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M5, quanto mi costi. Un problema per la mobilità milanese
Gli extracosti (e i tempi infiniti) minano un progetto vitale per lo sviluppo del trasporto nel nord Milano
Non sono soltanto gli extracosti a minare l’avvio del nuovo tratto della M5 – 12,6 km con 11 stazioni che collegheranno Milano Bignami a Monza Nord – e di M1 che prevede la tratta Sesto Fs-Monza Bettola per 1,879 km. Difficoltà nell’assegnazione degli appalti, privati che si tirano indietro e insidie che possono presentarsi in sede di realizzazione contribuiscono a complicare la vita di queste due opere considerate strutturali per lo sviluppo del trasporto nel nord Milano.
Andiamo con ordine. Gli extracosti per il tratto di M5 sono stimati in circa 590 milioni di euro, non pochi se si pensa che l’accordo iniziale, siglato nel 2016, prevedeva un investimento di 1,296 miliardi di euro (il conto è salito di oltre il 40 per cento). Come conseguenza è stato rivisto il cronoprogramma dal comune di Milano, capofila del progetto che coinvolge Regione e i comuni del territorio interessati, che adesso prevede l’avvio dei lavori a settembre 2027 e la fine a marzo 2033 con la conclusione dei collaudi e l’entrata in servizio nel dicembre 2033. Secondo l’assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi è possibile un contenimento della spesa: “La Regione sta sostenendo quest’opera con 287 milioni, poi c’è l’impegno del governo che arriva all’80 e il resto è in capo ai comuni. Gli extracosti derivano dalla variazione del preziario del 2018, su cui erano stati eseguiti i calcoli in un primo tempo, rispetto a quello del 2024 cui va aggiunto il costo di alcune opere da realizzare sul territorio. I tecnici stanno studiando la possibilità di ridurre queste spese per facilitare l’inizio dei lavori per i quali ribadiamo la necessità che siano appaltati con un lotto unico”.
Un altro problema non ancora risolto riguarda la fermata di Bettola, a nord di Cinisello, dove convergeranno M5 e M1: un vero hub dei trasporti, era previsto un complesso polifunzionale di Auchan con negozi, cinema, ristoranti, un centro direzionale e una stazione di interscambio per due metropolitane e soprattutto 2.500 parcheggi. Un megaprogetto che sembra del tutto abortito e che – come sottolinea l’associazione monzese HQ Monza – lascia interrogativi su come sarà completato l’interscambio tra le due linee. Ad ogni modo palazzo Marino assicura che le due fermate restano nel progetto. E giusto per non farsi mancare niente non è escludere la possibilità di qualche rinvenimento di reperti archeologici che si sono rilevati un autentico calvario anche nella realizzazione della M4: i rischi più alti sono intorno alla stazione ferroviaria di Monza.
Problemi di extracosti si sono presentati anche per l’altro braccio del prolungamento, poco meno di 2 chilometri che risultano strategici perché metteranno in connessione la linea M1 con la M5 a Bettola, ovvero Milano e Sesto con Monza. A giugno 2024 grazie all’impegno del senatore leghista Romeo sono stati stanziati 18 milioni, che si aggiungono ad altri 20 milioni di euro già previsti dalla legge Obiettivo e che hanno consentito il varo della gara d’appalto lo scorso febbraio: “Iniziamo a vedere la luce di una vicenda surreale – spiega il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto di Stefano – iniziata nel 2011 e che si sarebbe dovuta concludere nel 2015 con Expo. Non è andata così, gli stop sono stati diversi ma adesso attendiamo l’esito della gara per l’avvio di una tratta in cui sono stati già completati il tunnel e una stazione”.
Il punto della situazione spetta all’assessore alla Mobilità di palazzo Marino, Arianna Censi: “Ricordo un fatto importante, c’è la volontà politica di tutti i soggetti impegnati che comprendono appieno l’importanza per il nostro territorio. Il tema degli extracosti va affrontato con il governo, questa è un’opera interamente pubblica: il sindaco di Milano e il presidente della Regione incontreranno il ministro Salvini per trovare la soluzione in tempi brevi perché abbiamo bisogno delle nuove linee”. Gli studi di fattibilità indicano un flusso di 140-150 mila auto, si stima che 35-40 mila possano restare nei garage: “Non è solo una questione di trasporti e di migliore qualità dell’aria – precisa – ma anche della possibilità di rendere più vicina e attrattiva la Brianza per coloro che vivono a Milano e di migliorare la qualità della vita dei passeggeri, com’è avvenuto con M4”.