Così a Milano torna il verde
Altro che via Gluck, un nuovo progetto di edilizia tutto “green” (e soldi cinesi) decolla in città
Là dove non c’era più il verde, ora torna il “green”. Perché via Pirelli non è lontana dalla via Gluck, ma porta volta è a un passo e orti e serre spuntano dove non diresti. Se Milan e Inter parlano ormai cinese, pure il Pavia Calcio, per un certo periodo, ERA stato sulla stessa scia. L’aveva acquistato Xia Dong Zhu, magnate cinese e amante del football al punto da voler fare un’accademia dove insegnare il calcio italiano ed europeo a calciatori, allenatori e manager del suo paese. Una passione vera dalla quale è uscito scornato e deluso e con un codazzo fallimentare. Ma non ha mollato il Belpaese, Zhu, che ora s’è buttato a capofitto negli investimenti immobiliari. Milano e l’Italia gli piacciono e qui in città vorrebbe arrivassero altri ricchi abitanti del suo lontano paese. Ma non solo dalla Cina, of course. Così, a due passi dall’area di Garibaldi Porta Nuova, precisamente in via Pirelli, in area ferma da anni e a oggi nascosta tra botteghe e uffici, ecco aprirsi un cantiere che in meno di due anni porterà alla realizzazione del progetto “‘”Giardini d’Inverno”. Si tratta di un edificio residenziale di 15 piani fuori terra (sei interrati) che ospiterà 127 nuovi appartamenti di gran pregio. Investimento 100 milioni.
“Voglio costruire un edificio che diventi punto di riferimento a Milano per la Cina che conta. Un luogo dove abitare e trascorrere le vacanze. L’Italia è un paese bellissimo e voglio che i cinesi la conoscano e la amino come faccio io”, ha commentato Xiao Dong Zhu. Che ha voluto un partner italiano, Maurizio Del Tenno, socio della China Investment, la società italo cinese nata nel 2014 e che si occupa di sviluppo immobiliare. In prima persona, però, non c’è lui ma la moglie Jiaying Cai, consigliere delegato in Cina di Vestate Group Holding Ldt, società che opera nel settore del retail e quotata alla Borsa di Hong Kong nonché presidente del Shanghai Megaview Cinema Circuit, società nota per aver prodotto numerosi film e reality per la televisione. “Tutto è nato durante l’Expo che ha fatto da volano per le relazioni –racconta Del Tenno – Xiao Dong Zhu e la moglie, un’importante design in Cina, mi sono stati presentati e da li è partito il progetto: abbiamo acquistato l’area e ora siamo pronti per iniziare i lavori”. Ma la vera caratteristica, per cui vale la pena segnalare i “Giardini d’inverno” tra le novità dell’innovazione milanese, è il progetto completamente “green”.
Il progetto dei giardini d'inverno a Milano (foto LaPresse)
Ci saranno 110 serre “in quota”, orti verticali con arbusti, rampicanti, alberi da frutto e terrazzi dotati di giardini pensili. Sembra una sfida cinese al Bosco verticale di Stefano Boeri: “Non abbiamo copiato, siamo partiti dagli orti, una certa familiarità c’è, sono due palazzi verdi. Sono due cose diverse ma stanno bene insieme”. Nell’attico dell’edificio saranno installati 200 metri quadri di pannelli solari e fotovoltaici. L’edificio, di classe A, ospiterà lobby, piscina panoramica, un’area wellness, spazi per feste ed eventi mentre il piano terra è destinato a esercizi commerciali e di servizio. Il controllo centralizzato di tutti gli impianti, un sistema di videosorveglianza h 24 e la possibilità di gestire la casa a proprio piacimento e con estrema semplicità grazie alla domotica, minimizzano i consumi e l’impatto sull’ecosistema, migliorando il benessere psicofisico e la sicurezza della persona. La residenza rappresenta, in pratica, la più aggiornata e sofisticata risposta al comfort abitativo e al rispetto dell’ambiente: le tecnologie all’avanguardia, la selezione di materiali sostenibili e riciclabili. Un progetto completamente made in Italy firmato dall’architetto Paolo Caputo, realizzato dalla Colombo Costruzioni e arredato nelle parti fisse (cucina e armadiature personalizzabili) da Poliform e Varenna. “E’ cambiato il modo d’investire dei cinesi – continua Del Tenno – prima arrivavano in Italia per comprare aziende e carpirne il know how. Ora comprano per lasciare qui. Sono diventati più occidentali”.