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Quattro pagine del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci vanno a Osaka
Dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana al Padiglione Italia dell’EXPO 2025 in Giappone. “Leonardo da Vinci resta il miglior ambasciatore della cultura italiana nel mond”, dice monsignor Marco Navoni, prefetto dell'istituzione ecclesiastica milanese
Con il “Codice da Vinci” si vince facile e si va lontano. Il comune, d’accordo con il Comitato Expo, ha puntato la sua fiche sul “brand Leonardo” per conquistarsi, grazie alla collaborazione con l’Ambrosiana, un posto in prima fila al Padiglione Italia dell’EXPO 2025 che aprirà il 13 aprile a Osaka, in Giappone. E quindi, mentre in giro è tutto un fermento “di allestimenti in location” per una Design Week (8-13 aprile) che registra già ovunque il tutto esaurito, ci sono ben altri e più preziosi imballaggi da considerare. Sono alcune pagine del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci conservate all’Ambrosiana, cuore del progetto “Milano e Leonardo” del Padiglione Italia in Giappone, progettato dall’architetto Mario Cucinella quale rivisitazione in chiave moderna di una città rinascimentale (nelle immagini: “Studi architettonici per la basilica di San Lorenzo a Milano”, circa 1513-1515, e, in basso, “Filatoio a manovella con molti suoi particolari”, cierca 1495-1499).
“Leonardo da Vinci resta il miglior ambasciatore della cultura italiana nel mond”, dice al Foglio monsignor Marco Navoni, prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, mentre ci anticipa quali disegni del Codice Atlantico, che in tutto è composto da 1.119 fogli, sono in partenza per Expo 2025, accompagnati in persona da mons. Alberto Rocca, direttore della Pinacoteca Ambrosiana.
I fogli sono quattro (“selezionati tra quelli che possono essere movimentati”) e partiranno due alla volta: ogni coppia si fermerà in Sol Levante per tre mesi e poi, per motivi conservativi, dovrà tornare all’Ambrosiana. Che “Leonardo milanese” vedranno in Giappone? “Si è voluto comunicare il suo genio poliedrico: nei vent’anni trascorsi a Milano alla corte di Ludovico il Moro, da Vinci è stato anche e soprattutto ‘ingegnere civile e militare’”. I primi due fogli a partire rappresentano il primo un battiloro, un macchinario che permetteva di creare lamine d’oro, e il secondo un filatoio a manovella, in omaggio alla ricca produzione tessile che all’epoca fioriva in Lombardia. A staffetta, partiranno poi per Osaka due fogli maggiormente legati agli interessi artistici di Leonardo. Nel primo si vedono gli studi architettonici per la basilica di San Lorenzo a Milano: “Prima della costruzione del duomo San Lorenzo disegnava lo skyline della città: era percepita come molto imponente, Leonardo ne era incuriosito”, spiega mons. Navoni. Il secondo foglio presenta invece studi di ombre e diversi schizzi architettonici. “Leonardo continua ad affascinare perché è una personalità complessa che ha esplorato tutti i saperi. Il fatto che scrivesse da destra a sinistra e le tante leggende sul suo conto ne hanno alimentato la popolarità spesso, anche per il successo dei vari libri e film, calcando su un certo esoterismo da cui dobbiamo tenerci prudentemente lontani”, continua mons. Navoni. Che i fogli del Codice viaggino spesso e volentieri (alcuni sono stati in Australia e nuove trattative sono in corso downthere, altri in America, altri ancora nelle più vicine Gallerie d’Italia per la mostra “Il Genio di Milano” appena chiusa), non deve invece sorprendere: “I fogli del Codice sono patrimonio dell’Ambrosiana, ma prima di tutto dell’umanità: è giusto renderli fruibili a più persone possibile”, conclude mons Navoni.