamo individuato candidati unitari che ci aiuteranno a lavorare in questi due anni che ci separano dalle elezioni comunali”.
Il nuovo assetto servirà a dare smalto all’azione sul territorio al momento caratterizzata in particolare dall’attivismo sui temi della sicurezza e del contrasto alle moschee abusive che incontra la forte concorrenza della Lega. Più solitaria è la battaglia contro le politiche sulla viabilità e, in particolare, le piste ciclabili che agli occhi del partito rappresentano il peggio della giunta Sala. Al punto che durante la scorsa campagna elettorale un gruppo di militanti guidati da Maurizio Gussoni, candidato Fdl alla presidenza del Municipio 3, si presentò con i martelli in corso Buenos Aires con l’intento (solo simbolico) di demolire i cordoli. Ma non è tutto, c’è stata anche la sortita del consigliere Paolo Roccatagliata (Municipio 2) che lo scorso giugno è arrivato a dire "mi dispiace per i ciclisti sotto i camion, ma neanche tanto" mentre si discuteva una mozione sulla ciclabile di viale Monza.
Quanto al personale che anima i gruppi è difficile tracciare un identikit. Spiega Gussoni: “Ci sono alcuni, come me, che provengono dal Msi accanto ad altri che si sono avvicinati più tardi, poi ci sono i giovani che sono bravi e volenterosi ma si muovono in una realtà ostica perché tra gli under 30 il disinteresse per la politica è molto diffuso”. Per alcuni si profila una candidatura al comune, ad esempio il trentenne Mattia Ferrarese al secondo mandato nel Municipio 3. Oppure il 39 enne Carlo Sorrentino (Municipio 2) anche lui alla seconda esperienza. Ma il nome pesante è senza dubbio quello di Lorenzo Cochise La Russa, 29 anni, capogruppo nel Municipio 1, quello del centro. Ha preso l’impegno con serietà, lo si vede anche ai banchetti come un militante qualunque pur essendo il secondogenito di Ignazio ma è prematuro dire se diventerà il suo erede: occorre saggiarne le qualità e attendere che il padre si faccia da parte, evento che non avverrà a breve. E poi c’è il precedente del fratello maggiore Geronimo La Russa che ricoprì lo stesso incarico tra il 2001-2006 per lasciare subito dopo la politica e dedicarsi all’attività privata: chiamarsi La Russa non è sinonimo di carriera politica.