Giovanna Iannantuoni (Ansa)

Gran Milano

Fondazione Bicocca, un'alleanza strategica tra sapere e sviluppo

Daniele Bonecchi

Valorizzare la proprietà intellettuale, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Parla la rettrice Giovanna Iannantuoni: "Noi abbiamo deciso di mettere in connessione la formazione del capitale umano, l'innovazione tecnologica che viene dalla ricerca e il mondo dell'impresa"

Oggi è di grande attualità la pratica della rigenerazione urbana ma pochi ricordano che il primo quartiere che l’ha tradotta in un fatto concreto e l’ha interpretata al meglio è stato, una trentina d’anni fa, la Bicocca. “La Bicocca ha avuto tante trasformazioni – spiega al Foglio Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università degli studi Milano-Bicocca, che ha preso il nome del vecchio compound operaio – perché prima il quartiere era stato un agglomerato agricolo, poi arrivò la rivoluzione industriale e diventò un polo manifatturiero con la Pirelli e, al confine di Sesto, la Falck. Trent’anni fa è nata l’università e alla stazione ferroviaria di Greco Pirelli, invece delle migliaia di tute blu, hanno iniziato a scendere dai treni altrettanti studenti. Oggi sono 40 mila e nel quartiere ci sono centinaia di uffici e laboratori, compreso Il Sole 24 Ore. Ora stiamo lavorando ad un restyling degli spazi comuni dell’università, per renderli ancora più accoglienti”. Nel cuore del quartiere universitario è nata ora la Fondazione universitaria, per supportare e valorizzare le attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico – attraverso iniziative di promozione e sostegno finanziario e strategie di cooperazione nazionale e internazionale – mettendo in  connessione mondo accademico e produttivo. E’ questa la mission della Fondazione Bicocca, il nuovo ente costituito dall’Università. Le sue finalità principali sono: il sostegno all’imprenditorialità accademica e alla valorizzazione della proprietà intellettuale; il supporto ai servizi per gli studenti e alle iniziative di orientamento; la partecipazione a progetti internazionali, europei e nazionali per attrarre finanziamenti a sostegno della ricerca e dell’innovazione.


“Noi – racconta Iannantuoni – con la nostra Fondazione universitaria abbiamo voluto fare una scelta, tipica del Dna di Bicocca: cioè col coraggio di mettere in connessione la formazione del capitale umano, l’innovazione tecnologica che viene dalla ricerca e il mondo dell’impresa. Abbiamo scelto di lavorare con tutti gli ambiti economici, compreso il terzo settore, rispetto al quale si possono fare davvero grandi cose. Quando si parla di innovazione, pensiamo anche all’ultimo miglio, quello che dovrebbe permettere a tutti i cittadini di acquisire quei comportamenti, sulla mobilità, sulla tutela e la valorizzazione ambientale, in grado di incidere sul modello sociale. Un ateneo pubblico con una grande potenzialità di ricerca come Bicocca, può, in un ambiente dinamico come quello milanese, mettersi a disposizione per essere volano di crescita”. Utile anche per il territorio lombardo, dunque.  “La Fondazione potenzia e amplifica l’impatto dell’Università sul territorio e nel panorama accademico nazionale e internazionale. Milano-Bicocca si pone all’avanguardia nella creazione di un ecosistema accademico-innovativo, in grado di rispondere alle sfide del futuro con strumenti più efficaci e competitivi”. 


Con le imprese sono attivi una quindicina di laboratori congiunti di ricerca, dalla chimica ai nuovi materiali, all’ambiente. “Occasioni di lavoro comune, per mantenere un livello di ricerca molto alto e per realizzare un’attività utile alle imprese. Sono davvero molte anche le imprese coinvolte nell’innovazione tecnologica collegata al tema delle scienze della vita: obiettivo creare reti utili alla ricerca”. Tra le piccole imprese – la grande maggioranza in Lombardia – c’è un gran bisogno di ricerca: “Sulla crescita e sulla competitività sappiamo quanto ci sia bisogno di lavorare sulle piccole e medie imprese, dobbiamo fare questo passo in più, la nostra comunità è pronta e così ho chiesto agli scienziati e ai miei ricercatori di considerare l’università, il campus e la città, come un laboratorio innovativo. Le aziende hanno risposto in modo positivo, come il corpo docente e gli studenti, cogliendo questa opportunità”. A proposito dello sviluppo di Milano, c’è chi lamenta la crescita eccessiva degli eventi e il graduale ridimensionamento dell’industria manifatturiera, ma forse è un percorso obbligato. Che rapporto ha la Bicocca con la città? “Il mondo universitario è fortemente radicato a Milano, sono oltre 200 mila gli studenti in città, le università sono il futuro di Milano, sono la prima economia del territorio, a partire dalla rigenerazione urbana (col Poli alla Goccia, la Statale a Mind e noi che abbiamo rinnovato il quartiere Bicocca). Il ruolo delle università sta cambiando velocemente il profilo della città, è un volano d’innovazione, direi: porte aperte ai giovani, alla loro creatività e alle loro idee. Ma serve una solida alleanza tra le università e le istituzioni cittadine. E poi noi non vogliamo una città eccessivamente polarizzata, la città deve poter diventare diffusa, policentrica, condividendo gli spazi”, dice Iannantuoni. Uno degli aspetti che riguarda da vicino chi ha la responsabilità di guidare un ateneo è il futuro dei giovani che vengono formati. “Bicocca ha la metà degli studenti che arrivano da fuori, destinati a diventare forza lavoro di grandissima qualità, in connessione con le imprese e la Pa. Vorrei sottolineare il ruolo dei dottori di ricerca di Bicocca, che si avvicina al 100 per cento di occupazione: ragazzi che sono a disposizione del mondo dell’impresa per aumentarne la competitività e diventare leader nell’innovazione”, conclude la rettrice Iannantoni. 

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