(LaPresse)

Gran Milano

Donne, lavoro, libertà (e figli). Fondazione Gi Group fa i conti

 Daniele Bonecchi

“In Lombardia il divario tra il lavoro che riguarda uomini e donne è di 14 punti: il 62 per cento delle donne lavora contro il 76 per cento degli uomini. Complessivamente nel nostro territorio l’occupazione femminile è sotto la media europea" dice Paolo Mora, direttore generale del settore Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia

L’obiettivo finale si chiama conciliazione vita lavoro. Ma oggi i problemi non mancano: da una parte l’inverno demografico, dall’altra, il sottoutilizzo del capitale umano femminile. Sfide cruciali per un paese dove la difficoltà di un’occupazione stabile, soprattutto per le donne, rende difficile guardare al futuro. Secondo i dati Eurostat 2022 analizzati da uno studio di Fondazione Gi Group, infatti, l’arrivo di un figlio riduce il tasso di occupazione femminile di 7,7 punti percentuali (58,6 per cento rispetto a 66,3 di chi ha figli), con un impatto ancora più marcato quando i bambini hanno meno di 6 anni: in tal caso, solo 53,7 delle donne con due figli lavora, percentuale che scende al 35,2 per chi tre o più figli. A ciò si aggiunge che le principali difficoltà che emergono dai colloqui del CAV Mangiagalli con le donne sono, nell’80 per cento dei casi, di tipo economico.


Fondazione Gi Group ha elaborato lo studio “Donne, lavoro e sfide demografiche” con l’obiettivo di aprire un confronto col mondo dell’impresa, a partire da realtà dinamiche come Assolombarda, Arcaplanet, Carrefour, Danone e Regione Lombardia. E proprio Regione Lombardia è impegnata ad affrontare concretamente il supporto alle donne e il reinserimento nel mondo del lavoro. Paolo Mora, direttore generale del settore Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, intervenendo all’incontro promosso dalla Fondazione, ha puntualizzato: “In Lombardia il divario tra il lavoro che riguarda uomini e donne è di 14 punti: il 62 per cento delle donne lavora contro il 76 per cento degli uomini, divario spiegato dalle province più lontane da Milano. Complessivamente nel nostro territorio l’occupazione femminile è sotto la media europea. Anche se c’è stata una risposta positiva del mercato femminile alla domanda di flessibilità del mondo dell’impresa, a patto che ci sia compatibilità con le esigenze delle donne”. Tra gli strumenti messi in campo dalla Regione c’è la Dote unica lavoro, nata e finanziata col Pnrr. L’adesione è stata significativa con oltre 300 mila persone coinvolte in un anno.

C’è poi il Programma Gol, Garanzia di Occupabilità dei lavoratori: un’offerta di servizi per l’inserimento o il reinserimento lavorativo e la qualificazione o riqualificazione professionale. Hanno partecipato 930 imprese o professionisti. A metà aprile partirà la seconda edizione, con alcuni correttivi: contributi a rimborso fino a 16 mila euro. La terza iniziativa è Lombardia per le donne, con due contributi: uno destinato al sostegno per l’assistentzae familiare esercitata dalle donne a favore di minori o disabili, fino a 400 euro al mese. E poi la Dote alle donne che rientrano al lavoro.


Il Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli, attivo dal 1984, con Gi Group, parte di Gi Group Holding, hanno lavorato al progetto Diciotto Più destinato alla formazione e all’inserimento lavorativo delle madri. L’iniziativa nata nel 2023, ha permesso ad oggi di supportare 138 persone. Ai servizi di ascolto, consulenza, percorsi individuali e di gruppo, fornitura di beni di prima necessità, messi a disposizione ogni giorno dal CAV Mangiagalli, sono stati affiancati anche percorsi di pre qualificazione condotti con il supporto specialistico di Gi Group. Sono stati realizzati programmi gratuiti di orientamento, formazione, avviamento o reinserimento nel mondo del lavoro con l’obiettivo di sostenere le donne e le famiglie rendendole autonome, indipendenti e integrate nella società. “Troppo spesso in Italia le donne si trovano di fronte alla necessità di dover scegliere tra il lavoro e la genitorialità. Promuovere un cambiamento culturale è una responsabilità che richiede il contributo di tutti: istituzioni, aziende, terzo settore e individui”, ha detto Chiara Violini, presidente di Fondazione Gi Group – Con il progetto DiciottoPiù supportiamo le donne e le famiglie in un momento di vita tanto importante quanto spesso delicato, ascoltandole e accompagnandole nella costruzione di percorsi di autonomia e inclusione”.