Ema, referendum, primarie, regionali. Il disegno delle strane alleanze della Lombardia
Per risolvere la situazione attuale ci vorrebbe il Bartezzaghi. Quello della Settimana Enigmistica. Eppure il gioco dovrebbe essere semplice
Per risolvere la situazione attuale ci vorrebbe il Bartezzaghi. Quello della Settimana Enigmistica. Eppure il gioco dovrebbe essere semplice: non un cruciverba a schema libero o una sciarada, ma una “pista cifrata”, che per i bambini è “unisci i puntini”, della politica lombardo-milanese.
PUNTO 1 - Roberto Maroni si aggiusta gli occhiali, fa un sorrisetto. “Matteo Salvini? Sicuramente sarebbe un ottimo ministro dell’Interno. Di certo molto meglio di Minniti. Però non bravo come quello di qualche tempo fa” (riferimento a se stesso). Risata nella sala delle Stelline, durante IDN2017. Qualche tempo dopo: Maroni parla di un appuntamento con il Cavaliere. “Su un’ora e mezza ha parlato per un’ora e venti lui”. Immaginiamo l’allegria di Matteo Salvini, lui che di sentire discorsi ad Arcore non ha voglia, ma che avrebbe voglia di essere premier. A proposito: quando saranno da scegliere i listini bloccati, nel Carroccio, chi pensate che deciderà?
PUNTO 2 - Molto composto, Beppe Sala. Serio ma al punto giusto. “Dopodiché io penso che sia giusto che Matteo Renzi sia candidato premier per il Partito democratico. Ma non credo sia semplice che diventi premier”, scandisce.
PUNTO 3 - Le Regionali si avvicinano. E bisogna prepararsi. Fino al 22 ottobre, giorno del referendum per l’autonomia, di fare davvero campagna elettorale non se ne parla. “Non è il tempo di prove di forza muscolari”, mormorano i dem. Però c’è anche da dire che oggettivamente mettersi a fare la guerra a Maroni mentre c’è da conquistare l’Ema per Milano è roba complicata. Perché il governatore sta facendo la sua parte, e i parlamentari ed esponenti locali di destra e di sinistra, per una volta uniti, fanno fatica a litigare. E quindi? Quindi Ema verrà assegnata forse a fine novembre, forse il 21, tra un mesetto. Sempre che non ci siano rinvii. Fino ad allora, campagna elettorale dimessa.
PUNTO 4 - Articolo 1-Mdp vuole a tutti i costi le primarie. A tutti i costi. I pisapiani, invece, no. A loro va più che bene Giorgio Gori. Detto questo, piccolo cortocircuito in casa di Bersani. Annunciano di aver chiesto di candidarsi al professore criminologo Roberto Cornelli, l’uomo che sostenne Boeri contro Pisapia e che però vinse supportando Pisapia alle elezioni del 2011. Era segretario metropolitano del Pd. Il problema è che Cornelli smentisce di aver già accettato. Se dirà sì, ci saranno primarie. Un altro che si scalda (si scaldava prima dell’estate, e l’inverno incipiente non lo spaventa) è il cattolico Fabio Pizzul. Grande è la confusione sotto al cielo della sinistra.
PUNTO 5 - Venerdì sera a Bergamo Daniele Belotti, l'ex assessore regionale leghista (l’unico indagato per “meriti” sportivi, ai tempi di Formigoni: ovvero perché era amico degli ultras dell’Atalanta), pare riempirà la Fiera di Bergamo con 2.200 persone. Ma l’unico tavolo sul quale si appunterà l’attenzione sarà quello centrale: Bossi, Maroni e Salvini tutti insieme a mangiare propiziando il buon esito del referendum. Pare che passerà anche Berlusconi. Che potrebbe salutare Giovanni Toti.